Autore: Terranova Nadia
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Einaudi editore
Genere: Romanzo
Pagine: 144
Prezzo: 16.00 €
Nella Sicilia del 1978 Aurora cerca di fuggire, attraverso lo studio, al futuro domestico imposto dal padre, noto in città come il “fascistissimo”. Giovanni legge Marx, frequenta fin da ragazzino i gruppi della sinistra extraparlamentare ed è affascinato dalla politica. È figlio dell’avvocato Santatorre, comunista imborghesito e rispettato, di cui contesta aspramente le contraddizioni. I due giovani si incontrano all’Università, si innamorano e, nel giro di pochi mesi, Aurora resta incinta. Nonostante l’antagonismo politico, le rispettive famiglie non si oppongono all’unione, ma spingono la coppia verso il matrimonio riparatore. Nasce una bimba che chiamano Mara, come la moglie di Renato Curcio: una piccola dagli occhi profondi e consapevoli, vera narratrice sotterranea della storia. Ma ogni possibile lieto fine viene spazzato via dal desiderio di Giovanni di partecipare attivamente ai fermenti più violenti della lotta di classe, ignorando i bisogni quotidiani di una famiglia in germoglio.
“Giovanni era stato sincero, ma fu sincero anche il senso di colpa delle notti successive. Aveva accontentato la moglie ma non se stesso e continuava a fantasticare di farsi mettere dentro. Gli veniva fuori un eroismo improbabile: nel ricordo l’azione contro il mobilificio si ingigantiva, fantasmi e rimorsi si moltiplicavano. Ho fallito, si tormentava, altro che rivoluzione, ho anteposto le mie piccole sicurezze alla lotta, mi sono isolato, mi sono tirato indietro.” Pag. 54
L’irrequietezza, il senso di inadeguatezza di Giovanni trovano consolazione nella pace artificiale offerta dalle droghe, i cui rischi all’epoca non erano ancora completamente noti. Un “crescendo” di sostanze sempre più potenti e pericolose, che lo trascinano in una realtà ancora più desolante del mondo prosaico che tanto disprezzava. Comunicare con Aurora, impegnata a completare gli amati studi e a crescere la figlia, diventa sempre più difficile: nonostante l’amore e l’attrazione reciproca, i sogni e gli obiettivi di vita divergono.
“ Quello che mi hai chiesto ha messo a soqquadro i ricordi, che del resto ognuno vive a modo suo. Non abbiamo mai usato lo stesso dizionario. Parole uguali, significati diversi. Dicevamo famiglia: io pensavo a costruire e tu a circoscrivere; dicevamo politica: io ero entusiasta e tu diffidente. Io combattevo, tu ti rifugiavi Se non ci fosse stata Mara ci saremmo persi subito, ma almeno non avremmo continuato a incolparci per le nostre solitudini.” Pag 104
Giovanni e Mara restano uniti da una corrispondenza tenera, a tratti infantile, rivelatrice dell’animo di entrambi, che permetterà la costruzione di un solido rapporto affettivo nonostante le lunghe separazioni.
Un romanzo che racconta i riflessi di uno dei periodi più drammatici della Storia italiana nella vita di una coppia desiderosa di riformare la società, pur senza averne la maturità. L’autrice non formula giudizi sulle scelte dei personaggi ma, con una scrittura piana e immediata, cerca di scavare nella psicologia e trovare spiegazioni; ci consegna così una cronaca quasi affettuosa dei loro tentativi ed errori, mostrandoceli vicini e umani. Il romanzo è intriso di malinconia e pietà nei confronti di una generazione che ha dovuto affrontare un tempo difficile, pieno di insidie e illusioni.