
Autore: Louis - Ferdinand Céline
Casa Editrice: Gallimard
Genere: Narrativa
Pagine: 185
Prezzo: €19,00
Nel 1944 dall’ abitazione di Céline furono rubati alcuni manoscritti inediti. Tra questi c’era Guerre, che fu ritrovato e che a sessant’anni dalla morte del grande scrittore possiamo finalmente leggere.
Céline scrive Guerre tra Viaggio al temine della notte e Morte a credito. Il romanzo è prima di tutto un atto di accusa del trauma della guerra e dei suoi effetti devastanti e orribili nell’esistenza degli uomini.
L’io narrante è Ferdinand che sopravvive alla decimazione del suo convoglio e dopo essere stato ferito al braccio e alla testa («Mi sono beccato la guerra nella testa») viene ricoverato al “Virginal Secours” della Peurdu-sur-la-Lys, affidato alle cure dell’infermiera L’Espinasse e del dottore Méconille.
Céline racconta le giornate difficili di Ferdinand, costretto a un ricovero terribile mentre fuori la guerra impazza senza concedere tregua.
Ritroviamo la scrittura straordinaria del Céline che abbiamo imparato ad amare. Céline visionario che usa una lingua diretta per squartare. Il grande scrittore che si sporca le mani con l’infimo della vita e affida ai suoi personaggi torbidi il racconto dell’orrore che dilaga.
Louis Ferdinand Céline lo scrittore scomodo e terribile che ha la guerra in testa e qui ne racconta il trauma e le conseguenze catastrofiche nel corpo e nella mente del suo personaggio ferito anche nel suo orgoglio di uomo.
Guerre è un romanzo che ha descrizioni ripugnanti, Céline ci fa sentire con il suo linguaggio crudo l’odore di putrefazione che la guerra emana.
In questo libro c’è lo straordinario umore nero del grande scrittore francese che ci mostra tutto il suo orrore contro la guerra.
Guerre è il campo di battaglia dove continua il nostro Viaggio al termine della notte.
Anche in questo romanzo finora inedito ritroviamo Céline, lo scrittore in cui la polemica sociale coincide con la polemica letteraria. Sovvertendo il linguaggio ha denunciato con la crudeltà e la violenza di parole dirette il massacro della guerra, si è schierato contro gli abusi del potere del colonialismo, ha denunciato, il degrado e la decadenza dell’uomo in un sistema che tende a stritolare le sue volontà insieme alle libertà.
Céline attraverso l’io narrante di Ferdinand, uomo mutilato nella carne e nello spirito, esprima come solo lui sa fare ( con uno stile di diretto e tranchant che si insinua nei dialoghi e nella struttura del racconto) il suo disprezzo e orrore per la guerra che porta nella nostra testa porta solo morte e devastazione.
Già dalle prime pagine di Guerre troviamo il punto di vista dello scrittore che sviscera il trauma originario ( con tutto il suo carico di orrore) della grande guerra e l’influenza che ha avuto nella sua vita e nei suoi libri.
In Guerre Céline, oltre a raccontare l’insensata esperienza del conflitto bellico, mette nero su bianco la ricaduta bestiale dei suoi tragici effetti sugli uomini, che la guerra se la beccano nella testa senza alcuna possibilità di redenzione.
Anche in questo romanzo ritroviamo l’insopportabile e geniale Céline con tutte le sue contraddizioni e la sua immensa grandezza che ancora ci dice: «gli uomini non valgono affatto il disturbo».
Céline, lo scrittore perfetto del Novecento, questo straordinario, controverso e indimenticabile protagonista dell’agonia e della decadenza del secolo breve. Nei suoi stessi libri si trova il fascino di un personaggio scomodo che ha rivelato il trauma lacerante della guerra e la miseria intellettuale del proprio tempo.