Cortina di pioggia – Tew Bunnang

Titolo: Cortina di pioggia
Autore: Tew Bunnang
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Metropoli d'Asia
Genere: letteratura contemporanea
Traduttore: Martignoni M.
Pagine: 184
Prezzo: 14.50 €

Ammetto che è difficile approcciarsi a una letteratura per me sconosciuta come quella thailandese. Soprattutto se l’opera che ho davanti si presta a un’analisi di insieme che oltre al puro piacere della scoperta, solletica legittime domande che meritano una risposta. Ma per rispondere ai dubbi c’è sempre tempo.

Cortina di pioggia di Tew Bunnang, quindi, pone dei quesiti. In meno di 190 pagine ci imbattiamo in quel conflitto tra occidente e oriente che chi ha studiato un po’ di storia conosce bene. Che ci sia una parte dell’Asia che esalta la cultura europea a dispetto della propria è cosa assai nota.

Dall’altra, tra le pagine di quest’opera, non mancano anche i riferimenti alla cultura millenaria di questi luoghi. Ma c’è anche una sibillina critica alla globalizzazione e alla promiscuità dei costumi che rendono le società asiatiche luogo privilegiato per lo studio di quei conflitti interiori che nascono, per forza di cose, dall’incontro-scontro tra culture opposte.

In sé la trama del romanzo è lineare. Uno scrittore di Bangkok, Tarrin Wandee, è in contatto con Clare, dipendente di una casa editrice londinese. Dalla corrispondenza tra i due nasce un’amicizia confidenziale che apre nuovi spiragli nella vita della donna londinese. Clare, infatti, trova nei racconti di Tarrin alcuni riferimenti al suo passato. La storia è ambientata nel 2005, pochi giorni dopo il violento tsunami del dicembre 2004 che sconvolse le coste asiatiche.

Ma al centro del libro c’è una disamina cinica della Thailandia. Terra, come detto, ricca di storia e di tradizioni ma anche nazione del divertimento sessuale, dell’ipocrisia politica. Teatro di una guerra tra ricchi e poveri che proprio a Bangkok trova il suo palcoscenico privilegiato. Una emancipazione malata in cui echi progressisti e senso di rivalsa, nazionalista e tradizionalista, si scontrano.

Insomma siamo davanti a un’opera che dobbiamo leggere senza pregiudizio e un po’ fuori dai canoni occidentali. Siamo in presenza della letteratura post modernista che sente molto l’influsso delle correnti europee ma in cui possiamo anche gustare quel sapore d’Asia che sempre ci ammalia.

Il merito di Bunnag è sicuramente quello di abbattere le differenze, tant’è che scorrendo le pagine dell’opera faremo caso a quei sentimenti universali, tipici dell’uomo. Un romanzo insomma cosmopolita, scritto in maniera impeccabile. Nonostante la tragedia sia protagonista del romanzo, a vincere è l’universalità dei sentimenti. L’incontro e la riappacificazione tra due mondi.

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Martino Ciano

Classe 1982, vive a Tortora, comune della provincia di Cosenza. Promesso ragioniere, lascia la partita doppia per la letteratura, la poesia, la musica e il giornalismo. Si laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Attualmente è corrispondente per l’emettente televisiva Rete 3 Digiesse. Nel 2011, l’incontro con Gli amanti dei libri, per cui cura la rubrica Amabili letture. Collabora anche con le riviste letterarie Euterpe, Satisfiction e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Ama scrivere racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati su siti e riviste on-line. Tra questi, La logica del difetto è nel catalogo dalla Bla - Bookmark Literary Agency di Paolo Melissi. La sua pagina personale facebook è Dispersioni 82. AMABILI LETTURE: I libri che mi piacciono, i classici che mi hanno formato, il profumo delle parole che mi hanno riempito l’anima. Sono un lettore anarchico, che si sposta da un genere all’altro con il solo obiettivo di saziare le mie curiosità. Voglio condividere con voi le mie impressioni sulle opere che mi hanno reso un divoratore di parole. In questo spazio verrà data voce agli esordienti, agli autori dimenticati, ai poeti, ai sognatori, agli irregolari. La letteratura è arte e scrivere d’arte è il mestiere più bello del mondo.

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