Hygge – La via danese alla felicità – Meik Wiking

Titolo: Hygge - La via danese alla felicità
Autore: Meik Wiking
Data di pubbl.: 2017
Genere: Manuale
Traduttore: M. Faimali
Pagine: 287
Prezzo: 17,90 €

La Danimarca figura sempre nei sondaggi internazionali come uno dei paesi più felici del mondo. Tra i cittadini danesi si registra un alto livello di felicità, benessere e qualità di vita: non stupisce scoprire, quindi, che a Copenaghen si trovi l’Happiness Research Institute, un istituto di ricerca indipendente che studia le cause della felicità umana, lavorando per migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini. Il direttore dell’istituto, Meik Wiking, si è posto un obiettivo molto stimolante: spiegare al mondo quali sono i motivi della felicità e del benessere dei danesi.

Ci sono sicuramente molte ragioni, sia storiche che sociali, che favoriscono il senso di sicurezza e la serenità di questo paese: il welfare, la parità tra i sessi, le università gratuite, la sanità garantita, le pensioni, la sicurezza sociale…Ma, secondo Meik Wiking, il fattore determinante è la capacità di raggiungere esperienze positive nel quotidiano, e questo grazie ad un segreto tutto danese che si chiama Hygge. La hygge, parola danese che non ha un corrispettivo nella nostra lingua, è stata tradotta come “arte di creare intimità“, “benessere dello spirito“, “consolazione dell’anima“, oppure “cioccolata a lume di candela“: descrivere la hygge non è semplice, è più facile provarla!

La hygge rappresenta un’atmosfera accogliente, raccolta, intima, amorevole, un’assenza di fastidi che fa sentire a proprio agio. La hygge è l’esperienza che si prova a condividere una serata in intimità tra vecchi amici, davanti al caminetto, sorseggiando una bevanda calda, avvolti in quel vecchio maglione confortevole tanto infeltrito quanto amato…La hygge è una zuppa calda e saporita mangiata in famiglia, è far scorrere le dita sulla superficie ruvida del legno, è osservare la persona amata alla luce di una candela, è la sicurezza che si avverte quando ci si trova tra le persone verso le quali si prova piena fiducia, è la possibilità di abbassare la guardia, di mostrarci agli altri essendo completamente noi stessi. E’ il “sentirsi a casa”. Vi siete fatti un’idea della sensazione di cui si parla?

A questo punto non resta da scoprire che una cosa: come si fa a creare la hygge? Meik Wiking analizza attentamente tutti i fattori che possono favorire la hygge, senza tralasciare nulla, dall’illuminazione alla cucina, dal look all’arredamento: scopriamo così che scegliere l’illuminazione soft dalle candele, indossare maglioni oversize, mangiare (meglio se in compagnia) pietanze semplici e tradizionali e utilizzare materiali naturali sono azioni decisamente hyggelige che, se introdotte nel nostro quotidiano, possono aiutare a sentirci meglio. Ma non solo: la hygge non è garantita unicamente dal possedere determinati oggetti (anzi la semplicità e la frugalità, anche negli acquisti,  sembrano essere la scelta più hyggelige), ma dal vivere esperienze piacevoli condividendole, sentendoci sempre grati e presenti nel momento che stiamo vivendo. Il manifesto della Hygge conta dieci punti, la maggior parte dei quali ci ricorda l’importanza delle piccole cose e, soprattutto, dell’atteggiamento con cui si affronta quello che la vita ci propone:

  1. Atmosfera – Abbassate le luci
  2. Presenza – Siateci. Spegnete i telefoni
  3. Piacere – Caffè, cioccolato, biscotti, torte…Chi più ne ha più ne metta!
  4. Parità – Dividete i compiti e non monopolizzate la conversazione
  5. Gratitudine – Fatela vostra. Potrebbe essere la cosa più bella del mondo
  6. Armonia – Non è una gara. Ci piacete già. Non avete bisogno di vantarvi dei vostri successi.
  7. Confort – Mettetevi comodi. fate una pausa. E’ tutta una questione di relax
  8. Tregua – Niente drammi. Discuteremo di politica un’altra volta
  9. Condivisione – Costruite rapporti e narrazioni. Ti ricordi quella volta che…?
  10. Riparo – Questa è la vostra tribù. E’ un luogo di pace e sicurezza

Ognuno di noi è il miglior giudice della propria vita per stabilire se siamo felici o no. Ed è sicuramente vero che la felicità è soggettiva, e dipende da come percepiamo la nostra vita. Eppure,  Meik Wiking ci offre degli spunti molto interessanti sui quali riflettere: “durante le ricerche e la stesura di questo libro mi sono reso conto che la hygge può essere un fattore chiave per raggiungere la felicità nel quotidiano. Ci mette a disposizione il linguaggio, l’obiettivo e i metodi per pianificare e preservare la felicità, e per averne un po’ogni giorno. La hygge potrebbe essere la massima felicità alla quale aspirare quando rincasiamo dopo il lavoro in una giornata fredda e piovosa di gennaio”. (p. 285)

Siamo sinceri: se siamo fortunati, durante le vacanze possiamo trovarci su una splendida spiaggia esotica, o qualche volta nella vita possiamo raggiungere grandi soddisfazioni lavorative, passaggi di carriera, o altri eventi che ci fanno gioire nel profondo. Ma sono, appunto, episodi. La grande forza della hygge è quella di “trarre il meglio da ciò che abbiamo in abbondanza: la quotidianità” (p. 285).
E scusate se è poco!

 

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Chiara Barra

Se dovessi partire per un’isola deserta, e potessi portare con me soltanto un libro...sarebbe un’ardua impresa! Come immaginare la vita senza il mistero di Agatha Christie, la complessità di Milan Kundera, la passione di Irène Nemirovsky, l’amarezza di Gianrico Carofiglio, il calore di Gabriel Garcia Marquez, la leggerezza di Sophie Kinsella (eh sì, leggo proprio di tutto, io!). Ho iniziato con “Mi racconti una storia?” e così ho conosciuto le fiabe, sono cresciuta con i romanzi per ragazzi che mi tenevano compagnia, mi sono perdutamente innamorata dei classici...che ho tradito per i contemporanei (ma il primo amore non si scorda mai)!

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