
Autore: Bram Stoker
Genere: epistolare, horror
I vampiri dell’antichità erano mostri orrendi e ributtanti, privi di ogni attributo che non fosse l’orrore di cadaveri redivivi assetati di sangue: la loro non-vita si consumava fra la bara del cimitero e la caccia, almeno per quelli che non si limitavano a masticare il proprio sudario, le loro carni erano decomposte, i loro abiti stracciati, la loro mente governata dalla sola fame e necessità.
I vampiri di oggi paiono delle rock star, o quanto meno dei superuomini ricchi di fascino, belli, eleganti, brillanti, che paiono portare oltre il massimo le potenzialità umane e non di rado superano i vivi anche nella profondità dei sentimenti, dei quali i loro antenati erano del tutto privi.
In mezzo, sta Dracula.
Ancora mostro, è allo stesso tempo un aristocratico, un Conte nella fattispecie, con la sua psicologia, la sua complessità, e senza dubbio un certo fascino. In realtà, la “nuova generazione” dei vampiri ottocenteschi era stata iniziata già a inizio secolo, con il racconto Il vampiro di Polidori (che si era ispirato nientemeno che a Lord Byron per conferire nobiltà al suo essere), e vantava la conturbante Carmilla di Le Fanu. Ma si trattava solo di racconti: per il grande pubblico, il vero prototipo della nuova stirpe è il Conte.
A distanza di più di un secolo, e molti vampiri più tardi, Dracula continua ad esercitare un’attrattiva ineguagliata, proprio per la sua doppia natura che vale la pena di conoscere in modo diretto, leggendo il romanzo.
Non sarà certo una lettura noiosa: non solo avremo l’innegabile vantaggio di poter, poi, godere al meglio le variazioni sul tema, ma scopriremo un libro coinvolgente e appassionante. Un libro con meccanismi da best-seller, fra crescendo di suspense, ritmo incalzante (superata la lenta crescita di tensione della parte epistolare che inizia l’opera), colpi di scena, eventi avventurosi e rocamboleschi, capace al contempo di innovare un genere, di cogliere sensibilità profonde e, in breve, di entrare nella storia della letteratura.
E non mancherà nemmeno la tensione narrativa: nonostante la storia e il personaggio siano notissimi, la lettura dell’opera originale potrà riservare numerose sorprese: tutti crediamo di conoscere Dracula e la vicenda connessa, perché è stata rinarrata tante e tante volte, ma ogni volta con particolari (quando non intere parti) omesse oppure aggiunte. Un esempio: i più sono convinti che l’esposizione alla luce del sole distrugga il vampiro, mentre in realtà lui se ne va tranquillamente in giro per Londra in pieno giorno, semplicemente con poteri un po’ ridotti. Per non parlare degli elementi della trama, così intricata e coinvolgente da risultare appassionante anche per chi, per aver visto qualche film, già ne conosce a grandi linee gli sviluppi.
In tutto ciò, Dracula, il vampiro, rimane un mostro, ma un mostro complesso, nella cui anima tormentata si sedimentano molti livelli. È il nemico, ma non riusciamo ad odiarlo e, in fin dei conti, risulta molto più interessante degli eroi positivi: se, nella trama del romanzo, viene sconfitto, è lui il vero vincitore quanto a successo letterario e innumerevoli imitazioni. Sebbene il punto di vista non sia il suo, anche per aumentare l’alone di mistero, non c’è dubbio che lui sia il vero protagonista dell’opera di Stoker, come appare evidente sin dal titolo.
Le sue sfaccettature e le suggestioni che solleva sono molteplici: c’è chi ha visto in lui addirittura un simbolo dell’aristocrazia (non a caso è un Conte dell’arretrata Europa centrale): una classe improduttiva, che metaforicamente si nutre del sangue del popolo, nell’Ottocento decadente ma desiderosa di imporre di nuovo il suo antico potere – proprio il tentativo di Dracula nel suo spostarsi a Londra. Nonostante tutto, una classe estremamente affascinante anche per chi ne è vittima.
Senza arrivare a letture sociologiche, Dracula è predatore che caccia per sopravvivere, e allo stesso tempo prima vittima della sua maledizione; è l’incarnazione, allo stesso tempo, di amore e morte, ossia delle due più intime pulsioni psicologiche dell’uomo (e questo è forse il segreto del successo del vampiro), in quanto al contempo attrae e uccide coloro che morde. E le sue tre bellissime mogli non sono certo da meno, rispetto ad un pubblico maschile.