
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 383
Prezzo: € 18,00
Vittorio Contrada – Controvento per gli amici perché è un bastian contrario – è diventato un avvocato dedito all’ecologia, ai diritti umani e degli animali, insomma, al bene dell’umanità. Un tempo, insieme al padre Aurelio, avvocato anche lui – un vero squalo -, si occupava di ben altro. Ha una socia, Gloria Almariva e uno studio dall’esotico nome di Contrada-Almariva-Fuentes – ma l’ultimo cognome è di sua invenzione. Lo incontriamo, all’inizio di questo giallo complesso, ma realistico, in una situazione assai difficile che non anticipiamo per non sciupare la sorpresa ai lettori. Facciamo invece, con l’autore, un passo indietro e seguiamo Vittorio in una visita ai genitori nella splendida villa sul lago Maggiore. Ci è arrivato con la Jaguar XJC del 1976 di suo padre appena riconvertita, per coerenza, in versione elettrica. E ci è arrivato da Milano via strade provinciali e statali perché Vittorio aborre le autostrade – capiremo poi perché. Sua madre, la Contessa Oleandra Galimberti, sta andando via con la testa, mentre suo padre, a seguito di un tentato suicidio archiviato come incidente domestico, è ridotto a una larva su una sedia a rotelle. E per quanto Vittorio possa amare sua madre, il disprezzo per il padre è lampante. Intanto a Milano la socia Gloria riceve in studio, in una serata di pioggia, la visita di Valerio Del Zotto, un tempo geniale nonché facoltoso cliente e amico di Vittorio, ora sul lastrico, che le affida una valigetta per Vittorio. Il giorno dopo Vittorio viene avvertito dall’ispettore Grimaldi che il suo studio è stato devastato. Sembra che nulla sia stato rubato, ma sotto una scrivania appare un’orecchia di cane mozzata. Un’avvertimento mafioso, come suggerisce Ciuffo, l’investigatore privato di cui lo studio si serve. Forse una minaccia per una delle cause che lo studio sta seguendo? O i ladri cercavano la valigetta di Del Zotto che Gloria ha fortunatamente portato via con sé? Intanto arriva la notizia che Del Zotto è morto sotto un tram. Suicidio o omicidio? La lettura dei documenti contenuti nella valigetta apre nuovi scenari mettendo a repentaglio la vita di Vittorio e conduce lui e Gloria in Friuli, località Plaseris. Qui vengono accolti dalla giovane Alina Zuliani e da suo padre Ansaldo e coinvolti nelle azioni degli ambientalisti locali in lotta contro una gigantesca opera idraulica che sta prosciugando il Tagliamento. A capo dell’operazione il governo cinese insieme al governo italiano per il progetto, di cui da tempo si parla, della nuova Via della Seta e una società del Lussemburgo, la Sogegram. Ma cosa e chi si nasconde davvero dietro queste entità? Quel è lo scopo verso cui tendono? Cosa sapeva Del Zotto e cosa scopriranno Vittorio e Gloria grazie alle ricerche di Ciuffo in Francia? Niente di rassicurante né per il futuro di Plaseris e neppure per il loro. Per non parlare delle innumerevoli sorprese, degli inganni e dei rischi che dovranno affrontare.
Tullio Avoledo alleggerisce una vicenda inquietante, ricca di addentellati con l’attualità, con una narrazione serrata e precisa e dialoghi scoppiettanti. Molte le storie collaterali che i lettori scopriranno leggendo il libro, ad esempio il passato di Vittorio e il suo odio per le autostrade, ma non solo. Resta una grande verità: nel futuro, la ricchezza non sarà il petrolio, ma l’acqua. E tutto ruota fin da ora intorno a questo.