Festival Rendez-vous: “L’amour est un crime parfait”

Riemergiamo dal torpore invernale per continuare il discorso su libri e cinema e lo facciamo presentandovi, innanzitutto, le molte novità che porta questa primavera.

Il primo evento al quale abbiamo assistito, e che vi presentiamo, è il festival Rendez- Vous, appuntamento con il nuovo cinema francese che si  svolge in tutta Italia dal 2 Aprile al 10 Maggio 2014 (link).

Abbiamo assistito alla prima proiezione torinese del festival con il film L’amour est un crime parfait.

Tuttavia, prima di passare al racconto del film ci piace annunciarvi che dal 30 aprile al 6 maggio 2014, sempre a Torino, si svolgerà la 29° edizione del TGLFF (Torino Gay & Lesbian Film Festival, www.tglff.it). Oggi, giovedì 17 aprile, in conferenza stampa verrà presentato il programma ufficiale ma già sappiamo, da qualche indiscrezione, che ci saranno molti film che seguiremo per questa rubrica.

Tornando al cinema francese il film L’amour est un crime parfait è un triller di ambientazione alpina, realizzato da Jean Marie e Arnaud Larrieu, tra le montagne svizzere. Tratto dal romanzo di Philippe Djian “Incidences”, edito da Gallimard nel 2010 e pubblicato in Italia da Voland nel 2011 con il titolo “Incidenze”.

 

Il film, che pur ha ricevuto pareri discordanti dai principali quotidiani francesi, ci stupisce per la forza e la semplicità dell’orrore che rivela. Il protagonista è Marc, un insegnante  cinquantenne dell’Università di Losanna, il quale, deluso dalla sua carriera come autore, vive isolato in uno chalet di montagna con la sorella Marianne, bibliotecaria presso la stessa Università. Marc, insoddisfatto del lavoro e della sua vita, intrattiene rapporti amorosi con alcune sue studentesse, ma sarà proprio durante uno di questi incontri che comincerà la tragedia. Barbara, giovane studentessa, dopo una notte d’amore con il professore scompare. Inizierà a cercarla Anne, nuova avvenente moglie del papà di Barbara, del quale Marc si innamorerà perdutamente.

La vicenda scorre veloce, l’epilogo è del tutto inaspettato e la fotografia è mozzafiato; ma ciò che ci colpisce di più sono quei “vuoti” che Marc ha nel corso della sua vita. Questo ci  spinge ad interrogarci sul nostro inconscio e sulla banalità del male; in quanto, come affermò Hanna Arendt, in un contesto del tutto differente: “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”. 

Jean Marie Larrieu dichiara: “La lettura del romanzo, appena dopo l’uscita del nostro film precedente, Les derniers jours du monde, ha immediatamente cristallizzato la nostra voglia: i personaggi esistevano, c’era una storia potente, degli elementi come la presenza forte della natura“. Arnaud continua: “Il laboratorio di lettura, l’università, il personaggio dell’intellettuale… più o meno criminale.”JM : “Incontrando Philippe Djian,abbiamo avuto la conferma che il romanzo era ambientato in Svizzera. L’abbiamo interpretato come un segno, infatti all’epoca di Peindre ou faire l’amour (2005) ci eravamo detti “Un giorno gireremo un giallo in Svizzera“. 

Il film tiene lo spettatore incollato allo schermo e non ci resta che consigliarvi la lettura del romanzo che lascerà à bout de souffle i più appassionati amanti del genere giallo.

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