Autore: Cametti Elisabetta
Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Avventura
Pagine: 631
Prezzo: 14.90 €
Elisabetta Cametti esordisce con questo romanzo che mescola sapientemente avventura e thriller. La protagonista è Katherine Sinclaire, dirigente di una delle più importanti case editrici mondiali, manager piena di idee e abile nel trovare nuove strade che possano aiutare l’azienda per cui lavora a diversificare i suoi ambiti. Oltre all’estro e alla caparbietà, una delle sue doti migliori è la capacità di relazionarsi con i collaboratori, elemento che la caratterizza in contrapposizione alla ruvida e dispotica visione della gestione aziendale di altri protagonisti del romanzo che pongono l’ambizione ed il profitto sopra ogni cosa.
La donna vive sola a Londra, unica compagnia il gatto Silvestro; dorme poche ore per notte e la sua vita è racchiusa nel Blackberry dove tiene tutte le informazioni relative al lavoro. Tutto procede serenamente fin quando, convocata dall’ amministratore delegato Bruce Aron, assiste al drammatico suicidio del suo superiore. Costui, prima di morire, le aveva lasciato una chiavetta USB con un criptico messaggio, costituito da tante fotografie di reperti etruschi. La vita di Katherine a questo punto diventa un inferno: in poco tempo viene licenziata, i suoi lavori sequestrati ed il nuovo amministratore delegato della compagnia, l’affarista senza scrupoli Thomas McKey, cerca con ogni mezzo di portarla a processo. Katherine si mette ad indagare sui motivi della morte dell’ex capo e si trova coinvolta in un intrigo che la vede in Italia a districarsi fra lotte di potere e misteri legati alla civiltà etrusca.
La bravura dell’autrice sta nell’aver legato sapientemente la lotta di potere economica con i misteri di una civiltà, quella etrusca, non sempre conosciuta dal grande pubblico. Brava a centellinare gli indizi, come se volesse far entrare il lettore in punta di piedi nel suo mondo, Cametti conduce il lettore, insieme alla protagonista, verso i misteri che si celano dietro le piccole tracce lasciate dal suo ex capo. Sebbene Katherine sia una manager abituata a camminare su tacchi alti e a scoprire nuove idee letterarie, vive un’avventura alla Indiana Jones, costretta a camminare per grotte e cunicoli e a decifrare gli arcani misteri di una religione ormai dimenticata. Questo aspetto la rende vicina a noi: non è più la classica eroina, ma una persona comune le cui doti, ostinazione ed umiltà, le permettono di collaborare con le persone che la circondano.
Nella lettura di questo romanzo ho apprezzato l’idea geniale dell’autrice di mostrare, in maniera molto chiara, i pensieri reconditi dei protagonisti. In altri libri solitamente l’autore mostra il punto di vista di chi svolge un ruolo nella sua trama, ma qui si va oltre: è come se il lettore entrasse nella psiche degli attori del romanzo stesso. E se di un difetto si può parlare, è l’essersi troppo dilungati nelle dinamiche aziendali, tuttavia penso che questo sia dovuto al fatto che il romanzo è destinato ad essere il primo di una serie e perciò l’autrice ha voluto soffermarsi sul mondo in cui si muove la sua protagonista.