NARRATIVA
Lettere matrimoniali. Di Claudio Lolli
Laurana
In un mondo di storie senza amore e di amori senza storia questo è un libro sull’amore nella nostra storia. Claudio Lolli, poeta e cantautore, scrive con queste lettere alla moglie di amore e di storia, passando, volando, dall’intimità più profonda alla piazza, dalla piazza più grande alla piazza più piccola, dalle piazze al mondo. In una trama sottile di pensieri e ricordi di straordinaria delicatezza, con bagliori improvvisi di desiderio e desideri, questo libro d’amore prende per mano il lettore e lo accompagna negli ultimi quarant’anni della nostra storia. Quel camminare col caleidoscopio per città, colline e campagne – e soprattutto dentro di noi – che già rendeva uniche e preziose le sue canzoni. Scorci nitidi di poesia, emozioni individuali e collettive, ribellione e memoria. Una generazione che si scambia uno sguardo e s’intende. Una generazione che vorrebbe intendersi con i figli e prenderli per mano.
Il sole dell’avvenire vol. III. Di Valerio Evangelisti
Mondadori
In questo terzo e ultimo volume de Il Sole dell’Avvenire, Valerio Evangelisti continua a seguire le vicende di alcune famiglie romagnole, attraverso i grandi cambiamenti politico-economici che investono la regione e l’Italia intera. Nel tormentato periodo che va dagli anni Venti alle soglie degli anni Cinquanta, il fascismo si afferma ed esplode, dissolvendo, tra l’altro, la compattezza dei nuclei familiari. Spartaco, “Tito”, Verardi diviene squadrista e architetto della distruzione delle conquiste del movimento operaio. Destino Minguzzi è assorbito, quasi suo malgrado, dal mondo dei clandestini e degli esuli antifascisti, e dalle sue lacerazioni a volte drammatiche. Soviettina, “Tina”, Merighi si trova a partecipare alla guerra di liberazione nella più anticonformista e “romagnola” delle formazioni partigiane. Nessuno di costoro “fa la storia”, ma tutti, a loro modo, vi partecipano. Non senza chiedersi, alla nascita di una nuova Italia, se la realtà corrisponda davvero ai loro auspici. Su questo interrogativo si chiude una grande saga popolare, un’opera unica nel panorama letterario italiano.
L’amore ai tempi di Batman. Di Massimiliano Parente
Mondadori
Come è finito Walter a lanciarsi dal quinto piano vestito da Batman, uscendone per di più miracolosamente illeso, e anzi sventando, in modo del tutto fortuito, l’aggressione a una ragazza? Non lo ricorda più nessuno, ma Walter Moschino era “il piccolo Walter” della famosa sit-com Quella strana famiglia, un bambino prodigio che voleva diventare un grande scienziato. Oggi è un venticinquenne ricco, annoiato, orfano dei genitori, accudito da un fedele maggiordomo, perennemente attaccato alle serie tv, alla Playstation e all’adorato cane Stephen Hawking, un white terrier con un collare elettronico che dovrebbe interpretarne gli stati d’animo e tradurli in frasi del vero Stephen Hawking. Il fatto è che, dopo aver scoperto il tradimento della fidanzata, Walter è ricaduto nella sua ossessione: l’amore immaginario per l’ex pornostar Sasha Grey. Non vuole incontrarla, ormai conosce il confine tra illusione e disillusione, si limita a fantasticare e a seguirla sui social network, si accontenta di soffrire di un amore non corrisposto ma proprio per questo incontaminato. E però, con la complicità del suo gruppo di amici nerd, si ritrova dove neppure lui avrebbe mai creduto di poter arrivare: a indossare i panni di un supereroe, con una serie di improbabili vendette da mettere in atto. Esilarante, grottesco, irriverente, ritorna Massimiliano Parente con la sua verve inconfondibile, le sue situazioni paradossali, la sua comicità amara, e assurda solo per chi non è in grado di vedere veramente quale mondo ci circonda. L’amore ai tempi di Batman è un meccanismo narrativo che non concede tregua, e pagina dopo pagina ci induce a fare i conti con le aporie dei sentimenti e le contraddizioni della vita. Lasciandoci però una speranza: chiunque, con un po’ di fortuna, può diventare realmente un supereroe. Impresa più difficile, invece, è costringere chi non ci ama ad amarci. D’altra parte qual è il confine tra un amore reale e uno immaginario? In fondo ogni amore non è sempre, almeno in parte, immaginario?
La rancura. Di Romano Luperini
Mondadori
Rancura. La parola – rocciosa, ruvida, restia a dichiararsi – è usata da Montale per descrivere il sentimento che ogni figlio prova, in forme diverse, nei confronti del padre, per misurarsi con lui, per comprenderlo, per raccoglierne l’eredità spesso scomoda. È in questa prospettiva umana, lungo quasi un secolo di storia italiana, dal fascismo a oggi, che tre generazioni di padri e di figli attraversano le pagine del romanzo di Romano Luperini. Tre protagonisti. Il padre è Luigi Lupi, maestro elementare e figlio di contadini, che dopo l’8 settembre combatte in Istria alla guida di una formazione partigiana, vivendo i giorni più nitidi ed eroici della propria esistenza, in una zona di confine segnata dapprima dai crimini di guerra dei generali italiani e poi dall’odio antitaliano e dalle foibe. Il figlio è Valerio, docente universitario e militante comunista che partecipa al Sessantotto e al tentativo di creare in Italia un partito rivoluzionario negli anni di piombo. Il figlio del figlio, Marcello, è un quarantenne che da Londra torna in Italia negli anni di Berlusconi e del “Grande fratello” per vendere la casa paterna nella campagna toscana. In questa casa trova un diario del padre e, in esso, emozioni, fragilità e desideri insospettabili. In questo romanzo i figli scoprono – a volte con sgomento, a volte con fastidio – tracce impreviste dei genitori (foto, appunti, lettere, diari, somiglianze fisiche) che provocano in loro reazioni di sfida, di ammirazione, di nostalgia o di odio, ma comunque un impulso a meglio conoscerli. Perché, per quanto incolmabili siano le distanze e forti i segni di disillusione e disimpegno che marcano il mondo presente, a resistere nel passaggio delle generazioni è la volontà di comprendere, di cercare un qualche senso della vita, di raccontare la propria versione dei fatti. È quanto Romano Luperini fa in questo grande “romanzo-bilancio”, con una scrittura asciutta e nervosa nel memoriale bellico, venata di lirismo nella descrizione dei paesaggi toscani, serrata eppure lacerata da scorci improvvisi e inquietanti nella messa in scena delle contraddizioni e del disincanto di questi rancorosi eroi (o, forse meglio, antieroi) della contemporaneità.
Dark Paris Blues. Di Régis Jauffret
Clichy
Marjorie ha deciso di rompere. Non ama più Tibère o forse lo ama troppo, non lo sa più. Una cosa è certa: è terrorizzata dal suo sesso e i due non riescono più ad amarsi fisicamente. Assistiamo così alla loro ultima notte insieme, sullo sfondo della camera in Boulevard Raspail e della rive gauche, che si popola di fatti e personaggi improbabili che danno vita a un’indimenticabile commedia dell’assurdo. Un romanzo spiazzante, destabilizzante, che mette in scena il dramma di una coppia in crisi, alle prese con il lato più misterioso e impalpabile del sentimento amoroso, con la paura di perdere l’altro, con la sfiducia di fronte all’asfissia affettiva.
L’uomo senza qualità. Di Nikolas Mahler e Robert Musil
Alcuni libri fanno parte di quella lista che uno dovrebbe aver semplicemente letto. È quasi un dovere morale, eppure a volte non troviamo né il coraggio, né la forza di leggerli. Ci blocchiamo prima di prenderli in mano. L’uomo senza qualità di Robert Musil fa parte di questa lista e di quei colossi della letteratura, ma quelli che sono riusciti a leggerlo sanno quanto sia illuminante e ricco. E se poi a leggerlo è uno dei più importanti fumettisti internazionali come Nikolas Mahler, allora l’incontro tra il capolavoro di Musil e la matita di Mahler crea una vera e propria opera d’arte.
Nonostante tutto ti amo ancora. Di Samantha Towle
Newton Compton
Mia Monroe sta scappando. Da una persona che le ha fatto del male. Da un passato che vuole tenere nascosto. Non ha più fiducia nel futuro. Jordan Matthews ama le cose facili. Le donne facili. La vita facile. Poi incontra Mia. Lei è a pezzi e ha sulle spalle il peso più grande che una persona possa sostenere. Ma più Jordan conosce Mia, più si ritrova, per la prima volta nella sua vita, a volere con tutto se stesso qualcosa… qualcuno… lei. E allora la vita non è più così facile. Jordan è tutto ciò che Mia non dovrebbe volere. Un ragazzo poco raccomandabile, arrogante, con un passato da giocatore d’azzardo e un presente da cinico donnaiolo. Eppure Mia se ne innamora. E allora il passato da cui cercava di fuggire sembra raggiungerla…
La carne. Di Cristò
Intermezzi
Settantadue anni fa tutto si è fermato: non c’è più niente di nuovo da assaggiare, niente da provare, si producono gli stessi modelli di elettrodomestici e la televisione trasmette gli stessi programmi. Sono sempre di più quelli che escono di casa e si dispongono ordinatamente in fila davanti ai depositi della carne. Nel mondo come è adesso un ottantenne ricorda il mondo come era, pensa a una storia che ha per protagonista un medico e osserva le vite dei suoi sosia.
Una storia quasi perfetta. Di Mariapia Veladiano
Guanda
Ritorna Mariapia Veladiano, autrice rivelazione di “La vita accanto”, con il suo romanzo più intenso e maturo in uscita a fine gennaio 2016: “Una storia quasi perfetta”, una storia d’amore e di seduzione che ci porta in un mondo denso di emozioni. Un amore così perfetto. O è solo la storia eterna della vittima e del seduttore? Lui è il proprietario e l’anima di un’azienda di design per collezioni di moda, carte e oggetti. Lei, Bianca, insegnante di discipline pittoriche in un liceo delle arti, gli propone una serie di disegni ispirati ai fiori. Disegni bellissimi, luminosi, unici. Bianca vive in mezzo alle piante e ai fiori, e da essi trae la sua ispirazione. Lui se ne innamora e, come fa sempre, decide di prendere non soltanto l’opera ma anche l’artista, singolare e incantevole come quei disegni. Comincia il corteggiamento, ma presto si accorge di essere lui ad avere bisogno di lei, conquistato e allo stesso tempo sconcertato dalla sua purezza quasi spirituale, dalla sua natura appassionata ed esigente, dalla gratuità dei suoi gesti, dalla sua vita con il figlio Gabriele in una casa piena di piante e di acqua che fa pensare a un piccolo paradiso. Il mondo intorno osserva immobile. È la provincia elegante e crudele della chiacchiera, che spiuma la verità e la sparge dalle finestre dei palazzi. Tutti a vedere. Tutti preparati a dire che si sapeva che sarebbe finita così. La natura di Bianca alla fine però ci riserva una sorpresa: non è sempre detto che la vittima sia il perdente……
Chi di noi. Di Mario Benedetti
Nottetempo
Chi di noi, il racconto a tre voci di un triangolo amoroso, un’esplorazione imprevedibile della solitudine, è il romanzo con il quale il pluripremiato Mario Benedetti ha esordito nella narrativa nel 1953, ricevendo il plauso della critica uruguaiana che lo salutò come il libro più promettente di quegli anni. “Se mia madre mi ha insegnato, con superbe batoste, a non nutrire illusioni, io ho imparato da sola a non nutrire speranze. Lucas è qui, come una limitata, insolita, accessibile felicità e io, con le comprensibili scusanti che io e te sappiamo, e che mi infastidiscono solo come un male minore, come un mal di denti o di schiena, voglio afferrare l’occasione, voglio offrirmi a lui, perché lui è il presente e io credo nel presente. Dopotutto, è l’unica religione possibile”. “Ma chi di noi giudica chi?” si chiede Lucas alla fine di questo primo romanzo di Mario Benedetti, tradotto per la prima volta in italiano: la storia di un triangolo amoroso, iniziato ai tempi del liceo e che prosegue anche quando Miguel e Alicia sono sposati. Attraverso un diario, una lettera e un racconto, ciascuno affidato a uno dei tre protagonisti, Benedetti ci mette di fronte agli equivoci dell’amore, in un continuo gioco di rimandi tra verità e menzogne, tra i fatti e la loro narrazione, una storia che cambia a seconda del punto di vista del protagonista che ce la presenta, dissolvendo ogni presunta “realtà” che, soprattutto nei legami amorosi, risulta fragile come la più miope delle illusioni.
Le convalescenti. Di Michèle Gazier
Baldini & Castoldi
In una clinica nel Sudovest della Francia – in un clima da film noir ispirato a Simenon e con un pizzico di Hitchcock – tre donne che tentano di rimettere insieme i cocci delle loro esistenze vengono coinvolte in una storia torbida e ambigua. Solidarietà, empatia, cura di sé e analisi psicologica fanno di questo romanzo un’approfondita indagine nel mondo dell’amicizia femminile.
A Saint-Libron in un centro di riabilitazione fisica e psicologica si incrociano i destini di tre donne le cui esistenze sono arrivate a un punto di svolta. Lise, insegnante trentenne, vi si rifugia dopo un esaurimento nervoso, alla ricerca di solitudine e di nuovi stimoli, che la vita sembra averle tolto. Anche Oriane, ventiquattro anni, ha delle ferite aperte che, da tanto tempo, non si rimarginano più, e trova in Lise una compagna di viaggio e anche un’amica. Ma questo fragile rapporto viene subito messo a dura prova nel momento in cui fanno la conoscenza di Daisy e di suo marito Maxime Ravelone. Mentre Daisy, una simpatica americana temporaneamente costretta su una sedia a rotelle, vorrebbe approfondire il rapporto che comincia a legarla alle due donne più giovani, Maxime, uomo misterioso e affascinante, cerca di tenerla lontana da tutto, di isolarla dal mondo. Oriane, sensibile al fascino di quest’uomo più grande di lei, vorrebbe scoprire di più sulla coppia; Lise, invece, refrattaria alle lusinghe dell’ambiente ricco e sofisticato a cui appartengono Daisy e
Maxime, preferisce rimanerne distante. Ma quando Oriane finirà per entrare nelle maglie del mistero che avvolge Maxime, Lise non potrà più restare a guardare.
Ancóra. di Hakan Günday
Marcos y Marcos
Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini. Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza. Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad. Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino. Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia. La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gazâ, il figlio di Ahad. Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo cervello è diventato più veloce del suo cuore. Gazâ è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gazâ, scienziato in erba, studia il comportamento delle persone in cattività. Una notte di pioggia cambia tutto. Il furgone di Ahad esce di strada, i clandestini muoiono a decine nel precipizio. Gazâ vede l’inferno con i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità. C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente. È la voce di Cuma, clandestino afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo che gli sia caro: una rana di carta. Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gazâ cerca una via per la rinascita. Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada
Ai nostri desideri. di Enrico Pellegrini
Marsilio
Nel nuovo libro di Enrico Pellegrini ritroviamo alcuni personaggi del suo romanzo rivelazione (La negligenza, Premio Selezione Campiello 1997), e in particolare il protagonista. Costretto a confrontarsi con un passato di feste e di spettri, dopo aver cambiato il suo nome all’anagrafe per fare perdere traccia di sé, Rosso Fiorentino si butta nel mondo del lavoro. Così come prima andava da una festa all’altra, adesso passa da un lavoro all’altro. Dopo una sfilza impressionante di insuccessi, Rosso concepisce un progetto mirabolante: esportare la focaccia genovese in America. Nel tentativo improbabile lo assiste una squadra altrettanto impreparata. Ma l’idea piace. Un primo negozietto desolato apre nel Queens (New York), una seconda panetteria grande come una scatola di scarpe a Broadway, e poi via via il successo diventa immediato, travolgente, inarrestabile. Tre negozi aperti ogni giorno, Domino’s e Pizza Hut (i concorrenti locali) in ginocchio, tutti fanno più soldi di Dio, la quotazione in borsa a Wall Street va alle stelle… Ma, si sa, nei romanzi di Pellegrini il successo è immediato ed effimero. Si può raccontare Wall Street e le origini della crisi finanziaria del 2008 con una fiaba divertentissima? È possibile usare la propria esperienza professionale per “riscrivere la storia”? Un libro che si legge tutto d’un fiato, che ci fa ridere e riflettere, sull’ambizione, sull’innamoramento, sull’hybris, nell’instancabile ricerca del desiderio che, per Rosso Fiorentino, non sarà né successo, né denaro, né gloria…
Cercami nel vento. Di Silvia Montemurro
Sperling & Kupfer
Camilla studia al conservatorio e la musica è il suo mondo. Vive in un paesino vicino a Milano, lo stesso dove è nata e che, a differenza delle sue amiche, non è ancora riuscita a lasciare. Teo, invece, in paese è appena arrivato con ancora negli occhi il mare della Sardegna. Il loro primo incontro avviene in un giorno qualunque, in un bar qualunque. Camilla e Teo sono due opposti che, dopo essersi brevemente respinti, si attraggono. L’amore è così intenso e unico da illuderli di essere invincibili. Fino a quando la vita li costringerà a una prova terribile.
A Tor Bella Monaca non piove mai. Di Marco Bocci
DeAgostini
Cattivi si nasce o si diventa? Mauro Borri sta per scoprirlo a sue spese. Da quando l’ex fidanzata Samantha – bella e sensuale come nessuna – l’ha lasciato per un dottore, Mauro non si dà pace: deve trovare un’alternativa alla sequela di lavoretti senza prospettive, una via d’uscita che gli consenta di riconquistarla e di andare incontro al futuro a testa alta. Ma tra i casermoni di Tor Bella Monaca, dove Mauro è nato e cresciuto sempre giocando secondo le regole e aspettando l’opportunità giusta, la vita è una corsa a ostacoli e un lavoro vero un miraggio. Così, quando gli amici Fabio e Domenico si mettono in testa di rapinare niente meno che la mafia cinese, la tentazione di lasciarsi coinvolgere è troppo forte. Ma improvvisarsi cattivi non è cosa da poco: lo sa bene Romolo, fratello di Mauro, ex delinquente pentito che da anni lotta per conquistare una seconda occasione. E mentre la famiglia Borri, alle prese con un inquilino moroso e le mille ingiustizie dell’Italia di oggi, fa di tutto per restare unita e non soccombere, un destino crudele si prepara a giocare l’ennesimo tiro a Mauro e compagni…
Ironico, sfacciato e grottesco come l’umanità che racconta A Tor Bella Monaca non piove mai è un atto d’amore nei confronti di un mondo, quello della periferia più aspra e degradata, pieno di storie, di rabbia e di vita.
NARRATIVA A FUMETTI
L’uomo senza qualità. Di Nikolas Mahler e Robert Musil
Clichy
Alcuni libri fanno parte di quella lista che uno dovrebbe aver semplicemente letto. È quasi un dovere morale, eppure a volte non troviamo né il coraggio, né la forza di leggerli. Ci blocchiamo prima di prenderli in mano. L’uomo senza qualità di Robert Musil fa parte di questa lista e di quei colossi della letteratura, ma quelli che sono riusciti a leggerlo sanno quanto sia illuminante e ricco. E se poi a leggerlo è uno dei più importanti fumettisti internazionali come Nikolas Mahler, allora l’incontro tra il capolavoro di Musil e la matita di Mahler crea una vera e propria opera d’arte.
FANTASY
Everneath. Di Brodi Ashton
DeAgostini
A volte l’Inferno è più vicino di quanto immagini. Per molte, moltissime settimane Nikki Bennett è scomparsa, svanita nel nulla. Senza nemmeno una parola o una spiegazione. Perché una spiegazione razionale per quello che le è successo non c’è. Nikki è stata risucchiata all’Inferno, imprigionata in un mondo disperato e privata di tutte le emozioni. Adesso, però, le è stata data una possibilità: quella di tornare a casa per sei mesi, sei mesi soltanto. Nikki è decisa a riprendersi la propria vita. Vuole trascorrere ogni singolo minuto con la famiglia e con Jack, il ragazzo che ama più di se stessa. Ma c’è un problema: Cole, l’Eterno dal fascino oscuro che l’ha seguita dall’Oltretomba e che è pronto a tutto pur di riaverla. Nikki sa di avere pochissimo tempo per cambiare il proprio destino. Prima che l’Inferno la reclami… questa volta per sempre. L’indimenticabile storia di un amore maledetto e immortale. Il mito classico di Persefone torna a vivere nelle pagine del primo capitolo di una nuova, bellissima serie dalla suggestiva cornice paranormale.
SAGGISTICA
Mio padre era fascista. Di Pierluigi Battista
Mondadori
«Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei “ragazzi di Salò”. «Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della Rsi vicino alla “gabbia del gorilla” in cui era rinchiuso Ezra Pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di “esule in Patria” nell’Italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un’apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. «Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell’Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un’altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. «Per scoprire, alla fine, che gli esseri umani non sono monoliti, figure unidimensionali sulle quali incollare un’etichetta semplificatrice, ma persone vitali e vitalmente piene di contraddizioni. E per capire che i concetti più cari a noi italiani, la “parte giusta” e la “parte sbagliata”, sono molto più friabili e complicati di quanto ci piacerebbe immaginare.» Pierluigi Battista riapre le ferite di un rapporto irrisolto con il padre fascista, e gli concede idealmente l’onore delle armi. Così, riannoda i fili spezzati di una tormentata vicenda familiare e trova un modo adulto di confrontarsi, in un libro indimenticabile, con un pezzo non meno tormentato della nostra storia.
Mafia. Di Antonio Nicaso
Bollati Boringhieri
Per comprendere a fondo le mafie bisogna spazzare via ogni considerazione «culturalista»: la mafia – come pure la ‘ndrangheta o la camorra – non è il prodotto di un territorio o di una mentalità. Al contrario, è un modello esportabile, costruito su una fitta rete di complicità e protezioni. Non è, insomma, una questione esclusivamente «meridionale»; porre la cosa in questi termini significa di fatto impegnarsi per non risolverla. Quello che Antonio Nicaso chiede al lettore in questo breve libro è un cambio di mentalità forte, senza il quale non potremo mai sperare di sconfiggere quella che è senza dubbio la piaga criminale più profonda e sanguinosa del nostro Paese. Conoscere la mafia per poterla combattere diventa un dovere civile per tutti noi. Lo dobbiamo alle generazioni che verranno. La vera forza della mafia, dati alla mano, è la compattezza dei suoi legami interni e l’incredibile efficacia delle sue relazioni esterne, in particolare con la politica. La mafia ha anche qualcosa in più rispetto alle altre organizzazioni criminali: può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione. Anche questi devono essere spezzati. E deve infine essere chiaro che i mafiosi – benché abbiano costruito un’immagine di sé da «uomini d’onore», che «mantengono l’ordine» e che fanno giustizia – nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi: la mafia è un fenomeno di classi dirigenti.
Il pavone e i generali. Di Cecilia Brighi
Baldini & Castoldi
Della Birmania sapremmo poco o nulla se Aung San Suu Kyi per oltre vent’anni non avesse lottato contro una dittatura sanguinosa che usa lo stupro e la deportazione come armi. La sua battaglia le è valsa il premio Nobel per la Pace nel 1991. Nel novembre 2015 ha vinto le elezioni e conquistato la maggioranza necessaria per formare un nuovo governo democratico.
Storie di resistenza quotidiana al regime militare in Birmania, adesso Myanmar, tra rivolte soffocate nel sangue e impegno politico di molti, da semplici cittadini fino al premio Nobel Aung San Suu Kyi. Nella fantasia di molti occidentali, la Birmania è una terra di grande fascino, di storie preziose, di incanti velati. In realtà, questo Paese è il primo esportatore di metanfetamine al mondo e il secondo per il traffico di oppio. Un Paese che da quasi mezzo secolo è oppresso da un sanguinoso regime dittatoriale che per oltre dieci anni ha tenuto agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e simbolo della resistenza democratica e non violenta. Questo libro racconta le vicissitudini dei protagonisti politici e sindacali dell’opposizione. Nato dal lungo lavoro di collaborazione dell’autrice con alcuni di loro, Il Pavone e i generali ci presenta un intreccio di vicende attraverso le quali scorre anche la storia politica e sociale della Birmania, dal dopoguerra a oggi, la brutalità e la repressione di questa dittatura di fronte alla quale molti governi ancora oggi chiudono gli occhi. È la storia dei sentimenti e delle emozioni di uomini e donne che sono stati costretti ad abbandonare i loro amori, i figli, le famiglie, i loro progetti di lavoro, per diventare protagonisti dell’opposizione al regime.
Caro lettore in erba…. Di Gianluca Mercadante
Las Vegas
In Italia si legge poco. Lo dicono le statistiche, lo dimostra la crisi del settore editoriale. Spesso si ripete che ci sono più scrittori che lettori e si incolpa ora la politica, ora la scuola, ora i libri stessi, sempre più omologati e schiavi delle mode. Eppure la lettura rimane per molti un divertimento senza pari, una fuga dal quotidiano, una possibilità di approfondimento e una fonte inesauribile di stimoli e conoscenza (anche di se stessi). Ecco che allora è doveroso accompagnare i potenziali lettori, chi si approccia per la prima volta ai libri e chi i libri li ha abbandonati da tempo, lungo le meraviglie che si possono nascondere dietro la copertina di un romanzo. Dopo “Caro scrittore in erba…”, Gianluca Mercadante torna a occuparsi di libri, questa volta dalla parte dei lettori. E lo fa con il suo consueto stile ironico, tagliente, senza risparmiare niente e nessuno.
Vendere un’idea, Il consenso e la politica nell’era Renzi. Di Wanda Marra
Marsilio
«Compagni e amici, sulla comunicazione come siamo messi? Quale lavoro state facendo su voi stessi? Come prepariamo le comparsate tv?». Così Matteo Renzi apostrofava gli esponenti del Partito democratico durante una direzione del 7 giugno 2015. Per il premier-segretario la comunicazione è da sempre al cuore della strategia politica. Ma come si costruisce e come si mantiene appetibile il «brand» Matteo? Quanto di quello che vediamo è vero? La giornalista del «Fatto Quotidiano» Wanda Marra, cronista politica, mostra in questo libro come funziona il vortice che, giorno per giorno, agitando passioni, aspettative e speranze collettive, porta alla costruzione del consenso intorno a un leader. Un «prodotto» frutto di moltissime discipline al lavoro simultaneamente: pubblicità, spin, comunicazione, moda, psicologia, sceneggiatura, marketing, storytelling, fotografia, giornalismo. Avvalendosi di più fonti, il libro si muove su livelli diversi: dai risvolti psicologici – quanto si è persone e quanto personaggi – a quelli sociologici – il riferimento a «modelli» e tendenze collettive –; dalla costruzione della propria immagine e del look, all’uso dei social media, soprattutto di Twitter, per dichiarazioni a metà tra l’ufficioso e l’ufficiale; dai video e le foto istituzionali sul sito del governo ai rapporti politici gestiti attraverso un mezzo apparentemente confidenziale come WhatsApp. Sullo sfondo un’ipotesi che si fa sempre più pressante: e se la politica fosse solo la punta dell’iceberg?
GIALLI/NOIR
Milano disco inferno. Di Riccardo Besola
Novecento
In una sera d’estate del 1975 in una stamperia di vinili, l’operaio Mario Spitz incide un codice alfanumerico alla fine del solco di un disco. Un uomo al suo fianco lo osserva con attenzione. La piccola ditta è deserta, è l’orario di chiusura. Bruno Moriago, un collega di Spitz, entra nel locale, e da quel momento in poi le cose precipitano, stravolgendo il destino dei protagonisti. Qual è il significato del codice? Perché una banda criminale e alcuni poliziotti vogliono entrarne in possesso a ogni costo? La spasmodica ricerca del disco scatenerà un vero e proprio inferno. Scordatevi i buoni e i cattivi: è una caccia al tesoro in cui vince chi resta vivo
Il caso Carlotta Delmont. Di Fanny Chiarello
Clichy
Nell’aprile del 1927, all’apice del suo successo, la cantante lirica Carlotta Delmont sparisce nel nulla. Fuga, suicidio, crimine passionale? Per due settimane, polizia, stampa, fan e amici della cantante americana si interrogano sulla sua scomparsa, fino a quando Carlotta riappare… altrettanto misteriosamente di quando era scomparsa. Dove è stata tutto quel tempo? Con chi? Carlotta si ritrova stretta nella morsa della stampa scandalistica, diventando bersaglio di teorie, pregiudizi e menzogne che la trasformeranno, suo malgrado, in una leggenda vivente. Pagherà così a caro prezzo il suo momento di debolezza, costretta a sacrificare un po’ di se stessa alla stregua delle sue eroine preferite. Un giallo intenso, appassionante, che vede protagonisti il mondo della lirica e una donna davvero indimenticabile.
Prima del calcio di rigore. Di Peter Handke
Guanda
Licenziato improvvisamente dal lavoro in cantiere, l’ex portiere di calcio Josef Bloch inizia a vagare per le strade di Vienna, va al mercato, al cinema, allo stadio, poi cerca una camera d’albergo per la notte. I suoi sensi sono allerta, tutto lo infastidisce e allo stesso tempo cerca disperatamente un contatto, prova a chiamare dei conoscenti senza trovare nessuno. La sua peregrinazione continua finché incontra una donna disposta a stare con lui. Ma poi la uccide, senza motivo. L’angoscia che lo attanaglia dopo l’omicidio è la stessa che provava quando da portiere si preparava a respingere un calcio di rigore. Tenta allora la fuga verso il confine, sentendosi braccato, spiato e sospettando di tutti, cercando di prevedere le mosse dell’avversario… Uno dei testi più significativi e inquietanti di Peter Handke, un thriller teso e anomalo, con uno stile narrativo assolutamente originale. Da questo romanzo è tratto “La paura del portiere prima del calcio di rigore”, il primo film di Wim Wenders, caratterizzato dai temi che sarebbero stati sviluppati nella sua produzione successiva: il viaggio senza meta, l’incomunicabilità, la cultura americana.
BAMBINI
Un elefante sul mio albero. Di Barroux
Clichy
Arroccata su un meraviglioso albero vive una bambina dai capelli rossi, che è la «regina» di quel fantastico regno. Un regno con mille affascinanti ramificazioni… che ancora non ha finito di esplorare! Ed ecco che un bel giorno mentre la nostra amica si arrampica verso l’ultimo ramo scopre un ospite un po’ buffo seduto proprio lì: un elefante intento a fare la maglia mentre aspetta il treno! Dopo una lunga chiacchierata, qualche acrobazia, una partitina a carte e un’insolazione nasce una tenera amicizia fatta di complicità e humor. Un albo poetico e colorato che incanterà i bambini e i loro genitori!
VARIA
Rainbow Republic. Di Fabio Canino
Mondadori
Cosa succederebbe se un giorno la Grecia, ridotta in ginocchio dal default economico, venisse progressivamente acquistata e occupata dalla comunità omosessuale globale? La risposta ce la dà Fabio Canino in questo romanzo: quella che un tempo fu la culla della civiltà occidentale diventerebbe una terra promessa per gay, lesbiche e trans di tutto il mondo, uno Stato a loro immagine e somiglianza, con istituzioni e leggi in linea coi loro gusti e le loro manie, una repubblica gay. In questa Grecia arcobaleno, per esempio, la moneta ufficiale è la Dragma, in onore alle drag queen più famose della storia, chi indossa antiestetici pinocchietti rischia di essere arrestato dalla Polizia del Buongusto, l’ospedale per bambini è il Candy Candy International Hospital, esistono corsie preferenziali per portatrici di tacchi a spillo, e i locali che trasmettono musica anni Ottanta possono godere di esenzioni fiscali. Ma in primo luogo tutti hanno gli stessi diritti e quella che gli analisti hanno soprannominato Pink Economy ha portato la Grecia a essere una delle maggiori potenze al mondo. A testimoniare tutto questo Ulisse Amedei, giornalista italiano che, accompagnato dalla giovane e avvenente Khloe, avrà il compito di raccontare alla retrograda Italia – quella che ormai è chiamata Repubblica Italo-Vaticana – ogni singolo aspetto di questa Grecia all’avanguardia. Una satira pungente e divertente del mondo omosessuale, ma soprattutto un inno all’amore e ai suoi tanti e diversi colori, che, in queste pagine dense di personaggi e di situazioni spesso al limite dell’assurdo, trovano tutti – dal rosa Barbie al rosso Prada – il loro modo di risplendere. Nessuno escluso.
Basta Compiti! Non è così che si impara. Di Maurizio Parodi
Sonda
I compiti a casa sono sempre problematici: sia per gli studenti – e le loro famiglie – che li vivono come un obbligo fastidioso, che per gli insegnanti che li devono preparare e assegnare. Maurizio Parodi, dirigente scolastico e pedagogo, spiega perché si danno, come si fanno, quali effetti producono, quanto sono inefficaci e dannosi. Compito principale della scuola, infatti, non è «punire» gli studenti oberandoli di lavoro anche fuori dalle aule, bensì insegnare il giusto metodo di studio per imparare con profitto e far emergere la personalità di ciascuno di loro. Il saggio è arricchito dai contributi di Corrado Augias e dei docenti di tutta Italia, che si sono incontrati on line sul network Ning dando vita a un vivace e originale dibattito, La scuola che funziona, di cui vengono riportati gli spunti più illuminanti; dall’analisi delle teorie di Antoine de La Garanderie e Gianni Rodari sulle tecniche per favorire lo sviluppo cognitivo e meta cognitivo degli studenti, perfezionando il loro metodo di studio; da una «chiacchierata» con lo scrittore (ma prima ancora maestro elementare) Maurizio Maggiani su compiti a casa, educazione e futuro della scuola.
Il canto delle vele. Di Christophe Houdaille
Ediciclo
Issare le vele, prendere il largo, gettare l’ancora… Le azioni di un velista sono magnifiche metafore del viaggio. Partire in solitaria, affrontare la furia delle tempeste australi e la minaccia errante degli iceberg, farsi tutt’uno con lo scafo e le sue vele: tutto questo, per il mondo contemporaneo, così ansioso di sicurezza e abituato alle comodità, è la più grande e impagabile libertà. Navigare in altura significa vivere in straordinaria comunanza con gli elementi naturali: l’oceano senza fine, certo, ma anche il cielo, da cui nascono venti e tempeste, e la terra, che sia approdo temporaneo o agognata ultima meta. Significa avere una particolare sensibilità per le mille sfumature iridescenti del mare, che al marinaio insegnano il gusto estetico e lo invitano a ricercare, nel coraggio della sfida all’incognito, la propria natura più profonda. Vuol dire anche avere a che fare con gli abitanti degli oceani: le balene e i delfini, divertenti compagni di viaggio; le meduse, dalle inquietanti luminescenze; le danze leggiadre di albatros e gabbiani. Infine, l’esperienza della barca a vela fa entrare in contatto con uomini e donne i cui sogni e le cui certezze, incrostati di salsedine, sono uno potente antidoto contro la società dei consumi.
Il pescatore di tempo. Di Michele Marziani
Ediciclo
Il grande Kurt Vonnegut diceva di sé: «Noi siamo americani della zona dei Grandi Laghi: gente d’acqua dolce, non marinara, bensì dell’entroterra. Ogni volta che faccio il bagno in mare mi sembra di nuotare nel brodo di pollo». L’acqua dolce, quella dei laghi, ma soprattutto quella dei fiumi e dei torrenti, ha un odore uguale ovunque, un odore che entra nelle narici e conferma quello che da sempre si cerca su quelle sponde. La libertà. Pescare è una pratica, prima ancora che un sentimento. Ma spesso si diventa pescatori perché si prova a risolvere un enigma che non ha soluzione: per entrare nel mondo che sta sott’acqua si va a caccia dei suoi abitanti. E questi abitanti con le pinne, furbissimi e colorati, diventano presto un’ossessione, una specie di “Grande Trota”, come Moby Dick per il capitano Achab. Più ci si innamora di quel mondo, più ci si rende conto della contraddizione: si cattura, spesso si uccide l’oggetto del desiderio. Si vive e si risolve in se stessi il dilemma dell’amore e della morte. La risposta non la troveremo mai, ma ci accompagnerà per sempre nelle narici quell’odore misto di acqua e di vita.