
Autore: Massimo Lorito
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Lepisma
Genere: Narrativa
Pagine: 220
Prezzo: 15 €
L’esordio letterario di Massimo Lorito profuma di semplicità, una qualità che si riscontra ormai raramente nella narrativa odierna. A una prosa telegrafica, l’autore calabrese preferisce una scrittura intimista, dolce e ricercata. Una scelta coraggiosa, se pensiamo agli standard richiesti dalle case editrici, ma che rende originale questo libro fin dalla prima pagina.
Sebbene sia un romanzo con una ambientazione metropolitana, Lorito ha voluto descriverci il tutto con il linguaggio della malinconia, dello stupore e dello spaesamento. Roma, la città in cui il protagonista approda per iniziare la sua carriera da giornalista, è un teatro decadente che inghiotte, mastica e digerisce l’individuo.
Riuscirà questo giovane di belle speranze, proveniente da una piccola realtà di provincia, a contrastare questo processo di cambiamento? La risposta è logicamente tra le pagine del romanzo, ma non pensate che sia scontata; anzi, il libro di Lorito ha i suoi colpi di scena e, soprattutto, approfondisce alcune tematiche molto attuali, quali, l’evoluzione del giornalismo, dei rapporti umani e il costante degrado delle nostre metropoli.
Eppure, c’è qualcosa di mistico nel romanzo di Lorito. Infatti, Con molta calma ha quasi il sapore di una liturgia in cui si celebra quell’intimo senso di spaesamento che è insito nell’uomo. Straniero è il senso del mondo, diceva Camus. Di qui, la scelta di uno stile descrittivo, a tratti quasi ottocentesco, che però non diventa mai ampolloso. È come se l’autore calabrese avesse voluto onorare questo stile così legato a un sentimentalismo che non abbiamo più il coraggio di ripercorrere, che abbiamo fin troppo deriso. E si badi bene, per sentimentalismo intendiamo “che alcune emozioni siano comuni a tutte le persone”.
In questo modo, ogni sentimento, buono o cattivo che sia, non è mai isolato da tutti gli altri, ma movimenta un intero corpus che ridona “umanità” ai personaggi di questo romanzo. Mino, Tea, Crano, giusto per citare alcuni di loro, non sono solo comparse, ma spaesati compagni di viaggio del protagonista, che vengono scrutati con occhio kafkiano.
Altro punto a favore, Lorito ha adottato un linguaggio scorrevole. L’autore ama descrivere; preferisce approfondire con concretezza; abolisce ogni elucubrazione metafisica che possa rallentare la lettura. Come suggerisce il titolo, questo libro va letto “Con molta calma”; e proprio in questa frase, sussurrata profeticamente da un barbone, sul tram n.4 che il protagonista prende ogni giorno per raggiungere la redazione giornalistica nella quale lavora, si nasconde il significato del romanzo.