A tu per tu con… Josephine Angelini

Durante le giornate trascorse al Festivaletteratura di Mantova abbiamo avuto la possibilità di incontrare Josephine Angelini, autrice di Starcrossed, Dreamless e il più recente Goddess, una vera trilogia bestseller. L’autrice è una giovane donna  molto affascinante, ci mette subito a suo agio e viene naturale porle domande sui suoi lavori così apprezzati da pubblico e critica e su di lei.

Si è fatta chiaramente travolgere dalla mitologia greca per scrivere la sua trilogia. Lei ama molto i miti e le leggende greche o questa è stata solo una bella idea che l’ha ispirata?

Io ho sempre amato la mitologia greca. Al college ho fatto un corso di teatro classico e mi sono innamorata di Shakespeare, delle opere di Eschilo e di tutte le leggende mitologiche. In particolare amo moltissimo Medea. Quindi, per rispondere alla sua domanda: sì, sono sempre stata interessata alla mitologia greca. L’idea per questa trilogia è scaturita proprio dalla mia passione. Ho deciso di raccontare partendo da qualcosa che conosco molto bene, come l’Iliade.

Ci sono degli elementi che contraddistinguono questo terzo capitolo della trilogia?

Amo le cose eclatanti e in questo libro sono andata dritta all’effetto. Come in guerre stellari, la morte nera che esplode.

Nel libro sono molto importanti i legami famigliari; lei appartiene ad una famiglia numerosa. Ha preso spunto dal suo vissuto per la narrazione?

Sì, certamente. Nel mio libro ci sono moltissimi personaggi perché io sono cresciuta in una famiglia molto numerosa e, in fondo, anche nell’Iliade erano tutti in una grande famiglia, erano tantissimi. E’ così che ho pensato il mio libro e ho cercato di fare un parallelo fra i personaggi originari dell’Iliade e quelli dei giorni nostri. In fondo alcune cose non cambiano.

Nel genere che lei affronta, nelle sue narrazioni spesso ci sono delle mode. Secondo lei è vero? E se sì, qual è quella attuale negli Usa?

Chiunque vada a cercare il nuovo trend sbaglierà in ogni caso. Le ragazzine vanno dove vogliono andare, nessuno può forzarle ad andare in una direzione precisa.

Secondo lei i lettori americani sono differenti dai lettori europei e in particolare da quelli italiani?

La differenza principale che ho riscontrato tra i fans italiani è che loro sono veramente molto emozionali. Ho fatto piangere tantissime ragazzine in questi giorni e due sono quasi svenute. Ci sono state veramente scene isteriche durante il firma-copie. E quindi ho svelato questa incredibile passione degli italiani che non ho riscontrato in nessun altro posto.

Sono più freddi gli Americani?

Sì, gli Italiani sono passionali. C’è proprio la passione latina che li porta a queste estremizzazioni.

Sta già lavorando alla sua prossima fatica letteraria? Può dare qualche anticipazione per i  nostri lettori?

Il primo libro della mia nuova trilogia parlerà di streghe. Streghe in un universo parallelo. È tutto incentrato sulla figura della protagonista che viene proiettata in un mondo parallelo dove incontra il suo alter ego, che è la regina delle streghe di questo mondo ed è cattiva.

E quante ragazzine ha intenzione di far piangere questa volta?

Non saprei. All’interno della narrazione c’è anche una storia d’amore fantastica e in questi anni ho capito che più storie d’amore ci sono più saranno le lacrime. Credo tante, quindi. La prossima volta si scioglieranno in lacrime tutte e lo adoro!

C’è un messaggio che vorrebbe i suoi lettori e le sue lettrici avessero da questa intervista?

Onestamente, l’unica cosa che vorrei dir loro è un grazie. Sono stata molto colpita dall’affetto di tutti i miei fans, quindi veramente grazie di cuore.

Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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