Autore: Ferdinando Petruccelli Della Gattina
Casa Editrice: Francesco D'Amato Editore
Genere: Saggi
Traduttore: a cura di Luigi Beneduci
Pagine: 247
Prezzo: € 14,00
I parlamentari erano politicamente moribondi anche quando l’Italia era un regno.
Ce lo racconta ne I moribondi del Palazzo Garignano Ferdinando Petruccelli della Gattina.
Giornalista, romanziere, saggista e testimone della vita politica italiana ed europea tra primo e secondo ottocento.
Così ce lo presenta Luigi Beneduci che lo ha riscoperto curando per i tipi di Francesco D’Amato Editore la sua opera più importante.
In questo libro Petruccelli Della Gattina, di origini lucane, eletto nella prima Assemblea legislativa italiana, inaugurata a Torino all’indomani dell’Unità d’Italia, dai banchi dell’estrema sinistra raccontò senza fare sconti a nessuno i vizi e virtù del mondo politico e dei suoi protagonisti durante la loro vita parlamentare.
I moribondi del Palazzo Carignano, che raccoglie in volume la versione italiana delle corrispondenze pubblicate in francese sul giornale La Presse, quando lo scrittore e giornalista fu membro del neonato Parlamento, divenne subito un best seller da dodici edizioni.
Petruccelli usa un linguaggio potente, le sue corrispondenze sono feroci e puntano il dito contro i vizi del parlamentarismo, tra cui c’ è quello del trasformismo viscido e opportunista: «Noi abbiamo, come in tutti i Parlamenti, la distinzione di destra, di centro, di sinistra. Ma questa distinzione non è assoluta. Vi sono parecchi deputati che seggono alla sinistra e votano costantemente con la destra; altri che, anche sedendo alla destra, votano talvolta con la sinistra».
Petruccelli della Gattina è uno scrittore e giornalista di razza, uno di quelli che crede nel giornalismo come sentinella della verità e nelle pagine del suo libro non arretra di un millimetro nel tratteggiare senza alcuna pietà con i suoi schizzi feroci la fisionomia del Parlamento italiano di cui fa parte.
«Il centro è l’albergo degli invalidi del presidente del Consiglio», ecco come intinge la penna nel veleno lucido della polemica, il giornalista – politico che voler testimoniare e raccontare in forma di denuncia quello che vede. E pensare che anche oggi nel nostro Parlamento di moribondi della Seconda Repubblica il centro è come lo vedeva Petruccelli della Gattina, l’accampamento degli uomini storpiati.
Il giornalista si distingue per l’indipendenza di giudizio, per la coerenza e radicalità negli impegni.
Nei suoi scritti giudica gli uomini e i partiti con imparzialità.
Dal suo banco dell’estrema sinistra Petruccelli riconosce la coerenza e i meriti degli avversari e dei suoi compagni di partito e spietato e imparziale nel denunciare le debolezze e i vizi della prima legislatura postunitaria.
Le osservazioni di Petruccelli Della Gattina si avvalgono di una brillante sintesi giornalistica e i suoi giudizi sui parlamentari e le loro intenzioni politiche sono sempre illuminanti. Nessuno con Petruccelli ha scolpito con le sue analisi l’essenza del centrismo, il terzo partito che vuole essere aa una volta carne e pesce.
Il suo modo di scrivere è onesto e sempre imparziale: Petruccelli Della Gattina elogia, analizza, affonda.
I moribondi del Palazzo Carignano è un documento eccezionale che oggi ha la sua attualità.
Prima di tutto è stato un piacere fare la conoscenza di Fernando Petruccelli della Gattina, una penna brillante e onesta che nel suo modo di fare giornalismo non ha mai fatto sconti a nessuno. Di questo ringraziamo Luigi Beneduci che ha riportato alla luce queste pagine interessanti.
Nonostante le debolezze e le fragilità, Petruccelli Della Gattina definisce il Parlamento l’arca santa della Nazione. «Il Parlamento è il cuore che palpita ed indica in Europa che l’Italia una vive, pensa, parla, vuole, ed è pronta ad agire. Se il Parlamento italiano non esistesse, l’Italia una, per l’Europa sarebbe un’utopia, un sogno e forse un attentato da cospiratori».
Ha ragione Luigi Beneduci quando definisce I moribondi del Palazzo Carignano la sfida politica e letteraria all’antipolitica.
Petruccelli Della Gattina con queste cronache non liquida l’istituzione parlamentare, ma pratica una terapia d’urto affinché i suoi moribondi ritornino vivi tra i vivi, ad adempiere la loro missione di progresso civile.
Siamo d’accordo anche noi con le conclusioni del curatore di questo libro che non possiamo non leggere perché anche noi siamo convinti, con Ferdinando Della Gatta Petruccelli, che il Parlamento nel bene e nel male sia l’arca santa della Nazione, il posto dove ancora continua a nascere un ordine per la vita collettiva e sociale.