Sala stracolma di fans e accanite lettrici quella di Villa Recalcati a Varese, luogo in cui nell’ambito del Festival del Racconto 2012 si è tenuta la bella chiacchierata con la regina indiscussa della narrativa al femminile, Sveva Casati Modignani. Ad intervistarla un graditissimo ospite d’eccezione, Andrea Vitali, il più celebre medico-scrittore italiano. L’elegante autrice, che con il suo lavoro ha conquistata un fedele e attento pubblico di lettori e soprattutto lettrici, ha avuto l’occasione di presentare gli ultimi due successi editoriali che la vedono coinvolta: “Leonie” e “Il diavolo e la rossumata”.
Il primo è un classico romanzo nello stile Casati Modignani, una storia d’amore appassionante e coinvolgente, frutto di una vicenda vera raccontata all’autrice stessa qualche anno fa. “Ero ad un happening in un famoso studio legale romano, ad un certo punto un uomo mi si avvicina, mi chiede conferma della mia identità e mi dice: io ho un’amante!” rivela la scrittrice “io ho pensato “sai quanti?!”, prosegue nel raccontare e mi rende partecipe della sua singolare esperienza: il 22 dicembre di ogni anno da 28 anni lui vedeva una donna, la sua amante. I due erano entrambi sposati e non possedevano i contatti l’uno dell’altra, avevano solo un appuntamento annuale fisso in cui speravano solo di rivedersi, da questa bella ed emozionante storia nasce Leonie“. La narratrice ha naturalmente cambiato nomi e vicende ma il presupposto del suo romanzo è proprio questa singolare esperienza. Anche i luoghi sono stati reinventati, invadendo così il territorio del lago di Como tipico di Vitali. Come molti suoi personaggi, continua la romanziera “pensano con la mia testa e parlano con le mie parole, così è Leonie, donna forte e determinata ma anche con una disperata voglia di mamma. Lei pensava che il mondo fosse come un bel frutto da gustare subito”.
“Il diavolo e la rossumata” è una nuova sfida per Sveva Casati Modignani, infatti in questo libro scava tra i suoi personali ricordi raccontando la sua infanzia in tempo di guerra e, nonostante non vi fosse molto cibo a disposizione, la nonna e la madre cercavano di non far mai mancare il mangiare dai piatti dei familiari. “Erano molto avare in abbracci e manifestazioni affettive le donne della mia famiglia, ma io sapevo che prepararci da mangiare o cucirci un vestito era il loro modo di farci sentire amate” prosegue “non era facile la vita di quei tempi”. L’elemento che rende più prezioso questo ultimo lavoro sono senz’altro le ricette, la scrittrice milanese fa rivivere piatti poveri e semplici ma molto gustosi, proprio quelle pietanze che le preparavano da bambina. Molto curioso è sicuramente il titolo “Il diavolo e la rossumata”, e a tal proposito dice “sono quasi sicura che i miei nonni credessero al diavolo. Dopo avermi dato la rossumata (sorta di zabaione fatto con il Barbera di cui si trova la ricetta nella raccolta) io mi sentivo ebbra ed ero felice e ridevo, ridevo molto, non stavo ferma così i miei nonni pensavano avessi in corpo il diavolo e mi portavano dal prete”.
Concludendo Sveva Casati Modignani rivela “sono molto fortunata, faccio un lavoro straordinario. Ho il privilegio di tradurre su carta le idee che mi passano per la testa. Perchè pensiamoci, alla fine è questo che fa uno scrittore”.