A tu per tu con…Raul Montanari

Gli incontri con Raul Montanari sono occasioni per confrontarsi sull’arte della scrittura, ma anche sui sentimenti spesso oscuri che ci governano, soprattutto in un’epoca come questa caratterizzata da una vita frenetica e poche certezze, con un trauma da elaborare, sia a livello personale che collettivo. E’ stato così anche in occasione dell’uscita per Baldini e Castoldi  de “ il vizio della solitudine” , in cui un incontro online si è trasformato in un momento di confronto e condivisione di pensieri .

Le tematiche centrali del nuovo lavoro di Raul Montanari sono la solitudine e la giustizia, che si pongono da subito in contrasto tra loro: la condizione di ingiustizia è quella che porta il protagonista Ennio Guarneri a ricercare la solitudine, ad abbracciarla come un vizio.  Questo avviene dopo un atto che lui considera ingiusto. Quando era ispettore alla questura di Milano, per servire la giustizia e non la legge faceva delle azioni che per così dire erano “di rattoppo al sistema”. In seguito a uno di questi fatti viene allontanato dalla polizia, perché una delle persone che ferma è un amico di famiglia del questore. Nel libro ci sono poi delle sottostorie, digressioni narrative che riguardano la vita poliziesca  sono quasi tutti fatti tratti dalla vita vera.

Montanari svela che per scrivere questa storia è partito da una ragazza, che bussa alla porta del protagonista e rompe la sua fortezza di solitudine. E’ una venditrice del giornale Lotta Comunista, una ragazza bellissima, innocente, per niente seduttiva,  studentessa universitaria. La storia è vera e l’autore si è chiesto cosa significasse questa epifania femminile scintillante nella vita di uno come lui che vive solo. Uscendo dal caso personale ha immaginato il personaggio, il massimo dell’opposto: un ex- ispettore violento, probabilmente fascista, di sicuro non comunista, che si è richiuso in questa solitudine. Ma quando ti chiudi prima o poi qualcuno bussa  alla tua porta. Era un personaggio perfetto per essere messo in crisi dall’arrivo della ragazza.

Da dove vengono le idee per una storia? Per Raul Montanari possono arrivare davvero da tutte le parti, dalla vita ovviamente, ma anche da altre forme narrative, ad esempio quella cinematografica. Come diceva Aldo Busi, suo amico di vecchia data, le idee  però non sono infinite. Ogni scrittore ne ha a disposizione un numero limitato, quindi farsele venire non è sempre facile.  Elaborarle, invece, con l’esperienza è faccenda senz’altro meno complicata.

Oltre al noir, questo romanzo raccoglie davvero tante suggestioni , prima tra tutte quella del romanzo psicologico.  Trent’ anni fa Montanari si è trovato  tra gli autori che  hanno dato inizio al noir italiano insieme a Lucarelli e Pinketts. Anche  prima si scrivevano  storie criminali, ma questo genere era rinchiuso nel recinto di specifici progetti editoriali come il Giallo Mondadori . Non è stato facile entrare nei cataloghi letterari dei grandi editori, ma quando ciò è avvenuto è stato importantissimo vedere che non sono crollate le vendite, né si sono“sputtanati”, che era  la cosa che temevano di più.  La caratteristica che più apprezza Montanari di questo genere è il fatto che sia un po’ “girovago”, porta ad incontrare diverse realtà, ambienti, scenari  e umanizza anche comportamenti sospetti. Il giallo è un meccanismo che richiede un’idea, ma anche tantissima logica per essere articolato. C’è una rigenerazione che permette di ritrovare l’ordine perduto.  Il noir invece assomiglia di più alla vita: rappresenta lo scacco, le slabbrature della realtà.

In questo romanzo viene dato moIVDSlto spazio al rapporto con il caso, che determina interamente la nostra vita. Per Ennio l’evento modificatore è stato quello di assistere a un omicidio che non avrebbe dovuto vedere. A quel punto quello che gli succede è il tentativo di dominare la casualità e lo fa innanzitutto  tramite la ricerca di una vecchia maestra di scuola elementare, che gli faccia fare in un anno tutto il programma. E’ in realtà la ricerca di  una donna che lo guardi, gli parli. D’altra parte lo sguardo femminile è uno sguardo di testimonianza, che raccoglie le confidenze e le  rimanda. Magari anche sotto forma di giudizio, come farà la ragazza che rappresenta il suo conflitto di coscienza.

Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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