Secondo il Rapporto Book Weekly Overview della GFK, la più grande società di rilevazione del mercato editoriale presente in Italia, il prezzo medio dei libri nel 2016 è più alto rispetto al 2015. È la prima volta che accade dal 2011, un’inversione di tendenza attuata per bilanciare probabilmente il calo delle vendite.
Da gennaio ad aprile in Italia sono stati venduti 5 milioni 411 mila libri singoli, mentre, nello stesso periodo, l’anno scorso erano stati 5 milioni 536 mila, cioè 125 mila di più – una differenza che proiettata sull’anno si traduce in quasi un milione di libri venduti in meno. Eppure i soldi incassati, al netto di sconti e promozioni, sono cresciuti di 2 milioni 437 mila euro nei primi quattro mesi, che nell’arco dell’anno diventeranno 3 milioni 701 mila euro.
L’unica spiegazione possibile è che gli editori stiano rispondendo al calo di vendite alzando i prezzi medi dei loro libri. Ogni libro in commercio in Italia costerebbe, mediamente, 0,73 centesimi in più.
Ciò che si evince è un mercato che fatica ancora a crescere in termini quantitativi, nonostante la lieve crescita dei titoli prodotti nell’ultimo anno, e che l’unica soluzione adottata al momento sembra essere l’aumento dei prezzi.