L’11 dicembre, dopo l’assemblea dei lavoratori della Carocci Editore- Slc Cgil Roma e Lazio-, è stato diffuso un comunicato nel quale viene denunciato il piano industriale voluto dalla proprietà, che vede il licenziamento di 17 su 32 dipendenti già in cassa integrazione. La casa editrice, nata nel 1980 per iniziativa di Giovanni Carocci, è una delle principali university press per il rigore delle scelte, l’affidabilità dei contenuti e la cura delle sue pubblicazioni (come si recita sul suo sito internet). Oggi si occupa anche di pubblicazioni nei più svariati ambiti disciplinari con oltre 4.000 titoli in una prospettiva di formazione e di arricchimento culturale permanenti. Nonostante questo il gruppo Edifin, proprietario di Mulino e Carocci, decide di salvare il primo e smantellare il secondo. Immediatamente i dipendenti sono scesi in piazza proclamando lo sciopero e il 12 hanno preso parte alla manifestazione nazionale proclamata dalla Cgil per portare in piazza la loro situazione. La mobilitazione si fa anche virtuale e prende spazio sui social: l’11 dicembre nasce su Facebook la pagina “Carocci in sciopero” che vede l’enorme partecipazione e la solidarietà di tanti utenti interessati a questa vicenda.
Sul blog dedicato alla delicata questione intervengono anche Alberto Asor Rosa, Tullio De Mauro,
Adriano Prosperi, Luca Serianni con un appello che sottolinea tra l’altro come “Carocci ha sempre mostrato grande interesse e “curiosità” nei confronti degli studi, delle ricerche, delle più vive espressioni culturali del paese, nonché tempestiva attenzione a voci significative del panorama internazionale. Ha avuto il coraggio di accogliere progetti innovativi, ha seguito con partecipazione e costanza il mondo dell’insegnamento universitario cogliendone di volta in volta stimoli e proposte, pur muovendosi in una fase di complessa e difficile trasformazione. E lo ha fatto con competenze e professionalità consolidatesi negli anni che il piano industriale presentato nei giorni scorsi rischia di mortificare irrimediabilmente e di disperdere”.
Antonio Prudenzano, dal canto suo, su “Il Libraio” cerca di fare luce sulla vicenda chiedendo a Giuliano Bassani, Amministratore delegato Edifin, come mai la decisione di salvare il Mulino e sacrificare Carocci: “Ecco, di certo non intendiamo ‘smantellare’ la casa editrice come è stato scritto. Quel che è certo è che dobbiamo raggiungere una struttura dei costi più flessibile. La Carocci sarà rilanciata, ma deve prima diventare un ‘vascello più agile’, ahimé. La Carocci attualmente ha un numero di dipendenti sproporzionato rispetto al fatturato”
Intanto lo sciopero continua: si chiede di revocare tali misure e aprire un tavolo di confronto.