A tu per tu con…Rossana Campo

Allieva di Sanguineti, scrittrice eclettica dai toni espliciti che non lasciano spazio all’immaginazione e non concedono nulla alla lentezza, Rossana Campo è in libreria con un nuovo romanzo tutto al femminile “Il posto delle donne” edito da Ponte alle Grazie. Ci conquista con la sua personalità vivace e solare e risponde in modo aperto alle nostre curiosità letterarie.

Come mai ha scelto Parigi per ambientarvi questo nuovo romanzo?

Vivo nella capitale francese dal 1990, pur tornando sempre in Italia. Quando mi sono trasferita ero anche abbastanza giovane e mi sono impregnata delle possibilità narrative che offre questa città: si incontrano varie persone che vengono da ogni parte del mondo con ogni sorta di vicende. Per uno scrittore è una vera e propria calamita, un punto di attrazione. Qui ho sentito dall’inizio questa vicenda popolata interamente da donne, con personaggi femminili caratterizzati da luci, ombre e fragilità. I loro punti di riferimento, nel bene e nel male, sono altre donne e questo avviene sotto ogni profilo: lavorativo, sentimentale, erotico.

In questo lavoro ci sono anche componenti noir, non consueti per la sua letteratura? Come mai ha deciso di inserirli?

Il personaggio di Emma l’ho immaginato subito che vagava per Parigi con un senso di perdita e di abbandono. Poi ho cominciato a scrivere dei dialoghi e l’istinto mi ha trascinata avanti nella narrazione. Emma è stata lasciata da un grande amore e incontra una donna dinamica e vitale, molto più giovane di lei, che fa la ballerina di lap dance. C’è un forte sentirsi tra le due, però sarà una nuova perdita perché lei viene trovata uccisa. Anche se introduco un elemento di narrativa di genere non ho voluto in ogni caso creare un noir con tutte le sue caratteristiche: mi interessava toccarne più che altro l’atmosfera. Per esempio mi sono ispirata a Simenon quando attraversa un insieme di mondi, di situazioni, di luoghi della città: questo in qualche modo è sempre uno scendere dentro se stessi e le proprie zone oscure. Un altro riferimento è Raymond Chandler, in particolare la dimensione di solitudine metropolitana che vive Philip Marlowe. Lo svelamento di un delitto a mio avviso non è l’aspetto fondamentale: ciò che mi interessa è riuscire ad appassionare ad un’atmosfera e una storia.

La sua scrittura è fresca e leggera. Dopo tanti romanzi come riesce a mantenere quest’anima punk?

La cifra del mio ritmo è data dal portare nella scrittura l’energia e la spontaneità della lingua parlata. Il parlato però è pieno di incisi, di frasi cominciate e poi finite che non puoi riportare nello scritto così come sono, ma ne devi rendere la sensazione. C’è un lavoro letterario alla base che non si deve notare o esibire e che fornisce questo effetto.

Pensa che i lettori stiano scoprendo la vena erotica della letteratura?

Amanti del genere ci sono sempre stati, in Francia soprattutto dove c’è una tradizione libertina. Da tanti anni si pubblicano libri scritti da donne che hanno un certo successo come “Le età di Lulù” oppure più recentemente “La vie sexuelle de Catherine M.”, una critica d’arte che racconta la sua vita sessuale. Da parte mia sono sempre stata colpita dallo scrittore che non si ferma di fronte al momento erotico: non è facile descriverlo senza cadere nella metafora. A me piace il realismo non come esibizione, ma per rendere il personaggio autenticamente, fino in fondo, in tutte le situazioni.

Il rapporto coi lettori è molto intenso soprattutto sul web. Che beneficio trae da questo rapporto?

Il lettore sente in che direzione lavora lo scrittore. Io scrivo per indagare alcune cose della vita e anche per consegnare queste riflessioni al lettore. Mi piace comunicare con chi mi segue, a volte anche dal primo libro, ed è interessante come si è evoluta la tecnologia. Prima i lettori spedivano le lettere a Feltrinelli, il mio editore di allora, e lui le girava a me. Poi ho aperto la mia primissima casella di posta elettronica, quindi ho creato un blog. Alcuni lettori nel tempo sono diventati miei amici, li ho conosciuti alle presentazioni. Francamente non capisco come ad uno scrittore possa non importare nulla del lettore!

Può lasciare un messaggio per Gli amanti dei Libri?

I libri possono salvare la vita, almeno per me è stato così. Anche il miglior amico infatti potrebbe non essere disponibile nel momento in cui hai più bisogno e comunque va rispettato. Un libro invece è un amico straordinario che ti scegli, puoi portarlo ovunque, averlo sempre con te, consultarlo quando ti serve in qualsiasi momento.

Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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