
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Delfina Sessa
Pagine: 320
Prezzo: € 18,60
Se siete alla ricerca di un thriller insolito e crudele, ma difficile da accomunare ad altri, dovete assolutamente leggere questo esordio nel genere della giornalista e critica cinematografica Martta Kaukonen. E considerate, mentre lo leggete, la sua ambientazione: non solo la Finlandia di Helsinki, la capitale, ma anche le zone limitrofe ampiamente spopolate; i lunghi mesi di poca luce se non di buio, il tempo inclemente e aspro. E se viviamo in un mondo dove le richieste di aiuto presso psicologi e psicoterapeuti non sono più viste come un tabù, vi risulterà forse chiaro come questo profondo Nord dell’Europa non sia immune dalla medesima necessità. Anzi. E come anche lì si manifestino crimini violenti, violenze e abusi contro le donne e i bambini.
Di questo si occupa Clarissa Virtanen, psicoterapeuta e figura di spicco in tutto il Paese per le sue partecipazioni a programmi televisivi e per i molti articoli che la riguardano. Clarissa, grazie anche alla fama, ha un gran numero di pazienti. A questi, un giorno, si aggiunge la ventenne Ira. Anoressica, abusata quando aveva dieci anni, sofferente di allucinazioni, vittima della sindrome da dolore auto inflitto, orfana di madre e senza più contatti con il padre, la conosciamo all’inizio del libro quando si presenta ai lettori nell’atto di ripulire il suo ultimo luogo del crimine. Perché – così dichiara – lei è una serial killer, categoria rarissima fra le donne. Una serial killer mai scoperta dalla polizia. Ma non è detto che questo prima o poi non accada e Ira deve costruirsi una narrazione che le permetta, una volta arrestata, di non finire in galera troppo a lungo. Sceglie pertanto di entrare in terapia da Clarissa che l’accoglie a braccia aperte senza rendersi conto, almeno all’inizio, che il loro rapporto si trasformerà ben presto in un gioco perverso e pericoloso, un abisso di inganni e menzogne.
Questo, però, è uno di quei thriller dei quali si può dire davvero poco perché ogni personaggio nasconde risvolti inattesi e a dir poco sorprendenti. La Kaukonen li lascia parlare uno alla volta, in prima persona, breve capitolo dopo breve capitolo: Clarissa, il marito Pekka, Ira, il giornalista alcolizzato cinquantenne Arto. Cosa li lega fra loro? Quale verità raccontano? E quale verità, ammesso che ce ne sia una, vogliono che conosciamo noi lettori? Resta, al fondo della storia che solo alla fine emerge nella sua pienezza e chiarezza, il terribile problema degli abusi contro bambini e adolescenti, il modo in cui vengono vissuti e mai metabolizzati da costoro nel corso della crescita, la devastazione della loro psiche con conseguenze a dir poco raccapriccianti. In questo, il libro della Kaukonen, al di là della trama gialla, è un testo di denuncia, pesante e terribile. Come lo è nell’indicare quanto consumante e difficile sia, in questi casi, il lavoro dei terapeuti.