Continua il nostro viaggio nella galassia degli autori talentuosi ma sconosciuti. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesco Di Giorno, scrittore calabrese che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Il suono della vita”.
Francesco Di Giorno presentati ai lettori de “Gli amanti dei libri”.
Sono laureato a “La Sapienza” di Roma in Filosofia con una tesi su Dostoevskij. Suono la batteria e sono appassionato di letteratura. Classe 1976, ho pubblicato una raccolta di racconti in formato e-book “L’ombra dell’anima” con una casa editrice on-line Netinfomedia; una silloge di dieci poesie “Ladri d’emozioni”con la Bel-Ami Edizioni e recensione di Antonio Veneziani. Ho partecipato ad alcuni concorsi sul web. Mi considero un lettore attento e il mio libro preferito è “La strada per Los Angeles” di John Fante.
Come è nato “Il suono della vita”?
Il suono della vita, edito dalla GDS Edizioni, nasce dalle macerie di un altro lavoro che ad oggi non ha visto la luce. E’ nato per contrasto a questo lavoro esistenziale, i cui protagonisti erano solo quattro e la narrazione si svolgeva nell’arco di soli tre giorni. Volevo scrivere di un trombettista, della sua vita e delle sue vicissitudini, di come affrontava gli aspetti ora gioiosi ora tristi della vita, come l’amore, l’amicizia, la malattia e la morte.
La scrittura: passatempo, passione o ragione di vita?
Sicuramente considero la scrittura una passione. A volte è talmente presente nella mia vita da diventare un’esigenza. Anche quando non scrivo elaboro il materiale che può provenire dalle mie dirette esperienze oppure dalle esperienze di persone che incontro o da episodi che vivo indirettamente attraverso notizie oppure accadimenti. Quindi ritengo che la scrittura non mi abbandoni mai anche quando, a lavoro finito, bisogna metter mano alla seconda stesura (necessaria anche se non proprio del tutto creativa).
Cosa vuoi trasmettere ai tuoi lettori?
Generalmente nei miei libri descrivo accadimenti o fatti che possono emozionare e anche commuovere (è il caso de Il suono della vita, in tal senso ho avuto molti feedback infatti), ma non mi ergo certo a moralizzatore! Questo libro trasmette emozioni attraverso la lettura della storia di Jazzy, musicista che viene folgorato alla sola età di cinque anni dalla tromba che intravede in una vetrina mentre passeggia con la madre.
Secondo te scrivere è terapeutico?
Scrivere può essere terapeutico e per me lo è stato. La scrittura è intimità, è scendere nel profondo di se stessi, guardarsi con occhi diversi e pian piano rivelarsi. A me capita di “nascondermi” dietro la scrittura, sia essa prosa che poesia, ma più si scrive più si viene a contatto con la propria bellezza e non la si considera più una cosa di cui vergognarsi (trattandosi di sentimenti da svelare) o da proteggere (per paura di ferirsi riportando a galla emozioni o sensazioni sopite).
Preferisci una letteratura che racconta fatti o emozioni?
Una letteratura che descriva fatti, se intendo bene la domanda, ossia una lettura prettamente “giornalistica” non emoziona. Se i fatti descritti sono sensazioni vissute sulla propria pelle oppure ascoltate, ma in qualche modo interiorizzate, oppure ancora estrapolate dalla realtà circostante e romanzate, allora la letteratura emozionerà, sarà in grado di trasmettere emozioni e aprire delle porte che sono chiuse a determinati sentimenti. Le emozioni aprono anche alle riflessioni, ai ricordi e un libro può quindi descrivere fatti prettamente interiori o aprirne l’accesso in maniera significativa.
Qual è il ruolo dello scrittore?
Lo scrittore scrive e credo non si ponga nessuna domanda sul suo ruolo, a meno che non voglia essere uno scrittore di fatti di cronaca oppure di saggi. Esiste lo scrittore di gialli e quello di fantascienza e credo che ognuno scriva quello per cui è portato con l’unico desiderio di essere letto.
Come vivi il tuo status di scrittore sconosciuto?
Dico a me stesso che non mi sento scrittore a tutti gli effetti. In questo modo mi proteggo dalla mancanza di fama e successo. Ho ancora molto da imparare e credo di dover ancora crescere. Questa prima fatica letteraria ha avuto discreto successo in termini di commenti e feedback positivi. Nonostante sia un’opera prima, un lavoro d’esordio, ciò mi invoglia a continuare affrontando prove e ostacoli dovuti alla misera distribuzione che il libro ha subito, ad un editing non proprio impeccabile e a tutti i problemi legati alla possibilità di emergere. Confido nel lavoro delle piccole e medie editorie, considerando che il panorama italiano in questo senso non solo risente delle crisi generale, ma di fatto si basa su un sistema che non favorisce l’emergere di opere che valgono.
Progetti per il futuro
Continuerò la mia ricerca personale. Al momento sono in fase di correzione di alcuni lavori, tra i quali una raccolta di racconti. Sicuramente sarò più attento, e molto meno frettoloso, nel lasciare un mio lavoro in giro, curando maggiormente la possibilità di lasciarla ad un editore che produca un buon editing e una buona distribuzione.
Un saluto a “Gli amanti dei libri”
Grazie a “Gli amanti dei libri” che, in quanto lettori, come me apprezzano gli sforzi di chi si impegna a produrre e crede nei propri sforzi, mettendosi in gioco per primo. Sperando che Il suono della vita possa riscuotere presso di voi giudizi positivi, vi invito ad abbracciare la vita e tutti i suoni che essa produce. Un abbraccio!