
Autore: Alessandro Seravalle
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: The Writer Edizioni
Genere: saggistica
Pagine: 122
Prezzo: € 18,00
Per entrare nella lucidità del pensiero di Emil Cioran bisogna accostarsi alle sue parole senza alcun pregiudizio, amare alla follia il suo gioco al massacro con le idee. Solo così si può scrivere di lui e del suo controverso e paradossale modo di porsi nei confronti dell’esistenza.
Alessandro Seravalle è un cioraniano doc. Al pensatore rumeno ha dedicato non solo la tesi di laurea ma la sua intera vita di studioso. Come pochi è entrato con i modi giusti nell’universo cioraniano, abbracciando senza alcuna riserva di Emil la sua incondizionata libertà di pensiero.
Questo lo dimostra Cioran verso la parola inzuppata di pensiero, il saggio che lo scrittore friulano ha dedicato al suo maestro.
In queste pagine troviamo il vero Cioran con il rapporto conflittuale che ha intrattenuto nella sua vita con le parole.
Egli ha cercato di tenderle, deformarle, renderle porose al fine di installare al loro interno, oltre che la propria anima, porzioni sempre più crescenti di silenzio.
Cioran per dare alla parola una volontà di potenza deflagrante ha sentito il bisogno di inzupparle di silenzio. Non possiamo comprendere Cioran senza il paradosso proprio per questo il suo rapporto con le parole è una cosa impossibile.
Alessandro Seravalle nel suo saggio si prefigge due obiettivi: esplorare con certa dovizia di dettagli gli aforismi che Cioran ha espressamente dedicato al silenzio e soffermarsi sullo stile e sull’anti- sistematicità del suo pensiero che ha avuto nel frammento la sua ragione di esprimersi e di esistere con un’autonomia concettuale tutta riconoscibile.
Seravalle (con una prosa che ha una spettacolarità filosofica) indaga il paradosso del silenzio nella parola dirompente dell’autore di Sillogismi dell’amarezza e di altri grandi libri, mettendo in evidenza lo stile del frammento e la dedizione assoluta al pensiero anti – sistematico (sempre in antitesi al pensiero sistematico che per lui è asfissia, tirannia, vicolo cieco). Tutto questo è l’unico modo che Cioran conosce per esprimersi.
Lo stile di Cioran, scrive Seravalle, è un riflesso della sua esigenza di dire l’indicibile, di dare voce al silenzio, di rappresentare in maniera concreta temi quali l’impossibilità, l’intrinseca proprietà terapeutica della scrittura, la necessità di dare una forma all’informe silenzioso e il legame con la propria fisiologia.
Quando Cioran scrive: «Il frammento è il mio modo di esprimermi, di essere. Sono nato per il frammento», da scrittore e pensatore ci sta dicendo che il suo stile è lo specchio di un pensiero discontinuo, il riflesso di una vita andata in frantumi.
Il frammento è, dunque, lo stile di Emil Cioran e per lui scrivere significa dichiarare che qualcosa non va nei rapporti con l’essere.
Nel suo stile caustico, provando orrore per il pensiero coerente e sistematico perché si tratta di qualcosa di troppo lontano dal caos imminente di una caduta dal tempo e dal sangue, Cioran mette in atto il tentativo di cercare di dire con parole ciò che le parole non possono dire.
La sua parola incendiaria dice il silenzio: l’unica cosa che si può fare è inzuppare di silenzio le proprie parole se si vuole donare una voce alla coscienza.
Seravalle nel suo saggio coglie una caratteristica importante del pensiero di Cioran. La sua dimensione paradossale grazie alla quale non oggi che lo amiamo, apprezziamo la sua immensa grandezza.