Autore: Giulia Ciarapica
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Rizzoli
Genere: romanzo familiare
Pagine: 375
Prezzo: € 19,00
Casette d’Ete è una frazione di Sant’Elpidio a mare in provincia di Fermo nella regione delle Marche. Se la cercate su Google Maps vedrete che si tratta di un piccolo borgo che oggi conta circa tremila anime. Qui, Giulia Ciarapica ha ambientato il secondo capitolo di una straordinaria saga familiare iniziata per Rizzoli nel 2018 con Una volta è abbastanza. Straordinaria perché la riguarda di persona: è, infatti, la storia della sua famiglia ed è una storia dove le donne ricoprono ruoli di primo piano con una forza, un coraggio e una determinazione che catturano e commuovono chi legge.
Chi ha già letto il primo volume ritroverà le famiglie Betelli e Verdini, in particolare Giuliana che ha sposato Valentino Verdini ed è la proprietaria del calzaturificio Valens. Ora hanno tre figli: Bianca Maria, aspirante ballerina, egocentrica, amatissima dalla madre; Gianna, l’intellettuale di casa, afflitta dal difficile rapporto con la mamma e il piccolo Geremia. E poi c’è la sorella di Giuliana, Annetta, dedita al lavoro in modo ossessivo forse per sfuggire ai ricordi: quello del figlio mai nato e tanto desiderato, quello del mancato matrimonio proprio con Valentino che non ha mai voluto sostituire con qualcun altro. E infine Rita, amica di Giuliana, operaia alla Valens, un tempo travolta dall’amore per Mario Bigini nella cui nobile casa lavorava come serva: un amore che lei stessa, in un colloquio con Giuliana, descrive così:
“…questa non è altro che una storiaccia. E come tutte le storie d’amore, fa schifo.” (p. 103)
Ma nel libro c’è molto altro. Siamo negli anni ‘60 e poi nei ‘70 del secolo scorso e la Ciarapica non ha solo ricostruito le vicende dell’industria calzaturiera attraverso le mille domande poste a chi ne è stato testimone e protagonista a Casette d’Ete, ma ci racconta anche delle lotte operaie che dalle grandi città sono arrivate come un’onda fino al borgo marchigiano causando eventi anche violenti di cui poco o nulla la stampa locale ha raccontato. Narra lo scontro generazionale, forse il più violento mai verificatosi perché il ‘68 è stato, in questo senso – e forse solo in questo – davvero una grande rivoluzione.
Insieme alla lotta combattuta dalla famiglia Verdini per sopravvivere a concorrenti sleali o truffaldini, per trionfare in creatività e per espandersi sui mercati internazionali, Giulia Ciarapica racconta la storia di un’epoca mescolando con sapienza e grande bravura la musica, i libri, la moda, gli atteggiamenti dei giovani, la loro voglia di scappare dal piccolo borgo piuttosto che restare e marcire. Eppure il luogo in cui si nasce quasi sempre finisce per richiamare i fuggitivi come se gli avesse stretto intorno alle caviglie un elastico lungo e ingannevole. Perché in fondo, a Casette d’Ete, come sostiene Annetta verso la fine del libro:
“Noi abbiamo lavorato per quello che siamo diventati: persone che insegnano ai figli cosa vuol dire ‘futuro’.” (p. 350)
Una scrittura piena di amore per la propria terra e del desiderio profondo che la memoria di una famiglia e di una professione non si perdano, rendono questo libro un piccolo gioiello da leggere e far leggere.