Autore: aldo simeone
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Fazi
Genere: Romanzo di formazione
Pagine: 280
Prezzo: 16.00
A Bosconero la guerra non è mai arrivata. Tutti hanno un parente al fronte, chi il marito chi i fratelli, che combatte per portare maggiore gloria all’Italia e al suo impero.
Tutti sperano nella vittoria e tutti hanno motivo di essere orgogliosi dei propri cari, forti soldati, che difendono la patria. Tutti tranne Francesco. Il padre del giovane ragazzo ha deciso che ormai era troppo, che gli ideali di morte e distruzione, addolciti dalla retorica patriottica, del fascismo gli stavano stretti e che mai avrebbe combattuto per il Duce. Per questo se ne è andato appena la guerra è scoppiata lasciando figlio, moglie e madre a casa da soli. Il mancato appoggio del padre alla giusta causa italica espone il resto della famiglia al pubblico sdegno. Nessun bambino vuole giocare con Francesco, figlio di un disertore, o avere a che fare con lui. Nessuno tranne Secondo un ragazzo di sedici anni e convinto sostenitore del fascismo e della vittoria imminente.
Ma la storia di Francesco cambia quando il ragazzo incontra un suo coetaneo, Tommaso, ospite della canonica perchè figlio di disertore anch’esso. I due diventano amici “per scelta” (come dice spesso lo stesso Tommaso) e iniziano a condividere i loro segreti e le loro paure come quella del bosco che circonda il paese di Bosconero. È questo il luogo dove, stando a quello che la nonna ha raccontato a Francesco, vivono gli Streghi creature maligne e inquietanti che accolgono coloro che osano avventurarsi per i sentieri boschivi di notte per poterli ghermire e trascinare nelle ombre eterne.
Ma la guerra e tutta la sua violenza finisce per arrivare anche a Bosconero dove i militari non sono disposti a credere alle favole dei ragazzi e sono convinti che ad aggirarsi nei boschi non vi siano altro che i rivoltosi.
Sarà capitato a tutti voi lettori di fermarvi qualche istante e, in una piccola pausa tra i mille pensieri che affollano le nostre giornate, porvi delle domande che vi fanno cercare dentro di voi fino a quando non vi sentite così piccoli e inermi da voler fuggire nuovamente nel chiasso quotidiano.
Leggendo questo libro non sono riuscito a dimenticare la domanda, che è anche il titolo del libro stesso, che i mostruosi streghi (quasi delle sfingi nostrane) rivolgono a coloro che entrano nel loro territorio e dalla cui risposta può dipendere la vita e la morte.
“per chi è la notte?”
la notte è per chi ha coraggio, per chi, come Francesco, malgrado abbia paura decida di andare oltre ai propri limiti di sfidare i pregiudizi e di trovare il coraggio di difendere i più deboli (come fa il protagonista con l’Orlandina, la “matta” del paese) o di proteggere una giusta causa.
La notte è di chi non teme l’oscurità che non è solo la tenebra notturna ma anche, e sopratutto, quella che troviamo dentro di noi.
Ho trovato questo romanzo molto poetico e delicato, scritto dalla mano di un giovane autore che è stato in grado, utilizzando come sfondo il folklore italiano e un pezzo della nostra storia contemporanea, di realizzare un opera davvero intrigante ricca di contenuti abilmente presentati descritti con la semplicità e l’innocenza con cui li vive il protagonista.
Ma “per chi è la notte” non è solo un romanzo che racconta le gesta di due giovani amici durante la guerra, è anche un viaggio affascinante e intenso che mostra come i due giovani e involontari eroi riscono a sopravvivere e a cambiare fino a trasformarsi (almeno nei pensieri e nelle azioni) in uomini adulti e di come sia possibile, malgrado si possa essere circondati da malvagità, riuscire a trovare (e a tirar fuori) il meglio di sé.
La notte, infatti, è di chi è in grado di trovare la luce del coraggio nel proprio cuore, di chi riesce ad attraversare le tenebre più nere per arrivare fino all’alba senza perdersi.