E’ morto lo scrittore e maestro Marcello D’Orta, autore di Io speriamo che me la cavo

Si è spento ieri 19 novembre, a Napoli, Marcello D’Orta, 60 anni. Malato da tempo, era divenuto famoso grazie al bestseller Io speriamo che me la cavo (1990), da cui nel 1992 venne tratto il film omonimo diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo villaggio e nel 2007  una commedia musicale con Maurizio Casagrande e le musiche di  Enzo Gragnaniello. Attualmente Marcello D’Orta era impegnato nella stesura di un libro sulla vita di Gesù.

I funerali si terranno oggi, 20 novembre, nella Basilica di San Francesco di Paola a Napoli

Io speriamo che me la cavo raccoglie sessanta temi scritti dai ragazzi di una scuola di Arzano (Napoli) nei quali i bambini raccontavano storie di vita quotidiana con uno stile pieno di innocenza, ironia, dialettismi e innumerevoli errori grammaticali. I temi affrontati andavano dalla camorra al contrabbando, dalla prostituzione alle gravidanze inaspettate. Il libro ha venduto più di due milioni di copie.

Nato nel 1953  in una casa di Vico Limoncello, nel Centro antico, in una famiglia di dieci persone, è stato per quindici anni maestro nelle scuole elementari, lavoro abbandonato a seguito del suo impegno come scrittore.  Rimase tuttavia legato al mondo scolastico, in quanto, come affermava , “Se lo si è fatto con passione, maestro si rimane per tutta la vita”.

Tra le sue opere ricordiamo Dio ci ha creato gratis, Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso, Il maestro sgarrupato, Maradona è meglio ‘e Pele’, Storia semiseria del mondo, Nessun porco è signorina, All’apparir del vero, il mistero della conversione e della morte di Giacomo Leopardi, Aboliamo la scuola e  molti altri. Fu inoltre collaboratore di diversi quotidiani, le sue opere sono state tradotte in numerosi Paesi.

Circa un anno e mezzo fa dichiarò pubblicamente di essere malato di cancro e di stare combattendo contro la malattia anche attraverso la scrittura, cui si sarebbe dedicato fino alla fine.

La notizia della scomparsa è stata data dal figlio, padre Giacomo, sacerdote della congregazione religiosa dei Minimi di San Francesco di Paola.

 

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