Cartón fósil – Carton fossile – Ignacio Vleming

Titolo: Cartón fósil - Carton fossile,
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Matteo Lefèvre
Pagine: 116
Prezzo: € 15,00

Ignacio Vleming è un poeta spagnolo nato a Madrid nel 1981. Grazie all’editore Aragno viene tradotto per la prima volta nella nostra lingua. Mi auguro davvero che la sua poesia venga letta e diffusa.  Vleming è una voce potente, un poeta che sa stare nelle cose e nella realtà con una scrittura netta e mai accomodante.

Il libro che Aragno ha scelto di tradurre del poeta spagnolo è Cartón  fósilCarton fossile, che esce nella collana bilingue Parallela.

Il poeta ragiona intorno al fossilizzarsi della specie umana ed è proprio il fossile, il risultato di un vuoto, di una sparizione, una tensione verso il crollo che finisce per constatare il vuoto che rimane.

L’autore scava tra le macerie dei fossili che siamo diventati, ogni suo verso ci fa sentire addosso un freddo che non promette nulla di buono, un gelo che pietrifica.

Vleming guarda alla terra desolata ne certifica con parole spietate e disilluse lo svuotamento di umanità: «Vedevi solo rovine / lì dove adesso s’innalzano nuove unità immobiliari. / Rovine in cemento armato come castelli di carte / tatuate sulla pianura, / che resisto a tempeste / e a uragani di fogliame. / L’inverno fa presto a giungere sulla vetta dei ponteggi».

Vleming è appassionato di architettura e di urbanistica e nel suo libro dedica una sezione intera al rapporto tra la città contemporanea e gli uomini che la abitano smarriti.

Matteo Lefèvre nella postfazione scrive che il poeta sembra condurre una sorta di polemica nei confronti dell’urbanistica selvaggia che ha dilagato in Spagna, ma in realtà in tutto l’occidente, negli ultimi decenni.

«Osservi nella città dormitorio / un equilibrio sottile tra ampiezza e densità / tra il pubblico e privato / che paralizza i polmoni di un passero. / Nessuno esce a riceverti / in questo plastico uno a uno, / esatta riproduzione della pianta» (Piano urbanistico).

La contemporaneità è uno dei temi fondamentali di Carton fossile. Ignacio Vleming infila sempre la realtà tra i versi. Il poeta stesso ci dice nella nota finale che questo libro è nato come una proposta per un’epica del terrore.

Vleming è un poeta concreto e fisico, la sua parola è sempre diretta e la lingua evita funambolismi.

Al centro della sua riflessione c’ sempre un pensiero senza orpelli e senza metafore espresso con un dire che traccia architetture esistenziali sulle impalcature della vita che stanno crollando.

«Il fossile – scrive Matteo Lefèvre – è la sua stessa ricerca, un’indagine nel ventre molle del passato che suggerisce e che scuote, e che allo stesso tempo ci piega alla condanna di un tempo sinistro».

Carton fossile è una pistola puntata alla tempia e Ignacio Vleming è un poeta – cecchino.

«Il tuo orecchio si figura lunghe prospettive, / capitali / e centri di gravità che diano nome al terrore».

Il poeta deve mettere insieme gli indizi della catastrofe, maneggiare la parola come dinamite, non avere paura di puntare gli occhi sul fondo delle cose e scorgere la drammatica condizione del carton fossile.

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