Estelle Laure – La notte che ho dipinto il cielo

Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: DeAgostini
Genere: Romanzo
Traduttore: Giovanna Scocchera
Pagine: 278
Prezzo: 14,90

A diciassette anni il mondo dovrebbe sembrare leggero, sospeso. Gli unici pensieri dovrebbero essere la scuola, gli hobby, i primi fidanzatini. Questo in una realtà normale, in una famiglia normale. Non è così per Lucille, la coraggiosa protagonista de La notte che ho dipinto il cielo. Le large spalle di Tigerlily – questo il soprannome con cui il padre la chiama – si fanno carico di mille problemi: la madre che è partita e ha abbandonato lei e la sorellina Wren a loro stesse, il padre in manicomio, la scuola e un nuovo lavoro da portare avanti. E poi c’è lui, l’amore, Digby. Digby è il fratello gemello di Eden, la migliore amica di Lucille. E la fortuna vuole che sia pure fidanzato. In tutto questo il mantra che torna costante nella storia è uno: la fiducia.

“Fiducia. Cosa significa veramente? Quando ti fidi di qualcuno è come consegnargli il coltello con cui poterti pugnalare.” (pag.35)

E nel corso del romanzo Lucille viene più volte pugnalata. Dalla madre, che aveva promesso di tornare presto e di farsi sentire e invece sparisce nel nulla, costringendo la giovane a dividersi fra la scuola e il lavoro al Fred’s che serve per pagare le bollette. Pugnalata dal padre, che non riesce a risolvere i suoi problemi mentali. Metaforicamente pugnalata anche da Eden, che una fredda notte d’inverno scivola su una lastra di ghiaccio e finisce in coma. E infine pugnalata dall’amore della sua vita, che non è in grado di decidere da che parte stare. Lucille viene pugnalata, pugnalata dalla cruda realtà della vita. Ma nonostante tutto ciò riesce a rimanere salda nella sua forza interiore. E alla fine sarà la vita stessa, che più volte ha cercato di toglierle le speranze, a ripagarla come merita.

“Sono un mostro sputafuoco e non mi lascerò sconfiggere. Mi sono davvero tuffata in un fiume gelato per tirare fuori Eden. Non potrei mai abbandonare Wren, e se papà dovesse impazzire un’altra volta, giuro che gli darò fuoco con le fiamme di drago. Resterò ben salda con i piedi per terra perchè so che posso farcela.” (pag.272-273)

La bravura della Laure, presente al Festival di Ragusa A tutto volume – libri in festa a Ragusa, sta proprio qui: nel mettere in scena il personaggio di una giovane donna coraggiosa, che di fronte alle avversità della vita e della sorte non demorde e che può diventare un valido esempio per le generazioni di oggi. La notte che ho dipinto il cielo è un romanzo intenso, profondo e toccante. Lo stile scorrevole e i flashback inseriti in maniera non eccessiva facilitano la lettura. E poi il tema dell’amore, del primo amore in particolare, fa si che tutti possano almeno in parte rispecchiarsi nel personaggio di Lucille. Perché se c’è l’amore si può vincere qualsiasi avversità, sempre.

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