Autore: Limone Loredana
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Salani editore
Genere: Romanzo
Pagine: 382
Prezzo: 14,90
C’è un gran fermento a Borgo Propizio: per inaugurare la nuova biblioteca civica, l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare qualcosa di speciale, un festival letterario. Un evento del genere, capace di richiamare i turisti tra le viuzze del borgo medievale e di rilanciare un’economia un po’sonnacchiosa, scombussola le giornate dei numerosi abitanti. Zia Letizia e la nipote Belinda si danno da fare per rendere ancora più accogliente la latteria che gestiscono con zelo e fantasia, Marietta pensa di rilanciare il suo negozio di abbigliamento, mentre la sorella Mariolina decide di studiare per il concorso da bibliotecaria: essere una donna sposata è bello, ma le manca quell’indipendenza che solo il lavoro ti sa dare… Ornella, invece, di lavoro da fare ne ha parecchio, dal momento che è proprio lei a ricevere l’incarico di organizzare il festival letterario! Mentre cerca di ingaggiare un ospite di grido per l’evento, si imbatte nel celebre e controverso scrittore Rocco Rubino, un uomo affascinante ma con qualcosa di misterioso. E se quello che nasconde Rubino avesse a che fare con il passato di Antonia, la bella forestiera che è arrivata a Borgo Propizio per rifarsi una vita? Chi può saperne qualcosa? Forse Dora, la giornalaia pettegola, o il maresciallo Saltalamacchia, anch’ egli scrittore…
Vivace, divertente e allegro: il romanzo di Loredana Limone ricorda proprio l’animato chiacchiericcio di un paesino di provincia, accogliente e raccolto, in cui, volente o nolente, ci si conosce tutti. E facile immaginarsi di camminare tra le vie di Borgo Propizio, che sembra così simile a uno di quegli incantevoli paesini medievali che costellano il centro Italia: i colori caldi e avvolgenti, i palazzi in pietra, le strade in salita, la piazza, la chiesa…ecco che vediamo l’edicola del paese, dove l’acquisto del giornale è il pretesto per un aggiornamento sugli ultimi pettegolezzi; la latteria che è un punto di ritrovo per un delizioso cappuccino e qualche chiacchiera; il ristorantino con pochi coperti ma i piatti deliziosi; la biblioteca che non è solo un luogo di studio e lettura, ma anche di socializzazione. “Borgo Propizio esercitava una malia arcana, che forse si sprigionava dall’ aria resa trasparente dalla brezza di pendio, o che sgattaiolava dal grigio delle pietre immortali delle case, dalle ambagi delle viuzze senza tempo. O addirittura dai fugaci movimenti delle tendine di pizzo bianco, inamidate, dietro cui occhi attenti frugavano fuori, menti scaltre congetturavano sui perché e i percome, parole appassionate rimbalzavano di bocca in bocca con i necessari ricami, così che ogni fatto, ogni avvenimento, divenisse uno sceneggiato o una spy story.” (p. 301)
E che dire dei Propiziesi? Simpatici, divertenti, pettegoli e realistici, i personaggi che popolano il romanzo sono proprio come le persone comuni che incontri ogni giorno: Belinda è la ragazza più carina del paese, Dora l’edicolante chiacchierona, Marietta la signora un po’attempata ma ancora piacente che non si è sposata, ma nella vita non si sa mai. Loredana Limone sa donare ai personaggi un livello di credibilità e di familiarità che inducono a percepire Borgo Propizio e tutti i suoi abitanti come una realtà possibile, come delle persone reali alle prese con i propri problemi, con qualche dolore da superare, con gli amori e i sogni in cui investire, persone con le quali entriamo subito in sintonia grazie allo stile frizzante e divertente dell’autrice.
Un romanzo leggero, ma non per questo banale, anzi godibile e vivace, scritto con spigliatezza e semplicità: tra divertimento e immedesimazione nelle vite dei protagonisti, la lettura scorre con allegria e trasporto.