Autore: Dunn Nell
Casa Editrice: Sonzogno
Genere: Romanzo
Traduttore: Marinella Magrì
Pagine: 126
Prezzo: 15,00
E’ uscito in Italia nel mese di settembre, edito da Sonzogno, rivalutato dalla collana Bittersweet a cura di Irene Bignardi, E’ la vita, Joy, il romanzo della scrittrice inglese Nell Dunn, che fu pubblicato per la prima volta nel 1967. Allora le avventure o meglio le disavventure di Joy, giovane madre della working class londinese, destarono molto scalpore spiazzando la borghesia benpensante e crearono scandalo.
La storia, ambientata nella Londra degli anni Sessanta, parla della giovanissima Joy, 22 anni, sposata con un rapinatore professionista da cui ha avuto un figlio. Piacevole nell’aspetto, porta una finta coda di cavallo bionda che le scende lungo la spalla, ha il corpo esile ma i seni grossi. Non esce mai di casa senza le ciglia finte e i riccioli alla Cleopatra. A vederla passeggiare per strada, con quelle lunghe gambe magre su scarpe di camoscio dai tacchi alti, a scherzare con le amiche, non si direbbe che la sua sia una vita di stenti e costellata dai guai. Joy è una donna che tira a campare, terrorizzata dall’idea di rimanere sola e di non riuscire a provvedere al piccolo Jonny. Ma Joy sola ci rimane per davvero perché il marito Tom viene arrestato e finisce in carcere. Durante la sua detenzione conosce Dave. Anch’egli è un poco di buono ma più affettuoso e divertente del marito, tanto da farla sentire una regina anche quando sono soli in casa ad ascoltare le hit preferite alla radio. Purtroppo anche Dave si fa “beccare” e finisce in gattabuia dove dovrà scontare 12 anni di reclusione.
Sola e senza un soldo, la donna prova a reinventarsi, ma purtroppo il suo destino è segnato“Non voglio restare con un pugno di mosche in mano. Devo avere qualcosa. Il piccolo Jonny. Voglio che lui abbia tutto. Voglio qualcuno che mi ami davvero, e che ami il piccolo Jonny. Ma questa cosa non è possibile, gli uomini sono senza cuore.” Unica risorsa è il suo bel corpo e non si fa scrupolo di usarlo per mantenere se stessa e il figlio. Cura il proprio look, si trucca, indossa bei vestiti così trova lavoro prima come barista e poi come modella. Vuole cambiare ed emanciparsi e s’impegna nel perseguire questi obiettivi; vuole studiare e imparare a guidare e sogna un futuro a colori per il suo figlioletto. Ma ci sono i conti da pagare e Jonny da crescere, così deve arrangiarsi da sola tra lavoretti precari e storie di una notte. Ma Joy non intende rassegnarsi. Sogna ad occhi aperti, compie scelte difficili e discutibili. “Nessuno può prendermi i miei sogni…se mi ci metto d’impegno. Se mi ci metto sul serio da qualche parte ci arrivo” (pag.89). Il suo è il ritratto di una ragazza che non si arrende mai.
Nell Dunn ci racconta la storia di questa ragazza, confusionaria e persa in un sogno romantico, folle, senza logica. Tuttavia, benchè abbia una vita spregiudicata Joy è una vittima, del suo tempo, della società e del mondo maschile che la opprime. Tema centrale del romanzo è l’amore materno. Joy ama il figlio di un amore profondo, smisurato, viscerale e scopo fondamentale della sua vita è prendersene cura e proteggerlo. Per il figlio farebbe qualsiasi cosa, si priverebbe di tutto, perché in fondo ci sono sempre stati solo loro due. Ma non rinnega la passione e vive il sesso liberamente, senza sensi di colpa o falsi perbenismi. E se proprio la vita vuole umiliarla, allora è decisa almeno a guadagnarci qualcosa. Purtroppo quando il marito, da cui intendeva divorziare, esce dal carcere lei non ce la fa ad opporsi e torna a vivere con lui. E’ la sconfitta. Eppure volutamente l’autrice fa sì che la sua protagonista affronti tutto con incoscienza, tanto da lasciare la narrazione a livello di commedia, senza che mai si trasformi in tragedia.
Il racconto procede alternando la terza alla prima persona, ovvero la voce del narratore a quella della stessa Joy. Nell Dunn è stata magistralmente abile nel descrivere quel mondo, senza cultura e senza morale. Joy non è una donna istruita e non ha padronanza della lingua, in particolare quella scritta, e quando decide di inviare lettere al suo amato Dave in carcere per giurargli eterno amore e promettergli che lo aspetterà sempre, troviamo un concentrato di sgrammaticature e uno slang che donano veridicità alla storia. L’intero romanzo è caratterizzato da uno stile semplice e diretto. La lettura è particolarmente interessante anche per l’affresco ironico della Londra degli anni ’60. Una commedia amara, una storia di miseria e solitudine, sentimentale ma a tratti anche divertente. E’ la vita, Joy propone ai lettori uno spaccato struggente, che graffia e fa riflettere.