“Era martedì, il 9 ottobre 2012, non proprio il migliore dei giorni dato che eravamo nel bel mezzo degli esami e, se io che sono una secchiona non ero preoccupata, i miei amici si. Avevamo finito per quel giorno, ed ero stretta tra i miei compagni e gli insegnanti, sulla panchina del camion scoperto che viene usato come scuola bus. Non c’erano finestrini, soltanto spesse tendine di plastica che sbattevano ed erano troppo gialle e polverose per vedere fuori, e un francobollo di cielo sulla parte posteriore attraverso il quale ho intravisto un aquilone che volteggiava su e giù. Era rosa, il mio colore preferito. Vengo da un paese che è stato creato a mezzanotte. Quando sono quasi morta era passato da poco mezzogiorno.”
Questo è l’incipit di “Io sono Malala”, l’autobiografia di Malala, la ragazzina Pachistana sopravvissuta a un attacco di estremisti antisemiti, che la volevano morta perchè voleva che, nel suo Paese, le donne avessero lo stesso diritto allo studio degli uomini. La sua autobiografia uscirà in autunno in tutto il mondo e anche in Italia, dove verrà pubblicata dalla Casa Editrice Garzanti, che è riuscita ad aggiudicarsi i diritti per la pubblicazione.
“Abbiamo fortemente voluto questo libro – ha dichiarato Paolo Zaninoni, direttore editoriale di Garzanti Libri – perché Malala è diventata un emblema di coraggio nella difesa delle proprie idee e del proprio diritto a crescere attraverso l’acquisizione di strumenti culturali. Quel coraggio che un libro come questo può trasmettere ai giovani, e non solo”. “Io sono Malala” è ormai diventato uno slogan, ripetuto milioni di volte in tantissime lingue diverse, ormai simbolo della lotta pacifista e titolo di una campagna mondiale dell’Onu per portare tutti i bambini a scuola entro il 2015. Intanto Malala è stata candidata per il Premio Nobel per la Pace.