Giampaolo Pansa, 76 anni, non ha certo bisogno di presentazioni; è un mostro sacro del giornalismo italiano, attualmente collabora con il quotidiano “Libero”, dopo aver lavorato per anni, tra gli altri, a “La Stampa” e a “Repubblica”. Non solo giornalista ma anche prolifico scrittore, soprattutto di saggi e libri storici; celebri quelli “revisionisti”, dedicati al periodo storico appena susseguente alla caduta del fascismo. Abbiamo raggiunto Pansa, di cui è appena uscito nelle librerie l’ultimo libro intitolato “Poco o niente. Eravamo poveri, torneremo poveri”, al telefono.
Direttore: Com’è nato e di cosa parla il suo nuovo libro?
Pansa: Il libro è nato osservando la gente che mi sta attorno, in treno o al bar; è una storia delle famiglie italiane a partire dal secondo Ottocento fino agli inizi del Novecento, al fascismo. Scrivendo il libro ho pensato ai giovani di oggi, che non sanno nulla della storia della loro famiglia e ho notato che ci sono grandi analogie tra il passato e oggi; i sogni sono gli stessi, così come le povertà. Molti pensano che l’800 sia stato un secolo tranquillo, in realtà fu un’epoca terribile.
Oggi alcuni di questi giovani scendono in piazza, sono i cosiddetti Indignados. Cosa pensa di questo fenomeno?
La manifestazione di Roma è stato un flop clamoroso, gli Indignados credono ingenuamente che una laurea possa risolvere tutti i problemi, così come gridare slogan contro il capitalismo e le banche, quando in realtà ci sono molti mestieri che nessuno vuole fare più. Gli Indignados sono comunque una spia di una società sempre più difficile e di un futuro sempre più oscuro.
Nel suo precedente libro “Carta Straccia”, che abbiamo recensito sul nostro sito, ha fatto emergere un ritratto impietoso dello stato in cui versano i nostri giornali. Come vede il futuro dell’informazione?
Sono molto affezionato alla carta stampata che credo avrà sempre il suo spazio; in generale ho più fiducia dell’informazione su carta che di quella on line. Non mi fido molto dei siti web da quando una volta mi hanno fatto vedere un sito in cui si parlava di me; mentre leggevo credevo parlassero di un’altra persona.
Nella sua attività di scrittore si è occupato molto di storia italiana, soprattutto del periodo post fascista. Cosa bolle in pentola nel futuro di Pansa scrittore?
Sto già scrivendo un nuovo libro per Rizzoli che dovrebbe uscire la prossima primavera ma non posso dire di più; anticipo che parlerò ancora di storia italiana, ma di un periodo più recente.
Lei è anche un acuto osservatore della politica italiana. Prospettive future secondo Pansa?
La politica italiana è paralizzata; abbiamo un governo morto, incapace di prendere decisioni, e un’opposizione capace solo di chiedere un passo indietro a Berlusconi. Nel mezzo, schiacciato tra i due blocchi, giace il Terzo Polo. Se vedo nero il futuro dei giovani, quello dei partiti lo vedo nerissimo.
Nel ringraziarla per questa intervista, le chiedo un saluto per “Gli Amanti dei Libri”.
Vi faccio gli auguri, siete coraggiosi; io con il web ho un rapporto difficile, penso che non sarei in grado nemmeno di ritrovare questa intervista.
Ringraziamo Giampaolo Pansa per la sua disponibilità.