Titolo: C.U.B.A.M.S.C. Con Una Bomba A Mano Sul Cuore
Casa Editrice: Mondadori
Numero di pagine: 359
Genere: romanzo
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo di copertina: € 16,00
C.U.B.A.M.S.C Con Una Bomba A Mano Sul Cuore, edizione Mondadori, romanzo di esordio del giovane scrittore Marco Cubeddu è quello che è stato definito il caso editoriale dell’anno; il suo autore considerato il nuovo enfant terrible della letteratura italiana. Prima di iniziare a leggere il libro, la sua fama mi aveva già raggiunta e non sempre con critiche incensanti. Al di là di tutto, indubbio è il fatto che la scrittura di questo romanzo sia straordinaria. Spettacolare ed estremamente colta, ma al contempo popolare ed accattivante, riesce a stupire e a coinvolgere il lettore. Cubeddu è un vero “giocoliere delle parole” dalla ammirevole preparazione linguistica e narra con forza dirompente presentandosi come vero elemento di rottura rispetto alla tradizione.
E’ provocatorio, cinico, critico, dissacrante per tutta la narrazione, proprio come il personaggio che ha costruito. Alessandro Spera, il protagonista, è uno scrittore, uno dei più famosi del suo tempo. All’apice del successo scompare, o meglio fugge dopo aver compiuto un massacro. Nel giorno del matrimonio del grande tormentato amore della sua vita, Mallory InWonderland, con il surfista australiano Toby Paramore, si presenta in chiesa armato di mitraglietta e macete e compie una strage ammazzando gli sposi e quasi tutti gli invitati. Da allora sono passati dieci anni e Spera rompe il silenzio inviando un manoscritto al suo avvocato. Si tratta di una lunga confessione che ripercorre la sua vita sregolata, dalle prime esperienze sessuali all’asilo fino all’ingaggio come pornoattore, dall’impegno nel corpo dei vigili del fuoco all’arruolamento nella Legione Straniera. Una vita avventurosa e irregolare all’ombra di un amore maledetto e disperato, ma anche la biografia di una personalità estrema, egocentrica e masochista al punto tale da divenire criminale.
Quella che Cubeddu mette in scena è una ben orchestrata finzione narrativa nella quale sembra assolutamente divertirsi. La conferma anche nei tanto improbabili quanto evocativi nomi che sceglie per i suoi personaggi. Una Mel nel Paese delle Meraviglie, un Tobia Par Amore, un Alessandro (che) Spera appaiono in effetti caricaturati nell’onomastica oltre che nella personalità. Ricorrenti nel romanzo ed estremamente gustosi sono i riferimenti a fatti di cronaca, personaggi pubblici, prodotti e servizi del panorama politico, culturale e dello spettacolo dei nostri giorni, ma l’autore precisa in nota al testo che essi appartengono unicamente al suo universo narrativo e sono pertanto falsi. A nulla vale quindi cercare di riconoscere collegamenti realistici anche se si racconta di certamente reali Vespa, Fazio, dell’assolutamente attuale partecipazione al Festival di Cannes del regista italiano Sorrentino o si delinea una fotografia minuziosa degli anni ’90 con tanto di autorevoli citazioni commerciali degli 883 o di un Boncompagni di “Non è la Rai”.
Il personaggio Spera frequenta la Scuola Holden di Torino, per un periodo si mantiene facendo il pompiere proprio come nella nota biografica dichiara di sé l’autore stesso, ma Cubeddu assolutamente nega la presenza nel romanzo di riferimenti autobiografici. Ci troviamo di fronte ad un circo di identità ed esistenze, di realtà e di finzione che, lungi dal confonderci, è forse uno dei più chiari e lucidi esempi di amore per la narrativa dove, come dichiarato dall’autore stesso, “come nell’amore, non c’è niente di vero”.
Sempre Cubeddu: “Il creatore di quest’opera l’ha fatto per il solo gusto di farlo […] fedele solo alla convinzione che non esistono libri morali o immorali, ma solo scritti bene o scritti male” e sicuramente questo libro scritto bene lo è.