Traduttore: Eleonora Lacorte
Pagine: 410
Prezzo: 16
Cory Doctorow è nato a Toronto, Canada, nel 1971. È un giornalista e un blogger (tra gli altri, per Boing Boing). È anche un attivista che si batte per i creative commons, le licenze che consentono la libera distribuzione di opere artistiche. Ha vinto alcuni premi grazie ai romanzi e ai racconti di fantascienza che ha scritto.
Anime nel futuro è un libro che riesce a fondere temi e generi diversi.
C’è la fantascienza, in particolare il cyberpunk con i suoi legami stretti con la gente comune e la strada e con le tecnologie digitali impolverate. E, chiaramente, con la sua lotta alle multinazionali e ai poteri superiori, che emerge quando si parla dei tentativi di censura: “I quattro cavalieri dell’infocalisse: pedo-pornografia, terrorismo, pirateria e magia. Ci diranno che ogni strumento di comunicazione che non possono intercettare, decriptare e spegnere è irresponsabile”.
C’è anche il genere fantastico soprattutto perché di alcune stranezze non v’è alcuna spiegazione scientifica. Di più: non v’è alcune verosimiglianza scientifica. E le stranezze non sono roba da poco: il protagonista, che viene indicato con nomi diversi, è figlio di una montagna e di una lavatrice, uno dei suoi fratelli – anche lui con più di un nome – è un morto vivente, un altro una matrioska di tre persone, la ragazza di cui si innamora ha le ali ma se le fa tagliare per nasconderle.
E, naturalmente, c’è l’attivismo politico di Doctorow che emerge quando il protagonista si dedica alla lotta per diffondere l’accesso libero e gratuito alla rete.
In Anime nel futuro possiamo cercare significati metaforici. Il fatto che il protagonista e i suoi fratelli vengano indicati con nomi differenti li rende in qualche modo rappresentativi di più individui. Quindi, quella narrata non è la storia di un personaggio, ma è la storia di ognuno di noi. Oppure, al contrario, il protagonista e i suoi fratelli rappresentano un unico individuo scisso in diverse entità, ognuna dotata della sua personalità piuttosto definita, ancorché decisamente complessa.
Di sicuro, accanto ai temi che vengono appena accennati, come la lotta verso le multinazionali e la diffusione del libero accesso alla rete, è il tema del diverso quello dominante. Con l’avanzare della storia ci rendiamo conto della lotta del protagonista per avere una vita normale, sfida ardua se tuo padre è una montagna dentro cui vivi insieme a tua mamma lavatrice, a improbabili fratelli e a creature venute dalla terra che si occupano di te. Ma, perlomeno, il protagonista ha un aspetto normale, al contraio dei fratelli-matrioska o di quello isolotto. Il tema della diverso prende il sopravvento nel momento in cui la storia d’amore tra il protagonista e la sua vicina di casa, una ragazza con le ali, giunge a una svolta. E, al di là delle stranezze, questa è la storia di tutti noi, del nostro tentativo di trovare un posto nella difficile società con cui siamo confrontati, che viene esplicitata nella descrizione dei volontari che aiutano a installare gli apparecchi per accedere alla rete: “I ragazzini erano svegli, ma esaltati: in parte per gli ormoni adolescenziali, e in parte per i pessimi genitori, le pessime droghe o semplicemente per una pessima chimica cerebrale. Alan capiva la loro tipologia, persa nel tentativo di ritagliarsi un atomo di identità individuale dalla famiglie e dall’ambiente, nel ficcarsi spille nel corpo e atteggiarsi in un poco convincente atteggiamento rude”.
Da segnalare, nella traduzione peraltro piacevole, una svista piuttosto importante: nella versione italiana si confonde Svizzera con Svezia a più riprese.