Autore: Håkan Nesser
Casa Editrice: 2021, Guanda Noir
Genere: giallo
Traduttore: Carmen Giorgetti Cima
Pagine: 396
Prezzo: € 19,00
In bilico fra giallo classico e cold case, questo romanzo di Håkan Nesser vede ancora una volta protagonisti gli ispettori Gunnar Barbarotti e Eva Backman, i quali formano ormai una coppia non solo sul lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. Coppia di cinquantenni deliziosi, scanzonati, ironici e amorevoli, ciascuno con il suo bagaglio di vita, dolori, gioie e ricordi che mai però vengono fatti pesare sul compagno o compagna (cosa rara e benvenuta se consideriamo i cliché del giallo/noir contemporaneo).
La vicenda corre su due piani temporali con gruppi di capitoli che si alternano, 2012/2013 e 2018. Nel 2012, alla polizia della città di Kymlinge, Svezia, si presenta tale Albin Runge, ex accademico a Uppsala, divorziato dalla prima moglie Viveka e da poco risposato con la bella Karin Sylwander, per un certo periodo autista di pullman turistici fino a un giorno di marzo del 2007 in cui, per evitare un animale selvatico, non è riuscito a impedire un terribile incidente nel quale sono morti sedici fra i ragazzi trasportati dal suo mezzo. Ora, a cinque anni di distanza da quel tragico evento e dopo essere stato pienamente assolto dalla giustizia, Runge ha iniziato a ricevere con regolare cadenza lettere con minacce di morte firmate dal misterioso o misteriosa Nemesi. Agli ispettori Barbarotti e Backman l’uomo appare preoccupato, sì, ma non sconvolto, quasi attendesse il compiersi di un inevitabile destino o di una punizione per quelle sedici, giovanissime vite che pesano ancora sulla sua coscienza. Come lettori, molto di quanto riguarda Runge l’abbiamo già appreso dal suo strano diario intitolato ‘Spruzzi e brandelli’. Sappiamo perciò che dopo aver perso entrambi i genitori ha ereditato un cospicuo patrimonio; che sua moglie Karin e il di lei fratello Alexander sono impegnati in opere di beneficienza alle quali Runge non manca di contribuire con consistenti donazioni; che è suo desiderio coinvolgere il meno possibile la moglie nella persecuzione epistolare che lo ha colpito o raccontarle che l’anniversario dell’incidente sarà anche il giorno in cui Nemesi intende ucciderlo. Alla fine, costretto dagli ispettori Barbarotti e Backman, verrà messo sotto protezione insieme alla moglie Karin, protezione che i due eluderanno per poca fiducia nelle forze dell’ordine. Si imbarcheranno perciò sul traghetto che da Stoccolma raggiunge Åbo in Finlandia e ritorna a Stoccolma il giorno seguente e dal quale Albin Runge non scenderà. Caduto in mare? Gettato oltre bordo da Nemesi che nonostante tutto è riuscito/a a seguirlo e a vendicarsi? O forse addirittura suicida per disperazione? Molti gli indizi, ma non se ne verrà a capo.
Cinque anni dopo, Barbarotti e Backman si prendono un lungo periodo di permesso da trascorrere sull’isola di Gotland. Poco prima, e in seguito al peggiorare della criminalità a Kymlinge, Eva Backman ha sparato a un giovane delinquente, uccidendolo. È stata la prima volta nella sua lunga carriera e non riesce a liberarsi dal ricordo di quei momenti, a riviverli con dolore e senso di colpa, a meditare sulla fragilità della vita umana:
“E in quel momento, in una limpida giornata autunnale di fine ottobre, si trovava su una spiaggia deserta in un luogo dove l’aspra natura sembrava bastare a se stessa. Non si curava minimamente dell’essere umano e delle sue fastidiose trovate; di lì a cent’anni nulla sarebbe stato diverso in quel luogo, al massimo il mare avrebbe levigato ancora di più i ciottoli, ma lungo la costa ci sarebbero stati gli stessi pini bassi e striscianti…” (Pag. 273)
E sulla tranquilla e selvaggia isola di Gotland, Barbarotti e Backman faranno uno strano incontro, così insolito e particolare da spingerli a riaprire il caso Runge e infine a risolverlo.
Nesser è un narratore straordinario con un senso del ritmo, dei tempi e della suspence perfetto. I suoi dialoghi, i pensieri dei protagonisti, così teneri e a volte un po’ stralunati come accade a ciascuno di noi, rendono i suoi personaggi vivi e presenti, indimenticabili, che siano o meno al centro dell’azione. La sua capacità di partire da vicende all’apparenza insignificanti o di modesta entità e riuscire a trasformarle in enigmi di difficile soluzione, è invidiabile e affascinante in questo libro come nei precedenti. E ancora, qualunque cosa venga raccontata o detta troverà un riscontro o un legame con altre parti della storia, un rispecchiamento e un’eco com’è giusto che sia e come sempre succede nelle umane vicende.
Il nostro plauso va alla traduttrice, la bravissima Carmen Giorgetti Cima.