Grandi riflessi – André Breton: Nadja

Titolo: Nadja
Autore: Breton André
Genere: Romanzo

Nel 1924, Breton pubblica il primo Manifesto Surrealista il cui prologo recita così: “Surréalisme n.m. Automatisme psychique par lequel on se propose d’exprimer, soit verbalement, soit par écrit, soit par toute autre manière, le fonctionnement réel de la pensée. Dictée de la pensée, en l’absence de tout contrôle exercé par la raison, en de hors de toute préoccupation esthétique ou morale”.

Dall’enunciato, si comprende come il Surrealismo si basi sull’idea che la realtà superi se stessa per arrivare ad un grado superiore di conoscenza che si concretizza con manifestazioni che si slegano dalla realtà tangibile e dal quotidiano, come la dimensione onirica, la follia, l’infanzia e il gioco dis-interessato del pensiero.

Attraverso ogni manifestazione irrazionale -scrittura automatica, cadavres exquis, jeux de mots– i Surrealisti realizzano una produzione artistico-letteraria imponente, avente, come scopo, la concretizzazione, attraverso l’oggetto artistico, dell’inconscio. L’obiettivo dell’arte surrealista è l’analogia tra il sogno e l’opera d’arte. Tuttavia, pur basandosi sulle teorie freudiane, Breton se ne allontana, volendo rendere la concezione dell’arte una Sur-realtà pura, completamente distinta dalla realtà e dal conscio. Infatti, per la psicoanalisi, l’oggetto artistico non può essere avulso dal contesto reale, non può essere slegato cioè dalla propria materialità.

Nel 1928, Breton pubblica Nadja, ritratto di una realtà superiore , donna misteriosa che Breton incontra per le vie di Parigi, figura che supera la frontiera tra razionalità e follia, tra sogno e realtà.

Con uno stile intenzionalmente poco scorrevole, in una logica anti-utilitaristica, contraria alle dinamiche socio-economiche dell’epoca, Breton descrive l’incontro con la Sur-realtà. Nadja è creatura ispirata e musa ispiratrice, immersa nel furore dei simboli e nella forza dell’analogia. Breton si chiede se l’aldilà sia in questa vita, se questa stessa vita non richieda di essere decifrata come un criptogramma e se non fomenti attorno ad ogni essere un complotto molto particolare che non esiste solo nell’immaginazione. Nadja rappresenta la bellezza convulsa, improvvisa, fatale, così come l’incontro con l’arte che diventa convulso, imprevedibile, fortuito in un mondo tuttavia limitato e finito.

Se le difficoltà della vita, le costrizioni sociali riescono a spegnere questa lettura, l’individuo si ritrova alle prese con un mondo che ha ripreso un’ apparenza di puro decoro.

Tutto ciò che è sogno, pensiero irrazionale, lapsus, errore, oblio e dimenticanza, ritrovamento fortuito di oggetti insoliti e relative associazioni d’idee, nella realizzazione dell’oggetto artistico e poetico, conduce alla ricerca e alla materializzazione del desiderio, alto grado di pulsione tra essenza ed esistenza. Nadja rappresenta la glorificazione della donna sul piano spirituale e su quello fisico, così come l’incontro con l’arte, un incontro coinvolgente, travolgente e appassionante.

Docente di lingua e civiltà francese presso l'Isis "Stein" di Gavirate (VA) e presso la SSML (già Istituto Universitario per Interpreti e Traduttori) di Varese.

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