Autore: McEwan Ian
Data di pubbl.: 2003
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Romanzo
Prezzo: 13
“Un amore proibito, una lettera segreta, l’immaginazione di una bambina, un’accusa falsa… allontanati da un tradimento, separati dalla guerra, legati dall’amore…”
Caldo pomeriggio dell’estate afosa del 1935, campagna non lontano da Londra: c’è fermento in casa Tallis, luogo in cui si concentrano le vicende di diversi personaggi. Il fratello maggiore Leon è atteso per cena insieme all’amico signor Marshall, industriale del cioccolato; i cugini del Nord sono appena arrivati ma vorrebbero già tornare a casa; Cecilia è strana, sospesa tra la voglia di fuga e il senso di dovere nei confronti della famiglia e poi non riesce a non essere indispettita da Robbie “Era quella la piega che avevano preso ultimamente le loro conversazioni; uno dei due si sentiva sempre in torto e tentava di rimangiarsi l’ultima cosa detta”; Emily, la madre, è chiusa nella sua stanza a combattere contro l’emicrania; Jack, il padre, è come sempre bloccato da improrogabili affari al Ministero; Robbie fantastica sul suo futuro di medico mentre sistema il giardino della villa e cerca di non pensare allo strano comportamento di Cee alla fontana; Briony ha appena finito la stesura definitiva delle “Disavventure di Arabella” e non vede l’ora di costringere i cugini a recitarla. Briony ha sempre avuto una fervida immaginazione e il pallino della scrittura, fin da piccola amava scrivere storie, ma adesso, a 13 anni, era giunto secondo lei il momento di cimentarsi con il teatro…un giorno il mondo l’avrebbe celebrata come una tra le più grandi scrittrici inglesi! Qualcosa però la turba: i gemelli, suoi cugini, non vogliono recitare e peggio ancora sua cugina Lola le soffia il ruolo da protagonista nella sua stessa tragedia. “Il suo vittimismo esigeva la massima attenzione, e soltanto in solitudine sarebbe riuscita a respirare lo strazio di ogni dettaglio dell’esistenza”. Da questo momento in poi la giornata di Briony si farà sempre più sconcertante e la sua fantasia, unita alla sua inesperienza del mondo adulto e dell’amore la trascineranno in un vortice di pensieri che la condurranno a commettere un orribile crimine sul far della sera.
Ian McEwan confeziona un romanzo diviso in tre parti, tre atti teatrali. Nel primo impariamo a conoscere i personaggi; attraverso i loro pensieri e le loro riflessioni ci inducono a pensare come loro, a vedere e interpretare gesti e situazioni come loro. In questa prima parte, in un’unica interminabile giornata, accadono i fatti da cui prende il via l’intreccio del romanzo. La seconda parte è ambientata in Francia, durante la Seconda Guerra Mondiale: Robbie è un soldato, si è arruolato nell’esercito per farsi scontare qualche anno di galera. La guerra, l’amore per Cecilia (“Torna indietro. Torna da me”) e i ricordi di quella maledetta giornata estiva del ’35 tormentano i suoi sogni e non gli danno pace, mentre batte la ritirata verso Dunkerque. Nel terzo atto torniamo a Londra: Briony è tirocinante al St Thomas Hospital, anche lei è tormentata dai ricordi di quella sera: il senso di colpa e la certezza di esser stata ingenua non la fanno dormire e quando non dorme nella sua testa ricordi, realtà e fantasia si intrecciano.
Alla fine dei tre atti il lettore è sbalzato fuori dalla storia, siamo nel 1999, e siamo di fronte al narratore di tutta la vicenda che ci racconta il perché del libro…la scrittura come espiazione ultima di una colpa mai confessata e mai perdonata. “Ma quando la sera, in camicia da notte, sostava a guardare oltre il fiume verso la città oscurata, le tornava in mente l’inquietudine che aveva invaso strade e corsie d’ospedale e che assomigliava al buio stesso”.
Il romanzo è quasi pirandelliano nel suo sottolineare come uno stesso gesto possa contenere più di una verità “…sentiva che avrebbe potuto narrare una scena come quella della fontana, inserendovi anche il personaggio dell’osservatore nascosto, vale a dire il suo. […] Poteva riscrivere la stessa scena tre volte, da altrettanti punti diversi…” ma il vero punto centrale è la scrittura che con la sua forza ha la capacità di estraniare dal mondo, di creare storie alternative, di dare vita a personaggi altrimenti destinati alla morte. I temi trattati sono tanti: la verità, l’amore travolgente che si rafforza con la lontananza, la perdita dell’innocenza fisica e mentale, l’elaborazione della colpa, la guerra…insomma, diverse note ben dirette dall’autore.
Nel 2007 Joe Wright dirige il film omonimo con Keira Knightley nei panni di Cecilia, James McAvoy un Robbie decisamente azzeccato, Saoirse Ronan, Romola Garai e Vanessa Redgrave perfette e continuative nelle vesti di Briony nelle tre diverse età. Il film ha vinto l’Oscar per la miglior colonna sonora dell’italiano Dario Marianelli ed è stato candidato in varie categorie per i principali premi dedicati al mondo cinematografico (tra cui miglior film agli Oscar).
La pellicola è molto fedele al libro soprattutto per ambientazioni, atmosfere e dialoghi, forte e “turbante” come la storia; uno dei punti di forza è sicuramente lo splendido vestito verde indossato da Cecilia durante “l’ultima cena” prima della tempesta, che ha contribuito a far guadagnare allacostumista Jaqueline Durran la nomination all’oscar per i migliori costumi ed è inserito nella top 10 degli abiti più belli visti al cinema, dopo il tubino nero di Audrey Hepburn in colazione da Tiffany, l’abito bianco di Marilyn Monroe in quando la moglie è in vacanza e il vestito bianco e verde di Vivien Leigh in via col vento.