Il vincitore della prima edizione del Premio Letterario Paesaggi Futuri è Giuseppe Furno con il romanzo Vetro, edito da Longanesi.
Il libro è stato scelto dalla giuria presieduta da Amerigo Restucci e della quale fanno parte anche Matilde Caponi, Giovanna Caserta, Laura Facchinelli, Giuseppe Goisis, Gilberto Pizzamiglio, Vittorio Pierobon.
Il Premio Paesaggi Futuri – organizzato dal Gruppo di studio Paesaggi Futuri, coordinato da Laura Facchinelli – ha l’intento di ricercare, nelle opere di narrativa, l’attenzione al paesaggio come percezione sensoriale ed emozionale dell’ambiente circostante e come testimonianza di una realtà in cui non sia realizzato l’equilibrio fra tutela e modernizzazione. Nella consapevolezza del patrimonio straordinario, fra natura e cultura, che costituisce l’identità del nostro Paese.
La cerimonia ufficiale di proclamazione del vincitore si è tenuta venerdì 13 dicembre, nel corso del convegno “Paesaggio e psiche”, presso il Circolo Artistico di Venezia nella splendida sede di Palazzo delle Prigioni. Il vincitore ha ricevuto in premio l’ospitalità a Venezia per 2 notti, offerta dall’Associazione Veneziana Albergatori. Una Segnalazione è stata conferita a Marco Fratta per il libro Pittore di Parole, Fara editore. Una seconda Segnalazione è stata conferita a Giuseppe Barbera per il libro Conca d’oro, edito da Sellerio.
Lo scrittore premiato, Giuseppe Furno, è un affermato sceneggiatore per il cinema e la televisione, per cui ha scritto molte serie trasmesse dalla RAI. Col romanzo Vetro ha vinto la XXIX edizione del Premio Hemingway per la Narrativa 2013. La vicenda narrata si svolge nella Venezia del 500. Ecco le motivazioni del premio: “ha studiato negli archivi con una passione curiosa e instancabile e, soprattutto, con un grande amore per la città di Venezia. Così, nelle quasi 800 pagine del libro, incontriamo una realtà viva, ricostruita nei minimi dettagli dei luoghi urbani e degli interni domestici, degli oggetti d’uso e dei mestieri, dei pensieri e dei gesti. È un’operazione interessante e preziosa, quella condotta dall’autore. Il quale – scrive la Giuria – partendo dai documenti storici, tesse una vicenda incalzante e ricca di suspence che traduce, grazie alla sua esperienza di sceneggiatore, in sequenze di grande impatto visivo, ispirate al linguaggio cinematografico. Il romanzo di Furno concilia il rigore di un resoconto saggistico con l’inventiva del narratore capace di coinvolgere un pubblico vasto”.