
Autore: Velso Mucci
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: L'Argolibro editore
Genere: Poesia
Pagine: 120
Prezzo: 14 €
Nato a Napoli, ma morto a Londra. Una vita tra impegno politico e civile. Amico di intellettuali, artisti e poeti del Novecento. Un poeta che si è distinto per il suo stile, grazie al quale ha scritto importanti pagine di denuncia. Velso Mucci non ha goduto della fortuna che meritava. Ha fatto parte di una scena culturale, ma è stato liquidato velocemente, forse per il suo modo schietto di interpretare la cultura del suo tempo e l’umana commedia a cui ha anche partecipato.
Non tutti entrano nelle grazie della memoria collettiva, questo è naturale, ma è anche vero che questo “dimenticar-Mucci” non è stato dettato da fattori “qualitativi”, ma ideologici. Ecco perché questa raccolta è un’importante operazione di recupero.
La poesia di Mucci è schietta, è lucida. È legata alla lezione di Giuseppe Ungaretti, come ben spiegato da Nicola Vacca, che ha scritto la prefazione di questo libro. E proprio in questo “attraversamento” costante, grazie al quale ogni verso è una impressione che si “imprime” nella memoria degli uomini, affinché resti lì, a dare sempre testimonianza di un evento, che la storia non appare solo come un continuum di momenti, ma è sempre effetto di un “vissuto” che si fa “coscienza”. Con ciò non stiamo dicendo che Mucci sia stato un poeta marxista; di sicuro, i suoi versi rispondono a un’esigenza: testimoniare.
Il tema che più compare, anche solo in una manciata di parole, è il “dopo”.
Dopo di noi, cosa? Dopo la nostra morte, chi?
Come a dire, che è inutile pensare o immaginare se mai le nostre idee si trasformano in azione. Non è una visione utopica, ma concreta, quella che Mucci pone davanti agli occhi del lettore. La sua lezione vale sempre, non ha tempo e non è mai anacronistica.
Ma il giorno che avremo finito/di toglier di mezzo la forza/dei padroni di facce che danno spavento/e avremo messo le altre/che ancora potrebbero crescere/a far da custodi/nel Museo delle loro antenate/con la mansione di tenere/sia pure di pessimo umore/spolverate le facce/che diedero/spavento agli uomini/quel giorno i ragazzi/senza un’ombra/giocheranno sui prati.