Titolo: Giù al sud
Autore: Pino Aprile
Editore: Piemme
Anno: 2011
Pagine: 473
Prezzo di copertina: 12, 00 €
Dopo il grande successo di “Terroni”, il libro che ha costretto molti a prendere in considerazione un punto di vista non nuovo, ma sicuramente dimenticato sull’Unità d’Italia e ha posto all’attenzione mediatica la revisione della cosiddetta questione meridionale, Pino Aprile ci propone il viaggio, fatto appunto per presentare il suo libro nelle varie piazze. Queste si sono trasformate in ulteriori occasioni per approfondire l’argomento e per far riemergere un orgoglio del sud che secondo l’autore è presente ora più che mai.
Così nell’itinerario percorso tra paesi quasi dimenticati emergono persone che combattono, che amano la loro terra o che ci ritornano. Ci sono i mali di sempre: ospedali mai aperti, emigrazione, cementificazione, periferie degradate, immondizia, criminalità, aziende che chiudono e centri storici abbandonati. Ma ci sono anche le speranze per il domani, rappresentate soprattutto dall’associazionismo, dalla lotta alla criminalità, dalle donne “Belle, forti, roventi le donne di Bagnara. Come Mia Martini, potente nella voce, nella volontà e nei sentimenti. Tesa alla perfezione e piuttosto alla morte senza quella Anche a lei hanno eretto un monumento, sul lungomare. La forza, qui, il valore, sono declinati al femminile, nella regione forse più maschilista d’Italia”( pag. 43)
Da non dimenticare l’estrema bellezza del paesaggio, per esempio dello Stretto di Messina “ Davanti c’è lo Stretto che si apre, con i frangenti dello scirocco che entra teso e si spinge nel Tirreno; per la stessa via, la luce si infila da est, perché trova il varco, e infiamma la striscia estrema dell’isola, Punta Faro, su cui si erge il pilone dell’alta tensione. Lì la luce è anche calore, qui per ora soltanto luce.. e’ un posto che ti schianta l’anima; nemmeno l’orgia di cemento a vista e sporco, di muri non intonacati o solo in parte , riesce a diminuirlo”. Ma c’è anche la fatica secolare di contadini che strappano la terra al deserto e alla siccità: altro che solo agricoltura nel Sud, come se fosse una risorsa a disposizione facile da utilizzare! C’è il sacrificio dietro prodotti deliziosi e decantati, tipici e unici.
Viaggiando tra questi luoghi si riscopre una storia antichissima e si sfatano luoghi comuni, mentre si fa strada davvero l’idea che la rinascita sia già iniziata.
Il libro è scritto con grande passione e uno stile scorrevole e accattivante, nonostante l’argomento non sia sempre facile. Forse a volte ci si è dilungati un po’ troppo sugli aneddoti, che sono davvero tanti, ma è difficile lasciar fuori da questa riscoperta persone e luoghi che combattono per un riconoscimento e una rivalutazione, che sono necessari perché il nostro paese possa uscire da questa crisi non solo economica. Da leggere per conoscere le realtà del Sud delle quali purtroppo si sente parlare troppo poco.