Se gli e-book si possono ormai considerare un prodotto di successo, buona parte del merito va ad Amazon e al suo Kindle, che li hanno introdotti presso il grande pubblico. La società fondata da Jeff Bezos è riuscita ad assumere un ruolo di primo piano in questo settore, vendendo sia i libri elettronici che i lettori.
Il primo effetto collaterale del riordino è stata la completa sparizione di tutte le informazioni collegate ai codici: lo storico delle vendite, le recensioni, i commenti e via di seguito. In conseguenza a tutto ciò si è poi sviluppato un secondo effetto: i classici gratuiti sono precipitati in fondo ai risultati delle ricerche e nei suggerimenti degli oggetti correlati, rendendoli in pratica molto più difficili da trovare.
Vi è poi un ulteriore danno: un quantitativo sterminato di link, che puntavano ai vecchi ASIN, ora non funzionano più; Amazon non si è infatti preoccupata di organizzare un redirect che portasse ai nuovi codici, e di conseguenza ai prodotti. Dolo o distrazione? Se è vero che nascondere i libri gratuiti avvantaggia – almeno in teoria – le vendite delle edizioni a pagamento, l’intera vicenda sembra più che altro dovuta alla noncuranza con cui Amazon ha deciso di trattare un gruppo di prodotti di cui, poiché non porta alcun guadagno, non le importa granché.
Fonte: Zeus news