Appunti (1942 – 1993) – Elias Canetti

Titolo: Appunti (1942 -1993)
Autore: Elias Canetti
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Aforismi
Traduttore: Renata Colorni, Gilberto Forti, Furio Jesi e Ada Vigliani
Pagine: 884
Prezzo: € 18,00

Nell’opera di Elias Canetti il pensare per frammenti ha occupato un posto di rilievo. Per mezzo secolo e oltre, lo scrittore e filosofo alla sua speculazione ha affiancato la costante frequentazione dell’aforisma. Per tutta la vita ha riempito senza tregua quaderni di appunti e con la brevità del suo pensiero è stato sempre folgorante e tagliente come un vero aforista deve essere.

Davvero interessante questa recente operazione editoriale di Adelphi che in un unico volume dal titolo significativo di Appunti. 1942 -1993 ha riunito tutti i libri di aforismi pubblicati in vita da Canetti.

La presente edizione comprende: La provincia dell’uomo (1942 – 1972), Il cuore segreto dell’orologio (1973 – 1985), La tortura delle mosche, La rapidità dello spirito (1954 – 1971), Un regno di matite (1992 – 1993).

La lingua di Canetti in questi aforismi non fa sconti a nessuno, il suo pensiero mette a nudo e scortica il proprio tempo. Quando ragiona sull’inadeguatezza dell’uomo è politicamente scorretto e non cerca mai nelle sue riflessioni alcun alibi. A Canetti non interessano vie di fuga. Egli usa l’appunto, il frammento e l’aforisma per inchiodare alle proprie responsabilità l’uomo che non è capace di dare un senso al suo destino.

Canetti è ispirato dal pensiero dei grandi moralisti, ma il suo modello resta Karl Kraus.

L’autore di Massa e potere considerava i suoi primi quaderni di appunti una «valvola di sfogo». Ma questi scritti diedero Canetti la possibilità di fare i conti a viso aperto con l’orrore e il dramma che stava vivendo. In questi pensieri le scintille diventano incendi. Canetti scrive per ferire e le sue parole non sono interessate all’addomesticamento di nessun pensiero.

La sua lingua è crudele quando negli Aforismi per Marie – Louise scrive «Sentimentalismo è quando la bontà diventa corruttibile».

Ne La provincia dell’uomo Canetti ( un libro sorprendente in cui Canetti salva la sua lingua nella scrittura breve, sostenendo che si deve trarre la propria morale da una vita esposta al pericolo, senza avere paura di alcuna conseguenza, purché quella morale sia giusta)scava con parole incisive e mai scontate nel dramma dell’esistenza, sconfessa  gli imbonitori che vogliono sempre proporre una morale con la verità che sostengono di avere in tasca, mette in croce l’uomo che crede sempre di essere infallibile e mai vulnerabile davanti all’assurdo dell’esistere.

«Tutto ciò che non abbiamo fatto noi stessi ci sembra di una grandezza e di un’importanza schiaccianti».

Ne La rapidità dello spirito demolisce l’ortodossia del pensiero e castiga il rumore ipocrita di un credere senza vedere, perché ciò che non si vede non succede.

Per Canetti lo scrivere è un’esigenza assoluta, una missione. La sua penna sceglie la brevità dell’aforisma perché la nuda schiettezza del suo pensiero davanti al tribunale della Storia lo rende fervido oppositore della preghiera e del suo fuorviante principio di speranza.

«Meno di tutto capisco me stesso. E neanche voglio capirmi. Voglio servirmi della mia persona solo per capire tutto ciò che esiste a prescindere da me».

Così Canetti ne La tortura delle mosche si mostra con tutta la sua voglia di conoscere al di là di se stesso la poesia dei mondi infiniti.

Appunti è l’occasione per esplorare il pianeta Elias Canetti e lasciarsi folgorare dalle scosse del suo pensiero.

 

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