
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 249
Prezzo: € 20,00
In occasione del 27 gennaio 2025, Giorno della Memoria, ecco un testo di assoluto interesse appena pubblicato da Morellini editore e curato dall’ottima Sara Rattaro. Sono 19 brevi racconti, a volte leggermente romanzati, legati a personaggi realmente vissuti che con sprezzo del pericolo, compassione e senso di giustizia, hanno salvato da morte sicura nei campi di sterminio organizzati dai nazisti, migliaia di ebrei. Sono quasi tutti italiani e ci piace citare quanto segue dall’introduzione della scrittrice e curatrice Sara Rattaro:
“Ognuno di loro, pur provenendo da contesti e culture differenti, condivideva una profonda convinzione: quella che nessuna ideologia, per quanto pervasiva e totalizzante, potesse giustificare la distruzione di vite innocenti. È un viaggio emotivo e intellettuale attraverso le ombre della guerra, dove la luce di questi individui brilla con forza, ricordandoci che, anche nei momenti più oscuri, c’è sempre spazio per l’eroismo, per l’umanità e per la speranza.” (pag. 6)
Ciascun autore di questa antologia ha scelto un personaggio – vi sono persino due città simbolo di salvezza e resistenza all’orrore: la danese Gilleleje e Salonicco, in Grecia, attraverso l’azione del console italiano Guelfo Zamboni, del suo sostituto Giuseppe Castruccio e del capitano Lucillo Merci -, ne ha brevemente raccontato la biografia e i personali motivi della scelta, per scrivere infine il racconto dell’episodio che ha reso il protagonista degno di essere inserito fra i Giusti nel memoriale israeliano di Yad Vashem, Ente nazionale per la Memoria della Shoah. ‘Giusti’ che quasi sempre non erano ebrei, e neppure supereroi, ma di sicuro persone che si opponevano con tutte le loro forze a qualcosa di orribile e assurdo, l’insensato e crudele sterminio di un intero popolo con ogni possibile mezzo e con una ferocia e determinazione senza senso. Persone che sovente, una volta compiuto il bene, lo hanno nascosto nelle pieghe della loro anima, senza dargli alcuna pubblicità e che solo grazie a chi avevano salvato sono state rintracciate e premiate. Valgano per tutti – ogni racconto merita di essere letto e apprezzato – la storia del medico Giovanni Borromeo dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina a Roma, che nel 1943 riuscì a salvare molti ebrei del ghetto afflitti, a suo dire, dal fantomatico morbo di K e dunque chiusi in isolamento. O quella dell’ambasciatore svizzero Carl Lutz che salvò più di 40.000 ebrei dalla morte e dalla deportazione a Budapest emettendo Schutzbriefe (salvacondotti) a loro nome – come ricorrere a una diavoleria per ingannare il diavolo!
Raccontare il bene compiuto da queste donne e questi uomini senza nulla pretendere in cambio e, anzi, rischiando la propria vita e quella delle loro famiglie, è un modo meraviglioso per ricordare che, sebbene il Male sia fluido e sfuggente, il Bene alberga in ciascuno di noi ed è una luce chiara che risplende nelle tenebre e riscalda i cuori.