La protagonista del libro è il tuo pseudonimo, la prima domanda quindi è praticamente obbligata. Quanto c’è di te nella Chiara Moscardelli personaggio? E quali sono, invece, le differenze?
La chiara personaggio ha quasi trent’anni è zitella, sfigata con gli uomini, adora i film come me. Vive una vita simile a quella della scrittrice (ride) ma alla Chiara Moscardelli del libro va meglio. Diciamo che le ho fatto fare un salto di qualità!
A proposito di questa “vostra” passione, ogni capitolo inizia con una citazione tratta da un classico o da una serie TV. Quali sono i tre film che più ti hanno formata dal punto di vista sentimentale? E perché?
Beh imprescindibili sono sicuramente i classici come “Caccia al ladro” di Hitckoc, le commedie americane anni cinquanta, o anche i film di Woody Allen ,che è certamente un punto di riferimento. Ad esempio due dei miei preferiti, “Provaci ancora Sam” e “Misterioso omicidio a Manhattan”. Sono cresciuta guardando questo genere di film. Le storie che raccontano fanno parte di me e, di riflesso, della Chiara protagonista.
A un certo punto della storia ,Chiara parla del coraggio di saltare e abbandonare la propria comfort zone nel tentativo di raggiungere un nuovo obiettivo. Nel suo caso, una felicità non ancora provata. Nel libro, un esempio di salto è la telefonata all’uomo che le interessa, che non avrà però l’esito sperato.
Secondo te vale sempre la pena lanciarsi, anche correndo il rischio che le cose poi non andranno proprio come in un film?
Sì, certamente. Perché poi se non ci si butta, non si saprà mai. La protagonista è sempre restata ai margini, con una sorta di paura di vivere. Nella sua testa buttarsi è rischioso ed il rischio maggiore è quello di soffrire. Se non ti butti, in qualche modo ti preservi da quel tipo di sofferenza. Ma è vero anche il contrario: se non lo fai non potrai scoprire nulla di nuovo. La vita del non buttarsi è sicuramente più tranquilla, senza scossoni. Ma evitare di affrontare il rischio ti impedirà di scoprire come ti sarebbe andata. E forse, per una volta, potrebbe anche andarti bene.
Spesso alle donne single vicine ai quarant’anni viene suggerita l’idea di essere incomplete senza una famiglia o un compagno al proprio fianco. Credi sia vero? Qual è secondo te l’elemento essenziale per sentirsi complete?
Purtroppo, nella società attuale, un uomo single sulla quarantina viene considerato uno scapolo d’oro, uno da acchiappare, mentre la donna single della stessa età è una vecchia zitella. Alle donne non è proprio permesso vivere serenamente da single, ma sembra debba sempre esserci una ragione da cercare per spiegare il suo status.
C’è sempre da trovare il problema, altrimenti non è concepibile. Non può permettersi di dire “ho altro nella vita”. Un’affermazione del genere suona quasi aberrante. È la società, ad importi di essere moglie e madre. E secondo me è ovviamente ingiusto. Qualsiasi donna è libera di non volere una famiglia. L’essenziale per sentirsi complete è amare on volere una famiglia. adre. E secondo me è ovviamente ingiusto. Qualsiasi donna è libera di non volere una famiglia. è amare sé stesse, essere felici da sole, senza bisogno d’altri. Bastarsi.
Parliamo un po’ di Garano, l’affascinante e misterioso ispettore. È anche lui l’alter ego di un Patrick incontrato davvero? O forse di tanti Patrick sparsi qua e là e raccolti sotto forma di collage?
Purtroppo no! Garando è inventato di sana pianta. Costruito a tavolino, pensando a come sarebbe il mio uomo ideale: intelligente, simpatico, ironico, oltre che bello. Quindi inesistente. Non ne ho conosciuto manco mezzo. Non c’è speranza.
Tornando al romanzo, come è nata l’idea di intrecciare alla vicenda sentimentale elementi del genere giallo e poliziesco? E in che modo sei riuscita ad orchestrare il tutto, senza dimenticare una buona dose di ironia?
L’aiuto, anche in questo caso, arriva dai film. Già da ragazzina, quando andava molto di moda noleggiare i VHS, i miei amici mi prendevano in giro. Chiara vuole vedere un thrillerino con sfumature rosa, genere donna in pericolo con commissario figo. Il cinema offre un sacco di spunti eccellenti. L’esempio perfetto di commedia americana giallo-rosa, per me resta “caccia al ladro”. Cary e Grace che si innamorano nella cornice mozzafiato della Costa Azzurra, lui ladro gentiluomo, lei bella e ricca ereditiera, è il massimo della commedia sofisticata. Il tentativo è stato perciò quello di ricrearla sulla carta.
Oltre ai film, anche le serie TV hanno un ruolo importante nel romanzo. È proprio la passione per quest’ultime che permette alla protagonista di avere intuizioni brillanti, aiutando l’ispettore nelle indagini.
La coppia Moscardelli-Garano funziona alla grande: tra battibecchi, gaffe e malizia l’azione procede e il feeling aumenta. Uno freddo e affascinante, l’altra un po’ goffa ma sveglissima, una coppia che farebbe scintille anche in TV.
Insomma, hai mai pensato ad una versione a episodi delle avventure di Garano e Moscardelli? O proprio ad una serie TV, per far somigliare ancora di più la vita ad un film?
E chi è che non ci ha pensato. In realtà l’ho concepito proprio immaginandolo per la televisione, ma non è facile. Il modello è quello delle serie anni ottanta, alla Mai dire sì, con l’agenzia Remington Steele, o penso anche alla coppia pazzesca di Moonligthin, con Cybill Shepherd e Bruce Willis trentenne. È una prospettiva che mi piacerebbe moltissimo, ma servono contatti, che io non ho.
Raccontando la loro vicenda già mi immaginavo farli continuare insieme, affrontando nuovi casi e colpi di scena. Per ora resteranno a far compagnia ai lettori dalle pagine di carta, ma mai dire mai.