
Arsenal 5065. Les Triumphes de messire Francoiz Petrarque nouvellement translatez de langaige vulgaire (con un’aggiunta in interlinea: tuscan) en françoiz. manoscritto pergamenaceo di formato in-folio 348x212 cm; 172 carte. Il testo, scritto con inchiostro bruno, occupa una colonna per pagina con circa ventotto righe, ed è illustrato da 33 miniature a piena pagina.
Titolo: Triumphus Cupidinis
Autore: Francesco Perarca
Anno di inizio di stesura dell’opera: primavera del 1352
Edizione di riferimento per la recensione: Trionfi, Rime Estravaganti, Codice degli Abbozzi, Mondadori, 1996, a cura di V. Pacca e L.Paolino
I Trionfi di Francesco Petrarca, poema italiano in endecasillabi, fino al tardo Quattrocento vennero preferiti, a causa del gusto umanistico, al Canzoniere.
L’opera presenta sei capitoli: il Trionfo dell’Amore, della Castità, della Morte, della Fame, del Tempo e dell’Eternità, il cui ordine non era stato fissato prima della morte dell’autore.
La struttura ricorda quella della Commedia dantesca in quanto, anche qui, il poeta addormentato vede sfilare sotto i suoi occhi varie processioni o Trionfi. Il primo, quello che qui verrà analizzato, è il Trionfo dell’Amore, dove coppie d’amanti celebri sono soggiogate a Venere. In questo capitolo l’azione è sostituita dalla descrizione dei personaggi che fanno parte del corteo, tra i quali il narratore percepisce visi a lui conosciuti. Passano sotto i suoi occhi numerosi personaggi come uomini d’azione e intellettuali che egli qualifica brevemente, a imitazione della Commedia. Il risultato è un’enumerazione in cui vengono utilizzati verbi di percezione, verbi implicanti un movimento e verba dicendi. Questi verbi introducono uno stile nominale.
Trattandosi di un poema con sintassi latineggiante piuttosto complessa e molte allusioni dotte, si resero necessari commenti in quanto molti lettori, soprattutto quelli che conoscevano solo l’italiano, non avrebbero potuto apprezzare il poema senza un’adeguata spiegazione. I Triumphes sono presentati come un’opera prevalentemente legata alla tradizione medievale, e spesso viene messo l’accento sul messaggio morale, se è già lecito parlare di un interesse letterario nei confronti di questo testo.
Il Trionfo dell’Amore è a sua volta diviso in quattro capitoli (Al tempo che rinova i mie’…; Stanco già di mirar, no sazio ancora,…; Era sì pieno il cor di meraviglie…; Poscia che mia fortuna in forza altrui… ).
Nel primo capitolo che inizia con “Al tempo che rinova i miei sospiri”, (pag.47) viene narrato l’incontro tra l’autore e l’ombra e viene brevemente spiegato quale sarà l’argomento dell’opera.
Successivamente cominciano ad avvenire gli incontri con i diversi personaggi come per esempio Cesare, Augusto, Nerone, Marco, Enander, Fedra, Teseo, Ercole, Giasone, Hisiphille, Zenone, Venere e Marte, ma anche Plutone e Proserpina, Apollo, Giove, Scipione, Lelio, Serse, Pirro, Silla e altri. Le biografie si inseriscono all’interno della finzione narrativa facendo sì che l’artificio della ‘liturgia trionfale’ diventi una cornice per il susseguirsi di narrazioni brevi, in cui prevale il modulo elencativo sintetico ed icastico, avvicinandola nel contempo al modello del Decameron.
Da questo punto in poi comincia il terzo capitolo del Trionfo “Era sì pieno il cor di meraviglia ch’io stava come l’uom che non po’ dire” (pag.135), capitolo in cui l’ombra presenta all’autore i ritratti di alcuni dei personaggi citati da Petrarca.
Nel quarto capitolo “Poscia che mia fortuna” (pag.183) avviene l’incontro con i poeti dell’antichità; vi è l’incontro con Ovidio e Catullo, Properzio e Tibullo.
L’incontro con i poeti si fa immediatamente più interessante quando vengono descritti quelli legati al Dolce Stilnovo e quindi alla poesia d’amore. Si incontrano, infatti, Dante con Beatrice, ma anche Cino da Pistoia, Arnault Daniel, definito «grant maistre d’amour», ma anche Pierre Arnauld e Peire D’Alvergne e molti altri. In seguito viene descritto il luogo in cui questo Trionfo prende le mosse: l’isola di Cipro.
Il quarto e ultimo capitolo del Trionfo dell’Amore si conclude con una serie di considerazioni dell’autore su Amore e occorre notare le personificazione di quest’ultimo, chiaro riferimento a Dante.
Leggendo le ultime frasi del testo è evidente che l’autore dia un giudizio negativo sul sentimento d’amore: “E vidi a qua lservaggio, ed a qual morte, a quale stratio va chi s’innamora. Errori e sogni ed immagini smorte eran d’intorno al’arco triumphale e false opinioni in su le porte, e lubrico sperar su per le scale e dannoso guadagno ed util danno,e grandi ove più scende chi più sale, stanco riposo e riposato affanno, chiaro disonore e gloria oscura e nigra, perfida lealtate e fido inganno, sollicito furor e ragion pigra, carcer ove si vèn per strade aperte, onde per strettea gran pena si migra, ratte scece a l’entrare, a l’uscir erte, dentro confusion turbida mischia di certe doglie e d’allegrezza incerte” (pag. 212-216).
Importante è notare come prima dell’inizio del Cinquecento, il richiamo dei Triumphi fu avvertito all’estero e quindi anche in Francia; qui vennero realizzate alcune opere di arte figurativa ispirate all’opera petrarchesca: si tratta in particolare di arazzi e vetrate, importanti da un punto di vista culturale perché testimoniano il fatto che i Triumphi erano certamente molto noti Oltralpe.
Tuttavia, se si analizzano le traduzioni di quest’opera, ci si accorgerà di molte divergenze: il testo francese, ad esempio, è molto più lungo rispetto al testo d’origine, a causa della presenza di glosse che permettono di chiarire allusioni talvolta criptiche di Petrarca ai personaggi che seguono il carro trionfale del dio d’Amore; in effetti è noto che i Triumphi hanno costituito una tappa importante nella ricezione di Petrarca in Francia. Il filosofo, l’erudito e soprattutto il moralista dei testi latini – diffusi per primi Oltralpe – comincia a essere considerato anche come un poeta ed è noto quanto l’influenza di Petrarca sarà determinante per la poesia francese del XVI secolo.
In questo contesto i Triumphi, che per primi diffusero Oltralpe la produzione italiana di Petrarca, svolsero un ruolo di transizione nell’evoluzione del complesso fenomeno del petrarchismo poiché, riunendo e armonizzando l’aspetto erudito e morale con quello lirico, aprirono la strada alla fortuna dei Rerum Vulgarium Fragmenta come modello per la costruzione di un nuovo linguaggio poetico.
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