
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 302
Prezzo: € 15,00
La voce poetica di Anna Cascella Luciani (1941 – 2023) è colma di gesti e la ritroviamo tutta nel tracciato dell’immanenza e di un accadere sempre vicino al nostro modo di stare al mondo.
A meno di un anno dalla sua scomparsa da LiberAria esce antologia poetica, un ampio volume che dà conto della sua attività a cui la poetessa ha lavorato fino alla fine.
Carmelo Princiotta scrive nell’ introduzione che questo libro «non un’antologia nel senso convenzionale del termine, perché i versi dovevano funzionare nella loro nuova successione ritmica e tonale, oltre che semantica. Scegliere ha voluto dire disgregare le compagini di provenienza, le partiture originarie. Legare ha implicati l’esigenza di trovare un principio formale unitario che orientasse inclusioni e inclusioni non soltanto in base al valore estetico dei singoli elementi».
Letta e apprezzata fin dagli esordi da Attilio Bertolucci, Natalia Ginzburg e Franco Fortini, la poesia di Anna Cascella Luciani è una forma alta di creatività che appunto ha una sua estetica ed è capace di guardare alla poesia stessa come a una forma d’arte da non svilire mai.
È vero quello che è stato scritto: la sua poesia appartiene a quella linea chiara del Novecento, inaugurata da Saba, in cui troviamo anche Penna Bertolucci, Caproni, Patrizia Cavalli e Vivian Lamarque.
Tutta la prospettiva della sua poetica è allo stesso tempo colta e leggere.
Una leggerezza pensante che diventa l’estetica interiore di un poetare che guarda all’amore, all’esistenza e al mondo con un punto di vista sempre immerso in un tempo che diventa storia, la storia di un quotidiano che la poetessa coglie mentre tutto accade.
Cascella Luciani ripensa, inventa, scardina le parole, nel suono cerca il gesto di un dire. È in questa concretezza che la parola si fa poesia.
«La tua / ricchezza è molta / la mia / ricchezza è tanta / se l’incontreremo / sarà in una / mancanza di progetti / in una povertà che si rispetti»; «nei depositi del cuore / e nelle vene ingrossate / (dall’uso) – nella fatica / della circolazione (riposa / la tensione del dolore – / la conoscenza del tempo / (frantumata) la parvenza – dell’essere – il senso / di esistere, di tessere -»; «il nero di seppia / colora in gran fretta / le mani le dita / il piatto la vita».
Giovanni Giudici, tra gli estimatori dei versi di Anna Cascella Luciani, scrive che tra i requisiti della sua poesia il non annoiare il lettore è tra i primissimi da considerare.
Adesso grazie a questa antologia poetica possiamo tornare a leggere (o a leggere per la prima volta) Anna Cascella Luciani e la sua poesia che punge, graffia, accarezza ma che non è mai accomodante.
Scopriremo di avere a che fare con una donna che ha avuto la poesia nel sangue e ne ha fatto una ragione di vita, Perché anche per lei, come per tutti i veri poeti, scrivere poesie è stato un iniziare senza illusioni.