A tu per tu con… Raffaele Marciano

Ci sono piccole case editrici specializzate in alcuni generi che fanno della qualità un valore imprescindibile per il proprio catalogo di settore. Nascono così libri che trovano un piccolo spazio nel grande variegato panorama nazionale con cui devono confrontarsi quotidianamente. Per questi editori le fiere editoriali sono l’occasione per incontrare il grande pubblico e trasmettere passione; parallelamente animano numerosi eventi e incontri a livello locale che mirano a diffondere il piacere della lettura. Uno di loro è Raffaele Marciano, che ci racconta come il progetto Aguaplano ha preso vita sulle sponde del lago Trasimeno e come è cresciuto anche facendo rete con altri editori umbri.

Come è nato il progetto Aguaplano e perché scegliere di dedicarsi alla saggistica, ai classici e ai libri d’arte?

L’idea di Aguaplano nasce nel 2009. Collaboravo da tempo con una casa editrice umbra, attiva prevalentemente nel campo della saggistica di scienze umane e nella produzione di autori esordienti di narrativa e poesia. Sentivo il bisogno di “fare uno scatto” negli anni migliori della mia vita e rapportarmi in un modo più consapevole col mio lavoro. Allora ho deciso di mettermi in proprio. Poi è venuto il progetto editoriale.

Quali sono le sfide di una piccola casa editrice oggi e quali, per contro, le soddisfazioni?

Le sfide, da un paio d’anni a questa parte, sono riuscire a pagare i fornitori e i collaboratori e restare a galla senza cedere alla tentazione dell’editoria a pagamento. In un senso più generale e provando a dilatare lo sguardo, direi che la sfida di fondo è quella di contribuire a preservare la quota di bibliodiversità nel nostro panorama editoriale. La mia più grande soddisfazione è aver portato prima il mestiere e poi il lavoro (inteso anche come opportunità di indipendenza economica) nella vita dei miei collaboratori.

Al Salone del Libro dello scorso anno Aguaplano era nello stand che raggruppava tutti gli editori umbri. Fare rete alle fiere è un vantaggio o rischia di essere un’arma a doppio taglio dal punto di vista della visibilità?

È un vantaggio di non poco conto in termini economici. Riguardo alla visibilità: Aguaplano è anche un’officina del libro e nel corso degli anni ho consolidato rapporti di collaborazione con numerosi editori umbri. La mia presenza in fiera corona, a maggio, l’impegno dell’anno precedente anche su questo versante. È un’opportunità molto gratificante promuovere i libri degli editori umbri se questi libri hai contribuito in qualche modo a realizzarli. Significa promuovere il proprio lavoro, portare il proprio lavoro nelle case dei lettori.

Spesso si sente dire che gli italiani leggono poco, di quali politiche e opere di sensibilizzazione vi è bisogno?

Resterei agli editori. Occorre portare i libri tra la gente: nelle piazze e, innanzitutto, nelle scuole. Spetta soprattutto a noi: si tratta di scegliere, di assumersi la responsabilità di realizzare libri di qualità.

Su cosa punta Aguaplano per il 2014 e quali pubblicazioni ci sono in programma?

Il 2014 sarà tutto centrato su due pubblicazioni d’arte: un ponderoso «atlante» delle specie legnose impiegate nei beni culturali e un saggio d’estetica e archeologia (notevolissimo) sulla scultura ellenistica nel basso Lazio. E’ in programmazione un testo su Spengler e un saggio di gnoseologia sul tema del «tempo»; vorrei riprendere in mano la collana dei piccoli classici, delle briciole di filosofia, che quest’anno, purtroppo, ho tenuto in naftalina. E altro ancora.

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