Chi perde paga – Stephen King

Titolo: Chi perde paga
Autore: King Stephen
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Genere: thriller
Traduttore: Giovanni Arduino
Pagine: 480
Prezzo: 19,90

Chi perde paga è il secondo capitolo di una trilogia, iniziata con Mr. Mercedes, e dedicata da Stephen King al genere hard boiled. Se il primo dei tre volumi rientrava a pieno titolo nel genere, qui i confini si fanno meno nitidi e tutti i motivi per cui amiamo King si uniscono, con pennelate a volte nette, a volte delicate, e si mescolano in un quadro dagli equilibri perfetti.

Insomma, questo libro mi è piaciuto, e più di Mr. Mercedes. Perché qui King torna all’infanzia e introduce un ragazzino, Pete (intorno a cui si snoda l’intreccio) che potremmo essere noi qualche anno fa. Quando per la prima volta abbiamo scoperto, grazie a un professore illuminato, il potere illuminante della letteratura o della poesia; quando abbiamo sofferto per le cagnare scoppiate tra mamma e papà; siamo stati noi ogni volta che abbiamo disperatamente sognato di aiutare in qualche modo i nostri genitori a risolvere i loro problemi (di soldi, di coppia). Per Pete quel desiderio si esaudisce davvero nel momento in cui trova, ai piedi di un albero vicino casa, un tesoro vero e proprio (quello che a noi è rimasto precluso). Ma lì sta il primo gradino di una discesa ad inferos che Stephen King, con sua solita grande maestria, a un certo punto ci preannuncia, dicendo che Pete sta per compiere il più grande errore della sua vita. E il batticuore inizia.

Perché il tesoro che Pete trova è fatto di banconote e taccuini, nascosti trent’anni prima da Morris Bellamy, un cattivo davvero cattivo, un uomo mediocre e pieno di rabbia, personaggio perfettamente riuscito e credibile sin dall’inizio.

Pete scopre il tesoro e vorrebbe vendere i taccuini per aiutare economicamente la propria famiglia; dopo anni di separazione Bellamy vuole, d’altro canto, rimettere la mani sul suo tesoro sepolto. A fare da scudo a Pete troviamo Hodges, con la sua agenzia investigativa Finders Keepers (da cui il titolo originale). La lotta è davvero serrata, il cuore palpita perché Pete è così dolce, ingenuo, crede così tanto in quello che fa che una lacrima di nostalgia (per quello che eravamo da bambini) ce la fa scendere in più punti. Alla fine, soprattutto.

Il resto è un grande, maturo Stephen King. E il potere assoluto, riconosciuto ai libri, di poter influenza la vita di una parsona.

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Vivo a Milano, dove mi occupo di comunicazione e nel poco tempo che mi rimane, tra lavoro e lettura (lettura, lettura), scrivo racconti (quelli per sole donne).

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