Titolo: Bentesoi
Editore: Nulla die
Genere: romanzo
Numero di pagine: 266
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: € 20
Bentesoi: scirocco. E’ l’incipit di questo romanzo di Luca Fadda “Lo scirocco soffiava d’un alito leggero che spirava umido, poggiandosi sulla pelle e penetrando le ossa fino al midollo” (pag.7) e più oltre “un vento caldo e fastidioso che portava un dolce tepore e allo stesso tempo uno sgradevole senso di soffocamento” (pag.136) ma anche il nome di un duo di artisti che si dedicano alla produzione in lingua sarda di musica electro-dub, una “tecnica musicale volta a esaltare il ritmo e i suoni etnici” (pag.138).
Bentesoi è la storia di un’amicizia. Sergio e Angelo, amici d’infanzia, crescono insieme e assieme studiano e lavorano. Ambizioni differenti, ma con punti in comune; una sana rivalità li sostiene vicendevolmente, spingendoli verso un promettente futuro. Marina, giocatrice di pallavolo, con nei sogni una carriera da professionista, un giorno conosce questi due giovani così diversi tra loro e al tempo stesso simili nelle intenzioni. Si inserisce in questa amicizia, considerando i due ragazzi alla pari, tanto da costruire un nuovo rapporto a tre all’apparenza sincero ed equilibrato. Ma un giorno Angelo e Marina decidono di lasciare la Sardegna per il continente per inseguire ognuno le proprie ambizioni, lasciando Sergio da solo con la promessa che si sarebbero rivisti. Una promessa che non sarà mai mantenuta “avevano temporeggiato sempre più fino a dimenticare quasi del tutto il loro contatto in Sardegna” (pag.73). Passano gli anni e Sergio cade in una profonda depressione e né il lavoro né la famiglia riescono a distrarlo dal rancore e dalla solitudine. Tutto ciò che gli resta è un diario, che scrive e rilegge in continuazione, dove sfoga tutti i pensieri che gli provocano dolore, nella speranza di liberarsene.“Da quando aveva iniziato a scrivere il suo diario, i ricordi e le impressioni erano degenerati. Dapprima scriveva solo per mettere ordine nella sua vita, quella passata, per capire in cosa aveva sbagliato e dove si sarebbe potuta migliorare. […] Ogni pensiero era a sé stante, orfano e solitario, ricco solo delle intime emozioni del momento. Quello scrivere evocava la confusione del suo pensare” (pag.75).
E mentre Sergio sprofonda sempre più nella follia, Angelo ha successo, sia nel lavoro sia in amore, sposando Marina, rincontrata a Milano dove entrambi vivono. Tuttavia nel mondo della finanza dove Angelo opera ci sono ostacoli che devono essere superati e lui, da solo, pare non esserne capace. Ma il destino ha in serbo una carta terribile da giocare: per un caso fortuito Angelo e Sergio si rivedono dopo quattordici lunghi anni e si raccontano il tempo della separazione, le loro insoddisfazioni, ma non tutto. E Sergio propone un patto criminale che dovrebbe migliorare la vita di entrambi. “Hai mai visto quel film di Hitchcock, quello dell’incrocio? […] Dunque il titolo italiano forse era “Delitto per delitto” (pag.101). E Marina risulta essere l’ago della bilancia.
L’approccio a questa lettura può essere duplice: si può leggere Bentesoi perché la trama è avvincente e il ritmo così incalzante da stimolare nel lettore il desiderio addirittura frenetico di sapere cosa succederà nelle pagine a venire. Questo ritmo è lo stesso che connota la figura del protagonista, Sergio, i cui gesti quotidiani dapprima del tutto normali con l’avanzare del racconto si fanno sempre più inquietanti. E poi si può leggere il diario, la parte di romanzo scritta in corsivo, dove Sergio annota i suoi sentimenti, le emozioni, ma anche e soprattutto i rancori e l’odio di uomo combattuto tra la speranza che vi sia un divenire migliore e la resa. Questo diario, tanto curato e tanto amato, dovrebbe servire al protagonista ad esorcizzare i suoi pensieri più reconditi, invece paradossalmente più lui si libera di qualcosa più le sue azioni diventano oscure e vendicative. I due momenti sono intrecciati in un unicum, ma spesso la lettura del diario distoglie dalla trama e così, scorgendo un crescendo negli avvenimenti, si rischia di tralasciarla per giungere prima alla conoscenza dei fatti.
La fine, inimmaginabile, chiude una vita piena di rancore e riconosce all’amore l’arma della vendetta. Romanzo a tinte noir perfettamente definito dalla frase di Alexandre Dumas, tratta dal Conte di Montecristo, che l’autore ha inserito prima del prologo: “L’odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre il pericolo di bere una bevanda amara”.