A tu per tu con… Jeffery Deaver

Abbiamo avuto il piacere di incontrare Jeffery Deaver, scrittore di gialli ad alta atmosfera thriller, tornato nelle librerie con il nuovo capitolo della saga di Lincoln Rhyme, Il Bacio d’acciaio. Ecco cosa ci ha raccontato!

Lei è appena arrivato al dodicesimo capitolo di questa saga, senza contare gli altri libri che ha scritto. Da dove trae ispirazione?

Io cerco sempre o dalla mia immaginazione o dalle notizie che sento in giro delle idee interessanti che possono dare vita a un romanzo “alla Deaver”, cioè un romanzo dal passo molto veloce, pieno di colpi di scena e sorprese, ma che contenga anche degli aneddoti e degli spunti interessanti.

Le sue storie sono sempre molto articolate ad avvincenti, mentre spesso mi sono capitato sottomano dei libri che sembrano scontato già dall’inizio. Come si fa a non ricadere in queste situazioni, evitando situazioni monotone o cliché o, all’opposto, di creare libri troppo articolati che il lettore abbandona?

Questa è davvero un’ottima domanda, perché è la stessa che mi faccio io quando inizio a scrivere un nuovo romanzo: quello che mi aiuta è programmare il libro in anticipo, pianificandolo e costruendo un architrave su cui poi poggiare tutte le vicende. È un lavoro che mi prende almeno otto mesi di tempo ogni volta, ma è una fase molto importante perché mi permette di capire cosa devo mantenere all’interno del libro e cosa va scartato, cosa dà maggiore ricchezza al libro e cosa rischia a dirottare l’attenzione. Per non parlare poi del fatto che cerco sempre di non dilungarmi in prediche troppo lunghe! In questo caso specifico, ci sono temi importanti che riguardano l’ossessione per i prodotti di consumo e l’avidità nel volervi possedere; questo, però, non interferisce con il passo della narrazione: il nostro antagonista vorrebbe tornare a una società più “vecchia”, ma noi continuiamo, nonostante questo tema di fondo, chi sarà la prossima vittima e come faranno Lincoln e Amelia a fermarlo.

Quanto tempo ci vuole per scrivere un libro come questo, in cui prevale molto l’aspetto tecnico delle analisi scientifiche?

Durante gli otto mesi di preparazione faccio anche un sacco di ricerche che riguardano le analisi scientifiche e come devono essere svolte correttamente. Nel caso de Il bacio d’acciaio mi sono documentato molto sulle leggi che riguardano la responsabilità dei produttori in caso di danni provocati dagli elettrodomestici e mi sono documentato molto anche sui prodotti dotati di computer e software. Nonostante questo, però, queste informazioni non devono mai eccedere: se ci fossero troppe informazioni tecniche la narrazione ne uscirebbe rallentata e non è quello che voglio, dal momento che questo non è un libro di testo. Nel caso di questo nuovo romanzo, la prima versione del libro aveva un centinaio di pagine in più, che ho poi deciso di tagliare.

Cosa possiamo aspettarci da Lincoln Rhyme dopo il suo ritorno a capo delle indagini?

Il prossimo libro, che tra l’altro sto scrivendo in questo periodo, uscirà l’anno prossimo: ovviamente non posso svelare troppo, ma posso dire che, per la maggior parte, sarà ambientato qui in Italia.

Ci parli un po’ di Juliette Archer, la nuova tirocinante di Lincoln. C’è speranza di rivederla anche nei prossimi libri?

Certo, ci sarà sicuramente nei prossimi libri, ma non posso dire di più!

Con l’ingresso in scena di Juliette e il ritorno di Nick Carelli, vecchio compagno di Amelia, dobbiamo temere per il futuro della coppia?

Dovrete sempre temere per il futuro di questa coppia! Il mio lavoro è quello di mantenere la suspance molto alta e questo è uno dei modi migliori per farlo.

Le è più stato proposto di trarre film dai suoi libri, dopo Il collezionista d’ossa con Angelina Jolie e Denzel Washington?

C’è stato qualche altro caso: Le lacrime del diavolo è diventato un film, almeno negli Stati Uniti e ho venduto anche i diritti di October List a una televisione britannica, che ne ricaverà una serie televisiva di sei puntate. In questo periodo preferisco molto di più la televisione rispetto al cinema, quindi sono molto entusiasta di questa opportunità. Ho anche scritto un paio di idee per alcune serie televisive originali, un giallo e una commedia e le ho date al mio agente a Hollywood, che ci sta lavorando su.

Sara Papetti

Anna Vivarelli, scrittrice per bambini, ha dichiarato durante una mia intervista: «Nella vita bisogna darsi una chance, non sai mai quando arriverà il libro che ti farà amare la lettura». Per me è stato così: avevo sei anni e accompagnavo mia mamma, una divoratrice di libri, in biblioteca. Ho accettato su suo consiglio “Gastone ha paura dell’acqua” della serie del “Battello a vapore” e da allora non ho mai smesso di leggere e cercare nuovi generi, nuove ispirazioni. Da appassionata di crime, solo legata ai gialli, soprattutto quelli di Camilla Lackberg, ma non rifiuto mai nessun libro, soprattutto se posso leggerlo in compagnia di un buon dolce.

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