Convito delle stagioni – Antonio Prete

Titolo: Convito delle stagioni
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 131
Prezzo: € 12,00

Per Antonio Prete la poesia è quella dolce ossessione del nome, conoscenza e insieme, angustia per le ferite del mondo, fuoco per ognuno.

In Convito delle stagioni ancora una volta viene fuori il poeta meridiano che con l’incanto delle parole squarcia il velo delle tenebre.

La natura e il tempo nella lettura del tempo che scorre e Prete da poeta del Sud scrive sul suo quaderno per raccontare quello che accade nel labirinto del tempo sospeso.

Una poesia di luce e di ombra, intensa e suggestiva con una parola che veleggia sempre nel pensiero.

Il pensiero poetante di Antonio Prete legge le cose del mondo, si appella al ciclo delle stagione per comprendere l’essenza delle cose.

Il poeta cammina insieme alle sue parole, sente il senso del creato, annusa il tempo, scava in ogni singola sillaba di un discorso naturale.

«Le parole camminano con noi. / Hanno nel suono il segno degli inverni. / Ogni autunno continua a dispogliarle / nella gloria».

Nella poesia di Prete c’è il mondo. Il poeta ne osserva ogni dettaglio e scrive versi per raccontare il creato nell’accadere.

La poesia abita nella lingua e le sue parole nascono da un silenzio che segna il passo.

Un silenzio fatto di cose da annotare sul taccuino della vita dove la luce e l’ombra si giocano sempre la partita.

Nella sezione Lezione di tenebre Prete scrive che nel principio c’è sempre l’infinito. L’infinito che è di là dal principio. Nel principio il respiro della luce e della pietra, Dell’albero e dell’animale.

L’infinito di Prete è lo stesso infinito dell’amato Leopardi. Nella poesia di Convito delle stagioni il pensiero poetante incontra il pensiero meridiano e il poeta in cammino con le parole viaggia nella terra della notte e della luce, prende tra le mani il mondo in cui vive, cerca un bagliore nel buio, non ignora il potere delle tenebre e tende sempre a un infinito dove scorge un tempo che è battito cardiaco, ruga sulla pelle, ricordo d’infanzia.

«Ma anche questo tempo, a osservarlo da vicino, si mostrava su un fondo scuro: enigma che divorava ogni idea di tempo».

Convito delle stagioni si legge come un prezioso libro d’ore e il poeta nel silenzio della contemplazione trova la sua lingua immanente, devota alle parole.

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