Fuga di Morte- Sheng Keyi

Titolo: Fuga di morte
Autore: Sheng Keyi
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Fazi
Genere: drammatico
Traduttore: Eugenia tizzano
Pagine: 326
Prezzo: 18.50

Non capita tutti i giorni che, alzandosi al mattino, una persona si ritrovi davanti a un gigantesco escremento alto quanto un palazzo di nove piani e mirabilmente disposto in modo da formare una struttura. Una grossa provocazione che sembra voler sporcare (in tutti i sensi) la fama dell’edificio in cui si riuniscono le éelite culturali del paese intero.

La gente rimane perplessa, basita, schifata e (perché no?) incuriosita da quel gigantesco ammasso di escrementi.

Il governo autoritario di Dayang (uno stato inesistente ma che richiama in tutto e per tutto la Cina) interviene prontamente per rimuovere il molesto e ingombrante ostacolo. Scomparso il corpo del delitto sembra più facile potersi muovere ma come sia arrivato questo ingombrante peso in mezzo alla piazza di Beiping e chi abbia potuto produrre una cosa simile, resta ancora un mistero da scoprire. La gente vuole risposte ma il governo, non potendole fornire e non volendo perdere di credibilità, reagisce davvero duramente. Yuan Mengliu, il protagonista della storia, si trova per caso a passare di lì. Lui è un poeta rispettato e molto famoso che entra in crisi quando, di fronte alla risposta del governo sempre più violenta e crudele verso i manifestanti non riesce a sposare la causa delle proteste come invece fa la sua adorata Qi Zi. Alla scomparsa della ragazza, Yuan Mengliu decide di abbandonare la poesia e di diventare medico, professione che gli fornisce molte gratificazioni. Decide anche di abbandonare i propri sentimenti e di diventare un donnaiolo, cercando nelle sue avventure amorose, una donna che possa riempire il ricordo di Qi e sopportare i misteriosi attacchi che lo colpiscono una volta l’anno. Dopo molti anni dagli eventi narrati, Yuan, mai del tutto persuaso della scomparsa della sua fidanzata, decide di intraprendere un viaggio verso i più lontani territori della vasta nazione fino ad arrivare, dietro al suggerimento di una donna, alla misteriosa Valle dei Cigni dove lo attende qualcosa di davvero inaspettato.

Leggere “Fuga di Morte” è stata un esperienza quasi surreale per me. Ogni cosa a partire dal titolo fino ad arrivare ai più piccoli aspetti del romanzo non era altro che una meravigliosa e ben costruita metafora che sembrava voler raccontare vicende complesse e profonde.

Yuang, il protagonista, sembra morire infinite volte all’interno del romanzo. Muore quando sceglie di non essere più il poeta conosciuto e apprezzato che era, muore quando decide di abbandonare i propri sentimenti e muore quando parte alla ricerca della sua fidanzata fino a morire quando incontra i reggenti della valle dei cigni. Attraversa numerose trasformazioni e numerose vite senza mai morire davvero. Stessa cosa Qi Zi. Lei è un personaggio forte, di grande impatto che non esita a far morire la sua vita fatta di una grigia routine per diventare il principale leader della protesta “verità sugli escrementi giganti”. Muore quando scompare dalla scena, muore quando diventa membro della società utopica che si nasconde negli anfratti più remoti del territorio della repubblica

Sheng Keyi, oltre a giocare con la mia immaginazione ( e credo con quella di qualsiasi lettore) sembra non nutrire alcun tipo di speranza. Da una parte vi è una società grigia, autoritaria che impone le sue verità e le sue credenze ai cittadini rispondendo con violenza quando le richieste di verità e di giustizia si fanno sempre più pressanti e mascherando la propria violenza dietro alla menzogna. Poi c’è la vita di ogni singolo abitante della repubblica, sempre uguale, sempre piatta fatta di bugie e rassegnazione fino ad arrivare all’utopia della valle dei cigni, una finta società ideale (che mi ha richiamato molto l’immagine di movimenti e/o sette guidati da santoni che indottrinano i propri adepti fingendo di liberarli da pesi e catene) che di ideale ha ben poco.

Commentare ulteriormente questo libro mi porterebbe a dovervi fare ulteriori anticipazioni che vorrei evitare di fare (anche per mancanza di spazio, le recensioni hanno un limite). Mi limito solamente a dire che ho trovato questo libro estremamente interessante e davvero gradevole da leggere al di là delle numero

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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