
Autore: Charles Simic
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Tlön
Genere: Poesia
Traduttore: Damiano Abeni e Moira Egan
Pagine: 181
Prezzo: € 16,00
Entrare nell’ universo poetico di Charles Simic è come perdersi in un labirinto in cui le strade della conoscenza non si esauriscono mai e rimandano sempre a mondi infiniti tutti da abitare.
«In una buona poesia, il poeta che l’ha scritta scompare, in modo che possa nascere il poeta – lettore» così scrive Simic rivendicando il ruolo di una poesia che sia sempre difesa del singolo da tutte le generalizzazioni che pretendono di rinchiudere la realtà in un unico sistema generalizzato. La poesia autentica deve essere antiutopica e soprattutto antipoetica.
Il pensiero diventa immagine. L’immagine diventa pensiero. Questa è la poesia Charles Simic, poeta in disarmonia con la propria epoca e che soprattutto scrive poesie per dare filo da torcere ai pensatori. Poesie reticenti che sono un pezzetto dell’indicibile intero di questo nostro stare nella storia, qui e ora.
Dalle edizioni Tlön esce Avvicinati e ascolta, il nuovo libro di Simic nella traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan.
Ritroviamo il poeta ironica, radicale, sfrontato che scrive poesie sapendo stare nella storia e raccontando il tragicomico della commedia umana.
Simic con la parola trasparente e essenziale entra nel mistero del quotidiano e con un tono discorsivo che tende alla deflagrazione ci offre i fotogrammi frantumati di una realtà che si sbriciola nel tempo.
Le atmosfere hopperiane fanno da a sfondo ai suoi racconti che si ritrovano nei luoghi desolati e nelle periferie del mondo dove l’umano perde le tracce nel niente di una scomparsa.
«Ne emerge chiaramente una voce – scrive Moira Egan nella prefazione – che parla il peso della storia e del mito, che canta – con forte senso musicale – le feconde potenzialità della notte, della tenebra, e che rende Simic il poeta quintessenziale dell’insonnia e della tragicommedia umana».
Sotto la lente di ingrandimento della sua poesia che è sempre fisica e carnale il poeta si affaccia all’esistenza con l’indagine del disincanto: «Sarà sul niente. / Non su l’amore né su Dio, / ma sul niente. / Sarai come un bimbo nuova a scuola / che ha paura di guardare la Maestra / mentre si sforza di capire / cosa stanno dicendo / di tutto questo niente».
In Avvicinati e ascolta c’è l’oscurità del nostro tempo. C’è anche la voce di Charles Simic, uno dei più importanti poeti contemporanei, che non si sottrae all’attraversamento del baratro pronunciando le parole giuste che non sono mai accomodanti.
Simic è un poeta che non appartiene a nessuna tribù, un uomo libero che non rinuncia all’invettiva che in alcuni momenti della vita è sacrosanta. Dovremmo sempre usarla quando sentiamo l’assoluta necessità, motivata da un profondo senso della giustizia, di denunciare pubblicamente, irridere, vituperare, inveire, recriminare con le parole più forti possibili.
«Il buio arriva presto / a questo punto dell’anno/ e rende difficile / riconoscere le facce familiari / tra quelle degli sconosciuti».
In questa grande notte abbiamo bisogno di poeti come Charles Simic e della loro visione tersa che nasce dall’urgenza di sanguinare con le parole.